La tradizione dei liutai rivive con Marco e Raffaele

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Una curiosità che diventa passione, ma Marco Lugliani e l’amico e collega Raffaele Guidugli, vorrebbero farne una professione. Per loro, essere musicista e liutaio è una condizione di vita, che richiede sacrificio e dedizione, ma che garantisce uno spazio e un tempo di memoria, di un’arte che nasce dalla tradizione. (Nella foto Marco Lugliani e Raffaele Guidugli). A spiegare la particolarità di una così singolare professione per due giovani è Lugliani, che è riuscito a conquistare a quest’arte anche l’amico Guidugli.

Come e quando è nata la tua idea di dedicarti alla liuteria? Come si è svolta la tua formazione professionale?
“Ho sempre avuto una certa curiosità riguardo la liuteria, fin dalle prime esperienze musicali. Mi resi conto, suonando, che non era sufficiente avere padronanza dello strumento, ma era necessario saper aggiustarli e settarli per migliorare suono e prestazione.
La svolta verso la costruzione è stata poter frequentare il corso con il maestro Davide Ara alla scuola di liuteria toscana Fernando Ferroni di Sesto Fiorentino e diplomarmi costruendo la mia prima chitarra classica. Principalmente sono stato un operaio metalmeccanico, ho fatto una scuola professionale ma ho smesso molto presto di studiare per dedicarmi a diversi lavori nessuno dei quali mi ha dato la possibilità di avere un contratto fisso”.
A livello socio-economico, cosa ti prospetta questa professione e quale impegno comporta dedicarsi a questo mestiere?
“Per fare il liutaio, soprattutto di strumenti a cassa armonica, ci vuole accuratezza, molta pazienza e tanta voglia di lavorare. La dedizione è tutto e può capitare di avere l’ispirazione o la necessità di finire un lavoro anche a tarda notte.
Attualmente con Liuteria Toscana (l’associazione nata dal raggruppamento degli allievi e degli insegnati della scuola) stiamo girando l’Italia con i nostri strumenti. Tutto questo comporta dei sacrifici, spesso anche economici, ma lo accetto sperando di potermi lanciare in questa professione”.
Ti consideri un artigiano? Quale rapporto si è instaurato tra i giovani d’oggi e il recupero dei mestieri tradizionali?
“Se artigiano è chi esercita un’attività (anche artistica) per la produzione o riparazione di beni, tramite il lavoro manuale proprio, senza lavorazione in serie, allora ti rispondo con un netto sì. Per quanto riguarda il recupero dei mestieri tradizionali io sono a favore: con tutta questa produzione in serie abbiamo perso un po’ il vero valore delle cose. Sono felice in questi anni di aver fatto conoscenza di diversi liutai tra cui il maestro Fabio Chiari, ma anche di vecchi ebanisti e intagliatori del posto, tutti mi hanno saputo consigliare sul difficile mestiere dell’artigiano”.
Il territorio come ha accolto la tua idea?
“In questo frangente vorrei ringraziare, oltre al comune di Barga che per il secondo anno ci ha messo a disposizione lo spazio per allestire la mostra nel periodo del BargaJazzFestival, anche l’associazione Asr Cascio che tramite il mio collega e amico Raffaele Guidugli, che come me si è dedicato anima e corpo alla costruzione di chitarre, ci ha permesso di esporre gli strumenti a Cascio nel comune di Molazzana alla Festa delle Crisciolette quest’anno. In futuro ci piacerebbe organizzare qualche concerto, dove poter apprezzare il suono degli strumenti, i nostri e quelli dei colleghi di Liuteria Toscana. La nostra idea, mia e di Raffaele, sulle mostre, resta principalmente di esporre i nostri lavori, farci conoscere e far conoscere Liuteria Toscana. Siamo disponibili a far provare gli strumenti e se qualcuno è interessato siamo disponibili anche a riparazioni. Per il momento la mia sede di lavoro in via Pegnana Bassa a Barga”.

 Frida Morganti

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