Spari nell’oliveto, confermata la condanna a 12 anni e due mesi per il cacciatore

Non ce l’ha fatta ad essere presente in aula, anche se avrebbe voluto, dopo tanto tempo, guardare in faccia all’uomo che la mattina del 7 novembre 2015 gli sparò nel suo oliveto di Vitiana, nel comune di Coreglia Antelminellli e poi prese di mira anche il figlio senza riuscire ad attingerlo. Gianfranco Barsi, 50 anni, dopo quell’episodio ha riportato gravi danni permanenti ed è rimasto paraplegico. Le sue precarie condizioni non gli hanno consentito oggi (3 aprile) di essere presente nell’aula della corte d’appello di Firenze dove i giudici hanno confermato la condanna di primo grado a 12 anni e due mesi nei confronti di Marco Zappelli, 59enne cacciatore di Borgo a Mozzano, accusato di tentato omicidio di Barsi.

A rappresentare la famiglia c’era l’avvocato Garibotti che ascoltata la lettura della sentenza l’ha comunicata immediatamente a Gianfranco Barsi: “Possiamo dirci soddisfatti, perché la condanna ci appare equa. Quello che non ci sembra giusto è stata la decisione del tribunale di primo grado che ha assolto Zappelli dall’accusa di tentato omicidio nei confronti del figlio di Barsi”.
Una terribile mattina quella del 7 novembre 2015 per Vitiana. Barsi fu ridotto in gravissime condizioni dal cacciatore che si rivoltò contro di lui con un fucile, perché gli era stato chiesto di fare attenzione e non sparare troppo vicino alle case. Zappelli dopo aver colpito l’uomo, puntò l’arma, secondo l’accusa, anche contro il figlio che era giunto a soccorrere il padre ma per fortuna il giovane non rimase ferito. Dopo una fuga durata circa 24 ore, Zappelli decise di costituirsi ai carabinieri.

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