Daniele: “Gli atti richiesti non sono passato remoto, incidono sul bilancio attuale”

Il capogruppo dell'opposizione di Coreglia replica al sindaco Remaschi: "Dovrete fornire tutti gli atti"

Continuano le polemiche a Coreglia. Dopo le parole del sindaco Marco Remaschi di ieri (30 ottobre), arriva la risposta del capogruppo dell’opposizione Giorgio Daniele.

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“Sì – esordisce Daniele -, nonostante il tono che hai usato, continuo ancora a chiamarti caro Marco. Sinceramente mi hai spiazzato, non pensavo in così poco tempo, di riuscire a farti perdere le staffe, tanto da sbroccare, come ogni tanto ti accade. Sei un politico navigato, di lungo corso, abile, scaltro, capace di rigenerarti, reinventarti, un evergreen, si direbbe oggi, anche se da oltre 30 anni sei sulla scena sostenendo spesso tutto e l’esatto contrario (pirogassificatore e sviluppo dell’ambiente tanto per dirne una). Mi sono sbagliato, capita, per la verità non ho azzeccato il tempo ma il risultato sì. Tu, secondo me, hai perso il contatto con la realtà, politicamente ti senti o meglio, ti sentivi onnipotente e mai avresti pensato di ritrovarti a fare il sindaco a Coreglia, con una minoranza vinta per solo 54 voti e, non più nell’olimpo fiorentino di Palazzo Strozzi. Vedi capita di salire in alto e poi, in quattro e quattr’otto ruzzolare le scale e ritornare come al gioco dell’oca alla casella iniziale. A te è capitato di tornare a fare il sindaco, ma fai fatica ad accettare le regole del gioco: c’è un consiglio, una minoranza, delle regole e purtroppo anche da confrontarsi. Capisco che il confronto non ti piaccia, del resto anche in campagna elettorale lo hai accuratamente evitato, ma ora nel palazzo comunale, non puoi sottrarti”.

“Sono bastate alcune richieste (cinque) volte a dimostrare che quanto da me asserito in campagna elettorale non erano falsità ma verità e – attacca Daniele -, altre richieste di documentazione, per stracciarti le vesti, cercare di buttare tutto in caciara, indisposto da un signore, io, che si attarda a cavillar su ‘questioni chiuse’, a ‘non lasciar lavorare per far crescere Coreglia’, il tutto, con l’aggravante del periodo di allerta Covid, (su questo punto colgo l’occasione per invitarti ad una comunicazione più puntuale). E’ vero, forse un rompiscatole come me, non lo avevi messo nel conto, ma credimi, dovrai fartene una ragione, perché siamo solo all’inizio. Ho fatto questa premessa perché piace contestualizzare questo breve inizio di mandato amministrativo”.

“Ma ora veniamo alle domande scomode e alle accuse mosse, pesantucce ed al limite del lecito – prosegue il capogruppo dell’opposizione -. Provo a rispondere: io sono stato per 40 anni dipendente del comune di Coreglia e per molti di essi responsabile dell’area amministrativa. Ho chiuso la mia carriera con una posizione apicale, comune ad altri dipendenti ed una progressione economica di pari passo legata alla lunga carriera. Alla fine di essa percepivo uno stipendio assolutamente normale, in linea con quello di almeno altri quattro colleghi. Durante il mio servizio non ho ricevuto sanzioni, provvedimenti disciplinari anzi, qualche encomio e puntualmente ogni anno ho riportato il giudizio positivo del nucleo di valutazione e il pagamento nella misura massima dell’indennità di risultato. Non ho avuto condanne di alcun tipo ne procedimenti disciplinari o giudiziari in corso. Ho lavorato per molti sindaci con lode e senza infamia. Nell’ambito del settore di competenza, ho svolto a schiena dritta il mio lavoro, ha dato tutti i pareri che mi sono stati richiesti e che ero tenuto a dare e sono andato in pensione senza nessuna contestazione riguardo agli atti da me trattati. Certamente non ho e non ho mai avuto competenze sui procedimenti che oggi mi permetto contestare. Ho taciuto sugli errori fatti? Non ho riferito? Non ho esercitato il ruolo di responsabilità nel confronti degli assessori e del sindaco? Assolutamente no. A me, non competeva, all’esterno del mio settore, nessuno di questi ruoli. Semplice, se così non è stato, chiamatemi a rispondere, altrimenti tacete. Ho fatto il mio dovere e permettetemi, aggiungo bene”.

“Oggi, nell’esercizio del nuovo ruolo affidatomi da 1438 elettori, tanti sindaco, solo 54 in meno dei tuoi – precisa -, credo di fare altrettanto bene il mio compito. Oggi sì, ho titolo, competenza e dovere, di amministrare al meglio il nostro comune, occupandomi anche di quella cattiva amministrazione che ha prodotto danni negli anni passati, essendo dovere di tutti i consiglieri e prima di tutto del sindaco, andare a recuperare da chi è responsabile, danni erariali ancora perseguibili e riportare nelle casse del Comune soldi sperperati, cercando i responsabili. Gli atti da me chiesti, non sono il passato remoto, pura curiosità storica, sono fatti vicende che incidono sul bilancio attuale, su quelli futuri e meritano di essere accertati e perseguiti. Ripeto, il primo dovrebbe essere il sindaco a non lasciare prescrivere i termini”.

“Sindaco, fino al 2015 sei stato consigliere, molti degli attuali assessori lo sono stati nel quinquennio scorso. Quindi ognuno ha avuto il suo ruolo, io da dipendente non sono coinvolto in queste vicende e ripeto, fatevi avanti e dimostrate il contrario o tacere mi pare il minimo. Sicuramente, alle mie domande dovrete rispondere, alle mie richieste di documentazione dovrete fornire tutti gli atti, senza reticenza ed ai consigli comunali dovrete partecipare. Queste sono le regole, questa è la normale attività di un consiglio comunale – è veramente inaccettabile che si parli a sproposito di tribunale, di sentenze e baggianate varie. Fatevene una ragione. Voi guardate avanti? Bene, anche noi lo vogliamo fare, ma permetteteci, nell’interesse dei cittadini guardiamo anche indietro perché crediamo che oggi più che mai valga il desueto principio di ‘chi sbaglia paga’ e questo vale anche a Coreglia. Noi ci siamo candidati e siamo stati votati perché volevamo cambiare – conclude Daniele -, crediamo che il cambiamento possa attuarsi anche facendo al meglio il nostro compito dai banchi della minoranza: indirizzo se coinvolti, controllo sempre. Statene certi. Buon lavoro”.

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