Contratto metalmeccanico artigianato: raggiunta una prima intesa sulla parte salariale

In Toscana riguarda oltre 35mila lavoratori. Il commento del segretario Fiom Cgil Toscana Massimo Braccini

Contratto nazionale metalmeccanico artigianato, raggiunta una prima intesa sulla parte salariale: in Toscana riguarda oltre 35mila lavoratori. A parlarne è Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana.

“Il contratto nazionale dell’ artigianato in Toscana interessa qualche migliaio di aziende e oltre 35mila lavoratori del settore artigiani area meccanica suddivisi in vari comparti: settori metalmeccanica, installazione di impianti, autoriparazione, orafi, argentieri, affini, aziende odontotecniche, restauro artistico di beni culturali – ricorda Braccini -. L’intesa raggiunta sulla parte economica prevede un aumento a regime di 96 euro in due tranche: 50 euro dall’1 dicembre 2023 (che saranno erogate con il cedolino paga del mese di gennaio 2024) e 46 euro dall’1 aprile 2024. Resta tuttavia un grave problema di alta inflazione, aumento dei prezzi indiscriminato, tagli alla sanità e fisco iniquo che favorisce i più ricchi ed erode il potere d’acquisto dei lavoratori”.

“La forbice tra i ricchi e la gran parte degli italiani si allarga sempre più ed i governi hanno gravi responsabilità. Bisogna trasformare lo slogan del Governo ‘meno tasse per tutti’, in ‘le tasse le devono pagare tutti’ – prosegue Braccini -. Di fronte alla disuguaglianza crescente tutti sono tenuti a versare in proporzione all’aumentare della loro possibilità economica. Invece siamo di fronte ad una piramide rovesciata e si continuano a fare condoni più o meno espliciti, mentre bisognerebbe tassare di più, perlomeno quella parte di super ricchi (il 5%) che detiene oltre il 46% della ricchezza complessiva”.

“Anche le politiche di austerità hanno sicuramente favorito i super ricchi e aumentato ulteriormente le disuguaglianze, mentre si continua con le privatizzazioni, la finanziarizzazione dell’economia e precarizzazione del lavoro. La sanità viene sempre più privatizzata semplicemente non finanziandola e le persone che rinunciano alle cure aumentano – conclude Braccini -. Tutti fattori che devono fare riflettere su che tipo di società si sta sviluppando. Come sindacato dobbiamo avere un’idea diversa di società, avendo la capacità di analizzare i cambiamenti profondi che sono avvenuti in modo da rimettere al centro il lavoro, le reali condizioni di vita e i problemi reali delle persone, la pace, la libertà, la democrazia , come valori fondativi della comunità locale, nazionale e internazionale”.

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