Frenata per la produzione industriale in provincia di Lucca: soffrono anche il cartario e la metallurgia

I dati di Confindustria relativi al secondo trimestre dell'anno indicano un rallentamento quasi in tutti i settori chiave: "Colpa dell'inflazione e dei tassi elevati"

Dopo un primo trimestre di sostanziale stabilità, i mesi aprile-giugno del 2023 segnano per la produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato un rallentamento, per quanto moderato, rispetto allo stesso periodo del 2022.

La contrazione di -2,3% che emerge dalla rilevazione del Centro studi di Confindustria Toscana Nord non è una sorpresa: nel corso del trimestre, e in qualche caso ancora prima, erano emersi segnali di frenata a livello globale e nazionale. Non è ancora disponibile il dato della produzione industriale italiana per l’intero trimestre aprile-giugno, ma alcuni segnali inducono a pensare che il risultato dell’area Lucca-Pistoia-Prato sia in linea con quello nazionale, se non lievemente migliore di questo.

Fra le principali motivazioni della scarsa dinamicità dell’economia internazionale vi sono da un lato l’inflazione – in regresso ma ancora a livello significativo, soprattutto in alcuni paesi – e dall’altro le misure finanziarie adottate per raffreddarne l’andamento: i tassi elevati scoraggiano gli investimenti e deprimono la domanda di beni e servizi. Permane quindi un quadro generale non propizio alla crescita economica, nonostante il chiaro miglioramento di alcuni fattori fondamentali come i prezzi energetici e delle materie prime e la piena ripresa post-pandemica della circolazione di cose e persone. In questo quadro le aziende hanno dovuto compiere scelte talvolta anche molto complesse per mantenere un ragionevole equilibrio di bilancio fra costi ancora elevati e prezzi di vendita non sempre facili da far accettare. E’ verosimile che alcuni risultati negativi dei volumi di produzione nascano anche da scelte aziendali di contenimento delle quantità di materiali processati e quindi di prodotti realizzati.

“La produzione industriale di Lucca è stata nel secondo trimestre 2023 in relativa frenata rispetto allo stesso periodo del 2022 – spiega il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. La contrazione complessiva a quota -2,8%, per quanto significativa, è determinata dal concorso di prestazioni di settori molti dei quali avevano chiuso il 2022 a livelli buoni se non ottimi. E’ il caso del settore che presenta la contrazione più vistosa, l’alimentare, nel trimestre scorso a quota -17,9% dopo un 2022 che aveva segnato +2,1% e un’ottima tenuta negli anni 2020 e 2021 segnati dal covid. Considerazioni analoghe anche per il -7,7% della metallurgia, negativa nell’intero semestre 2023 dopo crescite rilevanti nei due anni precedenti. Il lapideo con -3,3% rimane in linea con l’andamento che lo ha caratterizzato in questi ultimi anni, mentre un approfondimento un po’ più articolato si impone per il dato del settore carta e cartotecnica, fermatosi a quota -2,4%. In realtà quest’ultimo è un dato di tutto rispetto in un contesto come quello italiano in cui il trimestre marzo-maggio (i dati nazionali Istat di giugno non sono ancora disponibili) ha segnato -16,7%. Le analisi condotte da Assocarta spiegano questo risultato con la domanda europea ancora bassa e in generale con l’export molto ridotto, anche a causa della presenza di stock elevati e della crescente concorrenza cinese. Il settore sta quindi vivendo in Italia delle tensioni forti, che le imprese lucchesi hanno saputo gestire limitando fortemente i danni potenziali e nutrendo delle aspettative positive per l’immediato futuro. Per quanto riguarda gli altri settori, situazione del tutto statica per la chimica-plastica, immutata rispetto al 2° trimestre 2022, e poco diversa per la moda (+1%). I risultati migliori appartengono ancora una volta alla nautica, che viene da una lunga serie di prestazioni nettamente positive: il +5,4% del 2° trimestre viene dopo il +7,2% del 2022 e il +3,4% del 2021. In definitiva le prestazioni dell’industria lucchese nel 2° trimestre 2023 possono dirsi non certo eccelse ma frutto di una buona difesa che le imprese hanno saputo mettere in atto in un contesto tutt’altro che facile”.

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