Finisce l’anno e restano vacanti i ruoli più importanti del sistema giudiziario toscano

Il il Csm non ha anacora nominato il nuovo procuratore capo della Dda di Firenze e il nuovo procuratore generale presso la corte d’Appello. E il dibattito sul nuovo distretto giudiziario sembra dimenticato

In attesa che in Parlamento si possano riprendere in mano i tre disegni di legge già esistenti per creare un nuovo distretto giudiziario in Toscana, unica grande regione ad averne solo uno, l’anno sta per terminare senza che il Csm abbia nominato il nuovo procuratore capo della Dda di Firenze e il nuovo procuratore generale presso la corte d’Appello. Due posti fondamentali tuttora vacanti dopo il trasferimento di Creazzo a Reggio Calabria e Viola a Milano.

Si tratta delle due figure più importanti per l’intero sistema giudiziario toscano perché sono i coordinatori e rappresentanti degli inquirenti (accusa) di primo e secondo grado e per il procuratore capo fiorentino c’è anche l’onere di dirigere la direzione distrettuale antimafia. Entrambi i ruoli scono scoperti da mesi e per la Dda in particolare che deve indagare sulla criminalità organizzata in ben 10 province non è un’assenza di poco conto. Da decenni ormai gli addetti ai lavori chiedono un secondo distretto giudiziario in Toscana perché è chiaro a tutti che solo quello fiorentino non basta più.

Tutte e tre le proposte finora avanzate dalla politica indicano Lucca quale provincia per il secondo distretto giudiziario regionale. Il primo fu il senatore forzista Marcello Pera, nel 1998, poi nel 2001 ci provò il senatore leghista Roberto Calderoli e infine nel 2009 addirittura 30 deputati (Bergamini, Baccini, Barani, Belcastro, Biasotti, Bonciani, Braga, Carlucci, Cera, Cicu, Ciocchetti, Commercio, Garagnani, Iannaccone, Iapicca, Latteri, Libè, Mannucci, Mariani, Mazzoni, Milo, Moles, Massimo, Parisi, Pistelli, Poli, Ria, Rigoni, Sardelli, Scarpetti, Vessa) ma al momento niente, nulla.

Le proposte giacciono tra le tante in Parlamento. Eppure l’anomalia toscana risulta più che evidente. Si legge infatti nella proposta del 2009: “La Toscana è l’unica grande regione italiana dotata di una sola corte d’appello, nonostante le sue dieci province. Le altre grandi regioni, come la Lombardia, anch’essa articolata in dieci province, o la Sicilia, la Campania e la Puglia, che hanno un numero inferiore di province, hanno comunque più corti d’appello”.

Un secondo distretto giudiziario in Toscana inoltre appare sempre più urgente perché le numerose attività investigative degli ultimi anni hanno dimostrato che anche dal punto di vista della lotta alle mafie le cose sono cambiate e la regione ormai è in prima linea su questo fronte. Ma in Toscana c’è solo una Dda (direzione distrettuale antimafia) proprio perché c’è un solo distretto. La direzione distrettuale antimafia (Dda, informalmente procura antimafia) infatti è la denominazione della squadra di magistrati che compongono la procura distrettuale antimafia, che nell’ordinamento della Repubblica Italiana è l’organo delle procure della Repubblica presso i tribunali dei capoluoghi dei soli 26 distretti di corte d’Appello, a cui viene demandata la competenza sui procedimenti relativi ai reati di stampo mafioso e terroristico.

Con un secondo distretto dunque ci sarebbe anche un tribunale per i minorenni, un tribunale di sorveglianza e anche un’altra sezione del Tar, che attualmente sono solo a Firenze e si devono occupare di ben 10 province. Migliorerebbero molte cose quindi nel sistema giustizia regionale ma tant’è, nessuna ne parla più, al momento. Eppure Firenze è uno dei 6 tribunali più importanti d’Italia.

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