Anche gli infermieri in sciopero: “Criticità e dinamiche annose mai risolte”

Il Nursind Lucca e Versilia: "Sistema sanitario pubblico miope che sembrerebbe fare di tutto per spingere i professionisti medici ed infermieri a licenziarsi e orientarsi verso strutture private"

“Se qualcuno pensa che uno sciopero non sia politicamente corretto, per quanto riguardo la sanità il politicamente corretto non esiste. Le ragioni dello sciopero anche qua a Lucca e provincia ricalcano criticità e dinamiche annose mai risolte: mancata sostituzione del personale sanitario e blocco del turnover con il conseguente fenomeno del demansionamento della categoria, mancato riconoscimento di lavoro usurante della professione infermieristica e delle professioni sanitarie, mancato riconoscimento economico/professionale che renda attrattiva la professione assistenziale e non faccia scappare all’estero i giovani laureati”. La pensa così il direttivo provinciale del NurSind Lucca e Versilia.

“Chiediamo – dicono dal sindacato –  l’abolizione dei tetti di spesa per le assunzioni per la copertura delle attività territoriali e ospedaliere, investimenti economici per il rinnovo contrattuale e bocciamo senza riserve la norma taglia-pensione prevista dalla legge di bilancio. Il politicamente corretto non esiste: le politiche sanitarie aziendali e regionale e nazionali non sono corrette  nei confronti dei cittadini e degli operatori sanitari, di tutti gli operatori sanitari, dalla dirigenza al comparto. In tutta la nostra provincia aumentano sempre di più le difficoltà che i lavoratori degli ospedali e dei territori lamentano nel cercare di assicurare risposte ai bisogni assistenziali e alle domande di cura dei pazienti e dei cittadini. Il problema è insito nella macchina organizzatrice, sono le risorse umane a disposizione, le teste mancanti, quelle non sostituite, le autotassazioni organizzative che gravano sulle spalle dei lavoratori. Le assunzioni fatte nella nostra azienda e su tutto il territorio nazionale sono di poco superiori alla conta delle dita delle mani. Riorganizzazioni dipartimentali a senso unico, compromessi unilaterali, sottrazione di personale in servizi e reparti per aprirne di nuovi a costo zero (vedi nuovi servizi territoriali). Siamo consci del momento delicato e critico che sta attraversando tutta la sanità pubblica italiana, ma non c’è stato e non c’è alcuna lungimiranza di chi doveva legiferare, riorganizzare, riqualificare e finanziare il settore sanitario pubblico. Resta un banco del mutuo soccorso e vige ancora il rispetto della norma sul vincolo di spesa che da qui al 2025 taglierà anche a livello provinciale centinaia di  posti di lavoro per operatori sanitari all’anno. Nessuna buona pratica, nessuna avvedutezza e previdenza dei fenomeni di spopolamento delle professioni sanitarie“.

“I nostri ospedali, Lucca, Versilia e valle del Serchio – dice ancora il sindacato degli infermieri – continuano a perdere posti letto, professionisti, attività; molti servizi sono esternalizzati, centri prelievi privati, economicamente più convenienti di quelli pubblici, aumentano le liste di attesa per esami e visite, diminuisce la qualità dei servizi resi. Le risorse del Pnrr non potranno essere impiegate e spese per il personale sanitario mancante e il rischio sarà quello di creare scatole ricche di cose e vuote di persone, di professionisti. Mancano i lavoratori, i professionisti della salute che devono garantire l’attività nelle 24 ore e si ricorre sempre più spesso all’attività aggiuntiva, non solo per l’abbattimento delle liste di attesa e allo straordinario  per coprire l’emergenza organizzativa (carenza di personale nei servizi aperti sulle 24 ore e sulle 12 ore). A quasi un anno di distanza dal rinnovo contrattuale (di un contratto per altro scaduto da anni) purtroppo ci sono indennità non ancora pagate e norme ancora disattese. I piani organizzativi fanno acqua da tutte le parti, a causa della mancanza di figure professionali non tengono conto delle peculiarità per le quali i servizi sono normati e le soluzioni rischiano di essere di gran lunga peggiori del problema e creano diverse e ulteriori criticità. Si parla, in azienda e di conseguenza anche nella nostra provincia, ovunque, di modifiche del regolamento generale del dipartimento delle professioni infermieristiche ostetriche, una ottimizzazione che non crei compartimenti stagni al fine di creare percorsi flessibili. Si svendono e sminuiscono professionalità e professionisti in ragione di una flessibilita’ fittizia, con lavoratori che si ritroveranno a girare fra i vari dipartimenti e reparti, una transumanza che non risolvera’ ne’ risollevera’ le sorti della carenza di  dotazioni organiche insufficienti”:

“E se da molti punti di vista la carenza di professionisti della classe medica è universalmente riconosciuta, si ridimensiona invece lo stesso fenomeno nei confronti della carenza di infermieri e ostetriche ed Oss. Anche servizi dove si praticano trattamenti salvavita nelle nostre realtà, come le nefrologie e dialisi sono sempre piu’ scarni, aumentano i carichi di lavoro e i rischi per la salute ad essi connessi – prosegue la nota – Inoltre, basta scorrere le cronache degli ultimi mesi, per rendersi conto dell’estrema difficoltà che i lavoratori dei servizi psichiatrici stiano vivendo, un settore questo, sempre più critico, la cui importanza e rilevanza sui processi di cura e prevenzione è aumentata a dismisura. Per i lavoratori del comparto della sanità l’aumento delle competenze difficilmente è coinciso con una indennità di specificità, altro meccanismo che ne  sminuisce la professionalità e ne aumenta la gratuità. Ci sono anche competenze regalate, come ad esempio quelle degli infermieri operanti nel 118 che nel sistema Toscana guidano le automediche, mettendo a rischio le proprie patenti di guida, senza una polizza ad hoc per la guida, senza indennità di guida e sopratutto e sopra ogni cosa, senza riconoscimento normativo di infermiere autista“.

“In un panorama sanitario come questo – conclude la nota – che ora mai non è più relegato ai disagi dei soliti pronto soccorso e reparti medici, e che si affaccia su tutte le realtà ospedaliere e territoriali che devono dare assistenza e garantire processi di cura, con competenze peculiari e specifiche, non c’è piu tempo per il politicamente corretto. Ci scusiamo con la collettività per i disservizi che si verranno a creare per questo sciopero, ma la situazione lavorativa non è più sostenibile, è ormai al collasso, tutti gli operatori sanitari non ce la fanno più a sostenere questi ritmi lavorativi massacranti e responsabilità professionali ingravescenti per sostenere un sistema sanitario pubblico miope che sembrerebbe fare di tutto per spingere i professionisti medici ed infermieri a licenziarsi, come si è verificato più volte nella nostra provincia, e per poi orientarsi verso strutture private, a discapito della collettività, del singolo cittadino a cui, inesorabilmente, sarà privato il diritto di cura ed assistenza, sancito dalla nostra Costituzione”.

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