Aree interne, la Regione sosterrà la ‘reindustrializzazione’

Puppa (Pd): "Si tratta di aiutare chi ha un’idea di sviluppo a superare i gap infrastrutturali. Una fase nuova in cui il legame tra la manifattura e l’artigianato di qualità e il territorio rappresenta un elemento di valorizzazione economica"

È stata approvata in Consiglio regionale, con voto favorevole all’unanimità, una proposta di risoluzione in merito all’istituzione di progetti regionali con finalità di sostegno alla reindustrializzazione all’interno delle aree interne della Regione Toscana.

L’atto è di iniziativa della commissione per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana, presieduta da Marco Niccolai (Pd). La risoluzione, dopo alcuni emendamenti proposti da Vittorio Fantozzi (Fdi), impegna la giunta regionale “a prevedere per quanto di competenza l’istituzione di progetti tesi a favorire la reindustrializzazione delle aree interne toscane, valutando l’opportunità di prevedere specifiche attività dedicate, in ambito regionale, alla ricerca e alla individuazione dei soggetti imprenditoriali idonei a favorire uno sviluppo economico e conseguentemente a migliorare i livelli occupazionali di tali aree, anche prevedendo modalità attuative dedicate nell’ambito delle risorse previste per le aree interne, oltre a continuare a lavorare per favorire il ritorno o l’insediamento di mestieri tipici delle aree interne, di botteghe storiche e di negozi caratteristici”.

“La condizione necessaria per il rilancio delle aree interne – si legge nel testo della risoluzione – è una adeguata dotazione di servizi sociali, medici, scolastici, postali e creditizi e che in tale ambito si inserisce il progetto Polis – casa dei servizi digitali di Poste italiane, promosso con il Pnrr”.

Come ha spiegato Niccolai illustrando l’atto all’aula, la Commissione in passato ha fornito indirizzi sull’utilizzo dei fondi europei che hanno permesso di mettere in campo premialità riservate alle imprese delle aree interne. “Questa proposta entra ulteriormente nello specifico sulla questione della reindustrializzazione di questi territori, che hanno ospitato realtà importanti e che ancora esprimono esperienze di grande qualità – ha detto Niccolai -. Si chiede dunque un’operazione di scouting, cioè  a ricerca e l’individuazione di soggetti che vogliano far rivivere aree industriali dismesse. Servono poi incentivi a livello nazionale”.

Vittorio Fantozzi ha osservato che “questa risoluzione ha voluto prendere il toro per le corna parlando di reindustrializzazione. Ci accorgeremo presto, se si affronta l’argomento, che mancano le infrastrutture e i servizi – ha detto il consigliere – e si aprirà uno scenario che porta dietro tutta una serie di problemi su cui è necessario focalizzarsi in maniera costruttiva”.

Mario Puppa (Pd) ha sottolineato che “il termine ‘reindustrializzazione’ appare vecchio, in realtà si apre una fase nuova che non è tornare al passato quando non ha più senso. Si tratta – ha spiegato il consigliere – di aiutare chi ha un’idea di sviluppo di alcune realtà, aiutandolo a superare i gap infrastrutturali, perché nel mercato globale si assiste a una fase nuova in cui il legame tra la manifattura e l’artigianato di qualità e il territorio rappresenta un elemento di valorizzazione economica”.

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