Pit, i cavatori delle Apuane perdono al Tar

Ieri sera (21 luglio) è arrivata la sentenza del Tar della Toscana, che ha respinto il ricorso promosso da una società di escavazione delle Apuane contro il Pit-piano paesaggistico, approvato dalla Regione d’intesa con il Mibac, riconoscendo la legittimità delle scelte operate dalla Regione.

Questi i punti più significativi della sentenza del Tar: il piano regionale è legittimo perché risponde alle finalità previste dal decreto legislativo 42/2004 di impedire o ridurre le trasformazioni irreversibili dei tratti naturalistici delle montagne Apuane; la previsione del piano di bacino è legittima perchè questo è configurato come strumento attuativo del piano paesaggistico per entrare nel dettaglio del singolo bacino estrattivo e definire con la maggior precisione possibile le quantità sostenibili, le localizzazioni delle nuove attività estrattive e gli interventi di riqualificazione paesaggistica, il tutto con una visione unitaria dell’intero bacino; il piano, secondo l’interpretazione data, non abroga l’attività estrattiva ma la disciplina in relazione al forte impatto che essa assume nei confronti dei beni paesaggistici; è legittimo l’obiettivo di raggiungere nel 2020 almeno il 50% delle lavorazioni in “filiera corta”, perché questo risponde alla finalità del perseguimento dello sviluppo sostenibile; è legittima la previsione della compatibilità paesaggistica degli interventi; il divieto di attività estrattiva sopra i 1.200 metri, valevole anche per le cave sotterranee, risponde alla finalità di tutelare un aspetto del paesaggio, e non rileva solo l’aspetto esteriore della montagna, ma anche l’integrità delle sue falde acquifere e la stabilità dei versanti.
Il presidente Enrico Rossi commenta con soddisfazione la sentenza del Tar della Toscana: “La cave delle Apuane ora devono rispettare le regole regionali che noi abbiamo voluto – commenta Enrico Rossi -. È una vittoria per l’ambiente e per il lavoro. Il piano paesaggistico della Regione Toscana era stato impugnato dai cavatori – ricorda Rossi – Ieri sera è stata pubblicata la prima sentenza del Tar Toscana. I ricorsi sono respinti e il Pit piano paesaggistico è legittimo nella disciplina dell’attività estrattiva. Sono legittimi il divieto di non cavare sopra i 1.200 metri, l’obbligo della valutazione di compatibilità paesaggistica, l’obbligo dei piani di bacino, la previsione dell’obiettivo della filiera corta. Insomma – conclude il presidente – è un piano legittimo che i cavatori devono rispettare. È stato un grande lavoro, che ora dobbiamo continuare”.
Positivo anche il commento di Vincenzo Ceccarelli, assessore a infrastrutture e governo del territorio, che tra le sue competenze ha anche le cave: “Questa sentenza è la conferma della correttezza e legittimità dell’azione della Regione, che non vuole penalizzare le attività di escavazione, ma con lungimiranza ha voluto introdurre nuove regole che comportano una lavorazione maggiormente compatibile e rispettosa di un ambiente unico e non riproducibile, cercando nel contempo di dare importanza al lavoro e di esaltare il valore aggiunto di una materia così preziosa come il marmo, attraverso una maggiore lavorazione in loco, volta anche ad accrescere l’occupazione. A questo punto – aggiunge Caccarelli – ci aspettiamo che tutti rispettino regole che sono semplicemente regole di civiltà, oltre che di corretta operatività”.

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