Ventenne morto nella carambola sulla Lodovica, il conducente dell’auto era alla guida dopo aver assunto un mix micidiale di alcol e droghe

Emergono nuovi sviluppi dalle motivazioni della sentenza con la quale la Cassazione aveva respinto il ricorso del giovane contro l'arresto per omicidio stradale

Ulteriori elementi nel procedimento giudiziario per omicidio stradale e lesioni personali stradali gravi nei confronti di un 22enne originario delle Marche che avrebbe causato la morte di Jacopo Leoni e le ferite di altre due persone in un incidente dello scorso autunno sulla via Lodovica a Borgo a Mozzano, emergono da un ricorso per Cassazione contro l’ordinanza del gip del tribunale di Lucca che aveva convalidato l’arresto dei carabinieri.

Il giovane che secondo investigatori e inquirenti era alla guida dell’auto che poi sbandando era finita contro un muretto provocando la morte del 20enne di Capannori, a seguito di accertamenti effettuati in quella maledetta sera di ottobre del 2022 è risultato positivo ai test su droga e alcol con percentuali decisamente elevate: a fronte di un limite di 0,5 per il tasso alcolemico il giovane aveva valori di 2,03, e a fronte di un limite consigliato dai medici per cannabinoidi tra 3,0 e 4,1 i suoi valori erano superiori a 20, e soprattutto contemporaneamente.

Un mix micidiale per la capacità di guidare secondo gli esperti e i giudici della Cassazione. L’indagato si era rivolto alla Cassazione impugnando l’arresto e nei giorni scorsi gli ermellini hanno pubblicato l’ordinanza con la quale hanno rigettato il ricorso con le relative motivazioni e condannandolo anche alle spese processuali. La tragedia si era consumata nella notte del 30 ottobre dell’anno scorso quando l’Opel Agila su cui viaggiavano i ragazzi, tutti ventenni, e alla cui guida secondo i giudici c’era l’indagato, aveva perso il controllo sulla Lodovica. A bordo dell’auto c’era anche Jacopo Leoni, morto ad appena 20 anni, dopo essere stato sbalzato fuori dall’abitacolo dell’auto andata a schiantarsi prima contro un muro e infine contro il guardrail della via Lodovica, nel tratto in direzione di Lucca all’altezza del ponte del Diavolo, a Borgo a Mozzano.

Gli altri due ragazzi avevano avuto una prognosi tra i 40 e i 45 giorni. Anche il conducente e indagato era rimasto ferito e dopo le dimissioni dall’ospedale era stato arrestato dai carabinieri di Bagni di Lucca e portato nella sua abitazione. Successivamenrte il gip del Tribunale cittadino aveva convalidato l’arresto eseguito ritenendo sussistente lo stato di quasi-flagranza; sebbene i carabinieri avessero dovuto assumere informazioni dai presenti per capire chi stesse guidando, la circostanza che l’indagato presentasse ferite e macchie di sangue sul corpo dalle quali appariva evidente che egli avesse commesso il reato immediatamente prima è stata ritenuta valido e legittimo presupposto per l’arresto in flagranza di reato. Il giudice ha ritenuto che la circostanza che fosse stato necessario attendere l’esito degli esami di laboratorio per capire se avesse assunto sostanze alcoliche e/o stupefacenti non escludeva la quasi-flagranza, trattandosi di un presupposto della misura pre-cautelare obbligatoria che richiede tempi tecnici di lavorazione. Proprio sul concetto di quasi-flagranza e sulla sua corretta interpretazione si è combattuta una delle prime battaglie giudiziarie del procedimento penale in corso che ora proseguire il suo iter. Per gli ermellini, infatti: “Il ricorso è infondato”. Il processo prosegue dunque così come il dibattito molto più ampio su queste tragedie che bagnano spesso di sangue le strade provinciali alcune forse evitabili con massicce campagne di prevenzione specie nei confronti di giovani e giovanissimi.

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