Sì Toscana, interrogazione per dire no al piro Kme

E’ in arrivo in consiglio regionale la quarta interrogazione presentata dal gruppo di opposizione Sì – Toscana a Sinistra sul futuro della Kme e sul progetto di pirogassificazione degli scarti di pulper da cartiera e di altri rifiuti, dai fanghi agli scarti delle concerie e del tessile. Il gruppo sta monitorando la situazione momento per momento, dopo che il Consiglio a luglio ha approvato all’unanimità la mozione presentata da Sì – Toscana a Sinistra con la quale si chiedeva alla Regione di escludere dagli accordi con Kme la pirogassificazione, puntando sull’autoproduzione di energia da fonti veramente rinnovabili. Un indirizzo preciso che però la giunta regionale ha disatteso.

 

“Kme continua ad attaccare i cittadini – dice Tommaso Fattori, capogruppo di Sì – Toscana a Sinistra, le associazioni e il sindaco, mentre farebbe bene ad impiegare tempo ed energie per chiarire i contorni di un progetto assai fumoso, che mette a rischio salute e ambiente. Nel frattempo la giunta regionale ha chiuso non uno ma ambedue gli occhi. Il presidente Rossi ha firmato un accordo al buio, che contraddice un preciso indirizzo del Consiglio regionale, senza conoscere, al momento della stipula, alcun dettaglio del progetto. Non si sapeva ancora nulla del dimensionamento o della qualità dei materiali che avrebbero dovuto alimentare la piattaforma energetica. Tanto meno è possibile comprendere sulla base di quali ‘prodigi’ si otterrebbe una riduzione del quadro emissivo reale o gli annunciati miglioramenti degli impatti ambientali complessivi sul territorio. Da mesi chiediamo i dati reali e lo storico delle emissioni di Kme, senza ottenere risposte dalla giunta”.
“Ora che un progetto c’è – prosegue Fattori -, vogliamo ricordare che nel mondo non esistono impianti ‘ecologici’ di gassificazione a 2 stadi destinati a bruciare elevate quantità di materiale eterogeneo e umido. Soprattutto questo è l’opposto dell’economia circolare, dato che la pirogassificazione è un nome moderno che nasconde una modalità vecchia e sbagliata per smaltire i rifiuti: si vuol continuare ad incenerire materia e ad inquinare anziché progettare nuove strategie industriali, che prevedano il riciclo degli scarti di pulper e che concilino sviluppo economico e difesa della salute e dell’ambiente, generando allo stesso tempo occupazione.”
“Il Comune di Barga – continua Fattori – deve essere coinvolto nell’applicazione dell’accordo e deve potersi esprimere sulle caratteristiche della piattaforma energetica, non è possibile scippare l’amministrazione degli strumenti per impedire la realizzazione di un mega-inceneritore di scarti del pulper e altri rifiuti. Allo stesso tempo è incredibile che si voglia procedere senza un’approfondita e preventiva analisi dello stato dei terreni interessati e senza chiarire come verrebbero smaltite le circa 20 mila tonnellate di ceneri previste e le circa 230 tonnellate annue di acque reflue. Non è più il tempo degli slogan, né di alimentare contrapposizioni nefaste fra lavoratori della Kme e abitanti del territorio. Servono decisioni ponderate e scientificamente fondate. Esistono soluzioni verdi per l’auto-produzione di energia e si è strutturata anche in Italia una filiera di aziende che ha strumenti e competenze per farlo. Così come esistono progetti come ‘Ecopulplast’ e ‘Placet’ per il recupero ecologico del residuo della lavorazione della carta. L’economia circolare – conclude – è questa e non ve ne è traccia nel progetto Kme, che è solo un pericoloso tentativo di buttarsi nel business dell’incenerimento dei rifiuti”.

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