Bando per le terme ancora deserto, è subito polemica

Un futuro per Bagni di Lucca: "Ci preoccupa l'atteggiamento di questa amministrazione"

E’ andato nuovamente deserto il bando per la gestione delle terme di Bagni di Lucca. Una situazione che scatena, immediata, la reazione dei consiglieri di Un futuro per Bagni di Lucca, Lara Lucchesi e Claudio Gemignani.

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“Il bando scaduto ieri, 17 maggio, il terzo dall’1 gennaio 2019, è nuovamente andato deserto. E l’amministrazione non può esimersi dall’assumersi le proprie responsabilità – si legge in una nota -. In questi quattro anni di governo, ha instaurato più una caccia alle streghe contro il gestore che provare a pensare a trovare dignitose soluzioni. E non solo, questo atteggiamento ha causato l’allontanamento di ulteriori, possibili, nuovo gestori. Siamo sempre a giocare. Con i forse, dove vogliamo andare? Ci sembra di essere su scherzi a parte. Ci spaventiamo quando leggiamo che ‘il Comune dovrà avviare a questo punto un confronto interno veloce per decidere il percorso operativo che vorrà seguire’. Ci spaventiamo perché conosciamo i tempi biblici che questa amministrazione impiega nel prendere le proprie decisioni. Andremo alle calende greche”.

“La nostra percezione – spiegano da Un futuro per Bagni di Lucca – è che l’amministrazione non ha, in realtà, un progetto complessivo di sviluppo del territorio, ma lavori a pezzi e bocconi, a compartimenti stagni. E questo modo di lavorare non porta sviluppo al paese. Esprimiamo molte preoccupazioni per questa notizia. Preoccupazione per la stagione che rischia di andare perduta, preoccupazione per i danni economici a tutto l’indotto commerciale, preoccupazione per la perdita di prestigio e di immagine della nostra cittadina. Siamo molto preoccupati anche per i posti di lavoro: quelli dell’hotel, attualmente 7, quelli delle terme, attualmente 9, quelli dell’indotto. Con 3 posti da inizio anno già perduti. Per quelli delle terme settore pubblico, è vero che nel bando era prevista la clausola di salvaguardia di tali posti, cioè l’obbligo di assunzione per il nuovo gestore. Non essendoci però allo stato attuale nessuno, il timore ci viene. Perché anche se ad oggi si andasse a trattativa privata con gestori interessati, ce lo auguriamo, bisogna prima fare la trattativa, pubblicare l’accordo, aspettare eventuali offerte più vantaggiose. E fare tutto questo entro il 30 giugno, scadenza della proroga a Lapolla, ci pare un miraggio. Come gruppo, facciamo alcune nostre doverose proposte e lanciamo alcune nostre idee e richieste. Intanto chiediamo che il Consiglio Comunale venga informato sullo stato dell’arte. Inoltre, laddove l’amministrazione non riuscisse a trovare un gestore, per evitare la chiusura degli stabilimenti pubblici, o in attesa di trovare un gestore, pensare ad una gestione diretta del Comune. Non è questa la soluzione più ottimale, ma è sicuramente meglio della chiusura. Per quanto riguarda la trattativa privata, pensare a rifare un passaggio con l’attuale gestore e questo semplicemente perché già proprietario dell’albergo e del ristorante: mal si concilierebbero, probabilmente, due gestioni diverse per stabilimenti praticamente legati tra loro”.

“In un discorso più ampio – aggiunge il gruppo consiliare -, il Comune deve ricreare le giuste condizione per agevolare gli investimenti: l’imprenditore va considerato non come un nemico, ma come una opportunità. Bisogna puntare, secondo noi, ad una locazione che per il consumatore nasca dall’unione del prodotto estetico e storico. Perché la nostra storia non deve essere vista come una zavorra o un mero ricordo, ma come una opportunità. Puntare sempre più non solo sulle convenzioni sanitarie, ma anche sul benessere, sul welness (unione cioè di benessere, salute fisica e mentale), mettendo al centro dell’attenzione la persona. Sarebbe interessante recuperare magari l’acqua che dalla Cova va in fiume, e realizzare, come detto durante la nostra campagna elettorale, rivalorizzando così anche quel tratto di fiume e la passerella Pardini, spiagge termali a fruizione libera, creando un indubbio incremento turistico. Pensare ad un recupero di Villa Fiori , con un recupero storico della medesima accostato ad offerte che rispecchiano i moderni canoni nel settore termale, magari creando legami con altre terme presenti nel territorio italiano. Noi faremo fronte comune anche coi rappresentanti politici dei nostri 4 partiti politici di riferimento di centrodestra, che sicuramente sapranno darci indicazioni e sapranno organizzare con noi idee e iniziative. Stesso discorso vale per le piscine, dove anche quest’anno, si prevede l’apertura non prima della fine di giugno, tra bando di affidamento che scade la prima settimana dio giugno, affidamento, organizzazione del vincitore del bando. E tutto questo accaduto pere ben 4 anni di fila. Si badi bene, non critichiamo i lavori, ma anche lì diciamo che, data l’ingente somma spesa, gli stessi potevano prevedere una rivoluzione anche nell’aspetto estetico dell’impianto. Finendo, per dirla alla Shakespeare: ‘Io non metto in dubbio la vostra buona fede, ma la strada era sbagliata’. Non mettiamo in dubbio la buona volontà dell’amministrazione, ci mancherebbe, ma la sua capacità progettuale e, soprattutto, di risolvere i problemi che affliggono le nostre terme e il nostro territorio. Se dobbiamo giudicare l’amministrazione sui fatti concreti, il nostro voto è ampiamente insufficiente. Questa amministrazione rischia di essere quella che ha chiuso le terme e non le ha assolutamente sapute valorizzare. Basti guardare lo stato di degrado in cui versa l’intera zona termale”.

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