Epatite C, anche in Valle un open day con screening gratuiti

Sabato (16 dicembre) sarà possibile fare a Fornaci di Barga

Sabato (16 dicembre) farà tappa anche a Lucca l’open day che rientra all’interno del programma di screening gratuito sull’epatite C, l’infezione del fegato provocata da un virus che si trasmette mediante contatto con sangue infetto. Dall’epatite C oggi si può guarire, per farlo però è necessario diagnosticarla in tempo: l’infezione infatti spesso decorre senza sintomi, ma col tempo può diventare cronica ed evolvere in forme molto gravi e progressive che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato. Un’evoluzione che avviene in circa 20 anni.

Proprio per questo la Regione Toscana ha lanciato un programma di screening, un’azione di prevenzione significativa per la tutela della salute individuale e collettiva, con l’obiettivo finale di eradicare il virus. E per sensibilizzare ancora di più la cittadinanza sabato (16 dicembre) a Lucca ci sarà un open day in cui, grazie all’ausilio delle associazioni di volontariato, sarà possibile effettuare i test in tre location: alla cittadella della salute all’ex ospedale Campo di Marte (edificio A, ambulatorio altro prelievo) dalle 9 alle 12; in via Fillungo, di fronte alla chiesa di San Cristoforo, dalle 16 alle 18; e in piazza Sclapellini dalle 15 alle 18,30.

Non solo: l’open day farà anche tappa in Valle del Serchio (centro socio sanitario – Ex Ceser – a Fornaci di Barga dalle 9 alle 12) e in Versilia (in piazza Mazzini dalle 10 alle 18 e alla casa della salute all’ambulatorio infermieristico, sempre a Viareggio, dalle 9 alle 12).

Il programma dell’open day è stato presentato questa mattina (12 dicembre) da Sauro Luchi, direttore struttura malattie infettive di Lucca, e due rappresentanti delle associazioni di volontariato coinvolte: Luca Papeschi (Misericordia di Lucca) e Alessandra Barsi (Croce Rossa di Lucca).

“In Italia ci sono ancora circa 300mila persone che hanno l’epatite C. L’importanza dello screening sta proprio nell’individuare queste persone”. Sono queste le parole di Sauro Luchi, che invita tutti i cittadini che hanno tra i 34 e i 54 anni ad aderire alla campagna di prevenzione TestiamoCi contro l’epatite C, partita lo scorso settembre e ancora in corso anche in tutto il territorio dell’Usl Toscana nord ovest. “Oggi abbiamo a disposizione farmaci che con soli due-tre mesi di trattamento fanno guarire i pazienti nel 97 per cento dei casi. È un risultato eccezionale – aggiunge Luchi – perché l’epatite C è una patologia importante. Nel 30% dei casi può evolvere verso la cirrosi, verso l’insufficienza epatica, verso il tumore del fegato. Individuare soggetti che sono portatori di questa infezione, che nell’80 per cento dei casi è asintomatica, vuol dire guarirli ed evitare complicanze”.

La nuova cura, arrivata tra il 2016 e il 2017, consiste sull’assunzione di un tot di compresse al giorno, da una a tre, per circa tre mesi. La fascia di età scelta per i test è quella che va dal 34 ai 54 anni perché è quella più esposta a comportamenti che possono portare all’infezione. Ma la fascia di età probabilmente verrà ampliata.

Questi i primissimi dati della campagna TestiamoCi, partita a rilento da settembre e che andrà avanti almeno fino al 31 dicembre: la Croce Rossa ha effettuato circa 200 test (due i positivi), mentre la Misericordia ne ha effettuati circa 50 (nessun positivo). Lo screening nel frattempo va avanti e tra oggi e domani (13 dicembre) al San Luca ci sono due open day dedicati ai dipendenti dell’Asl.

Cos’è l’epatite C e come si trasmette

L’epatite C è un’infezione del fegato causata da un virus (Hcv) trasmesso mediante contatto con sangue infetto, come detto. L’infezione è pericolosa perché spesso si presenta senza sintomi e risultare oggi negativo non vuol dire che in futuro non la si possa contrarre. Inoltre con il tempo può diventare cronica ed evolvere in altre patologie: oltre alla cirrosi e il cancro al fegato, l’infezione aumenta il pericolo di sviluppare malattie reumatologiche e ematologiche, come il linfoma, oppure cardiovascolari o diabete mellito. L’uso di sostanze per via endovenosa, pratiche come tatuaggi, piercing o altre procedure estetiche condotte in condizioni igieniche poco sicure – oppure la condivisione di oggetti personali taglienti e pungenti contaminati da sangue (un rasoio ma anche un semplice spazzolino o taglia unghie) e determinati comportamenti sessuali – sono considerate condizioni a rischio, come anche le trasfusioni (ma solo fino al 1991, quando sono stati introdotti test specifici sui donatori).

Come funziona lo screening

Lo screening consisterà in un test rapido, pungidito, su sangue capillare per la ricerca di anticorpi anti – Hcv. Il risultato sarà disponibile in pochi minuti. Per realizzare i controlli, gratuiti per i cittadini, la Toscana ha ricevuto dallo Stato 4 milioni e 962mila euro. Sono 122 le sedi delle associazioni in tutta la Toscana e 38 quelle delle aziende Usl dove si potrà effettuare il test. Sarà naturalmente escluso dallo screening chi è già noto al sistema sanitario come infettato da epatite C. Chi dona sangue regolarmente – ed è sottoposto all’esame dell’epatite C al momento della donazione – è invitato comunque a partecipare allo screening, se rientra nella fascia di popolazione coinvolta. Questi le sedi e orari in provincia di Lucca:

screening epatite C Lucca

Se il test è positivo è necessario recarsi dal proprio medico di medicina generale per la prescrizione del test di conferma, che consiste in un prelievo di sangue venoso per la ricerca del materiale genetico del virus (Hcv Rna).

Nel caso in cui anche il test Hcv Rna risultasse positivo, è opportuno rivolgersi sempre al proprio medico di medicina generale per essere indirizzati presso il centro specialistico di riferimento per avviare il percorso di cura.

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