Agricoltura, in 9 anni ha chiuso il 15% delle imprese

Lucca è la seconda provincia in Toscana per le cessazioni di attività in questo settore

Il settore agricolo toscano vive da anni un periodo di crisi. Nel 2019 nella regione sono 37.356 le imprese attive di agricoltori, allevatori, attività di caccia e servizi connessi, in calo del -1,3% rispetto al 2018 e del -9,2% sul 2010. Un dato, quest’ultimo, comunque meno critico rispetto alla media nazionale (-14,5%). Una fotografia, quella evidenziata dallo Studio Legale Lacalandra di Milano, specializzato in diritto fallimentare e crisi da sovraindebitamento, su base dati Unioncamere-InfoCamere (Movimprese), che ha portato tanti piccoli imprenditori del settore prima a indebitarsi e successivamente a non riuscire a pagare i debiti, inclusi quelli fiscali.

Cosa possono fare questi imprenditori che si trovano in difficoltà economica? Un aiuto arriva dalla legge sul Sovraindebitamento (L. 3/2012), che permette a soggetti non fallibili “meritevoli” di ridurre i debiti in base alle proprie capacità economiche.

Si tratta di una legge che può aiutare concretamente le imprese toscane del settore agricolo che in anni di difficoltà sono state costrette a dover chiudere. Quali sono le aree geografiche più critiche? Tra le province della regione, nel 2019, rispetto al 2010, il calo maggiore è stato registrato ad Arezzo (-17%; 5.420 imprese attive) e a Lucca (-15,5%; 2.107 imprese). Seguono Pisa (-11,2%; 3.274 imprese), Pistoia (-11,1%; 2.978 imprese), Livorno (-7,8%; 2.427 imprese), Firenze (-7,5%; 5.709 imprese), Grosseto (-6,1%; 8.703 imprese), Massa Carrara (-4,2%; 952 imprese) e Siena (-4,2%; 5.236 imprese). L’unica provincia in crescita è Prato (+2,6%; 550 imprese).
Grosseto e Firenze sono le città con il numero più alto di imprese del settore sul territorio.

“La legge sul sovraidebitamento rappresenta una valida soluzione per chi si trova ad affrontare una situazione di difficoltà economica – commenta l’avvocato Pasquale Lacalandra -. L’obiettivo della legge è, infatti, quello di aiutare anche i piccoli imprenditori a superare momenti particolarmente difficili come una congiuntura del mercato negativa non prevedibile. I numeri, però, confermano come questa proceduta sia ancora poco utilizzata. È importante che si faccia una maggiore comunicazione su questo tema, in modo da informare i cittadini dell’esistenza di un’alternativa in grado di aiutarli a risolvere i loro problemi. Ma su questo punto bisogna fare chiarezza. Non è una legge per i “furbi”, bisogna essere meritevoli altrimenti non è possibile accedervi. Inoltre, non bisogna dimenticare che questa procedura risulta vantaggiosa anche per il creditore, poiché, senza la ristrutturazione del debito, correrebbe il rischio di perdere totalmente ogni possibilità di recupero.”

Ad oggi sono tanti i casi risolti positivamente grazie alla legge sul Sovraindebitamento. Il tribunale di Como ha decretato la riduzione di un debito fiscale da circa 1,4 milioni a 350 mila euro in favore di una imprenditrice e la riduzione di un debito da 509 mila a 54 mila in favore di un lavoratore dipendente. Il Tribunale di Busto Arsizio ha invece ridotto una cartella esattoriale Equitalia da 86mila euro a 11mila euro (-87%) mentre il Tribunale di Monza ha ridotto il debito da oltre 150mila a 52mila euro (-65%).

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