Banche, emorragia di sportelli sul territorio: in provincia di Lucca crollo del 32% in 7 anni

L'allarme della Cgil: "Trovare soluzioni opportune per il bene dei cittadini"

Banche, in Toscana aumenta l’emorragia di sportelli. Crescono i Comuni non “bancati”. Crollo anche del numero dei dipendenti (calo regionale più accentuato rispetto a quello nazionale): lo dicono gli ultimi dati di Banca d’Italia sulla desertificazione bancaria. Paolo Cecchi (Fisac Cgil Toscana): “Situazione grave che penalizza i territori e i cittadini”. Appello a istituzioni e aziende: “Non assistere inermi a questo processo, sperimentare soluzioni come sportelli mobili o integrazioni di servizi”.

In Toscana, dal 2021 al 2022, si sono persi 57 sportelli bancari (-3,5%). La maggior parte di questi sono su Firenze (14), ma è Arezzo la provincia con la variazione negativa più alta (-5,88%, pari a 9 sportelli). Una emorragia che continua: nei sette anni precedenti, dal 2015 al 2022, la Toscana ha perso 697 sportelli (-30%), la maggior parte di quali sempre su Firenze (188) con la variazione negativa più alta a Prato (-40,4%, pari a 46 sportelli). Lo dicono gli ultimi dati di Banca d’Italia sul settore, confermando un pericoloso trend in corso da tempo sulla desertificazione bancaria. Inoltre, i dati di Banca d’Italia certificano che oltre agli sportelli crollano anche i dipendenti bancari: e in Toscana il calo è più accentuato rispetto al dato italiano. Infatti nel 2021 in Toscana erano 20.560 e in Italia 269.779, e nel 2022 rispettivamente 18.573 e 264.132. E fa impressione rilevare che nel 2015 erano rispettivamente 24.156 e 302.729.

In provincia di Lucca dal 2015 al 2022 il calo è stato del 32% dove sono rimasti solo 168 sportelli bancari. Prosegue Cecchi: “Rinnoviamo ancora il nostro appello alle istituzioni e alle aziende a trovare soluzioni opportune per il bene dei cittadini. In proposito la risoluzione del febbraio scorso della Commissione aree interne della Regione contro la desertificazione bancaria va nella direzione da tempo auspicata dal nostro sindacato. In generale ci sono e ci possono essere soluzioni sia politiche sia a carattere più operative, è il caso degli sportelli mobili presenti a giorni alterni già sperimentati in alcune aree del Paese oppure l’integrazione con altre tipologie di servizi, per impedire questa sorta di mattanza degli sportelli. La Fisac, come sempre, è disponibile a confrontarsi”.

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