Crollano le nascite: la provincia di Lucca agli ultimi posti per tasso di natalità

Secondo i dati Istat i nuovi nati sono meno della metà dei decessi annuali

In Europa e in Italia in particolare si parla ormai da anni di “suicidio demografico”, e stando ai numeri sembrerebbe una realtà più che una profezia negativa. E la Toscana ha ben 4 province agli ultimi posti per quanto riguarda le nascite (Lucca, Livorno Grosseto e Massa Carrara).

In provincia di Lucca negli ultimi 4 anni sono morte circa 5000 persone ogni anno ma ne nascono meno della metà ogni anno, circa 2000, e l’età media è passata da 44,7 del 2002 a 48,1 del 2022,  secondo gli ultimi dati Istat. E’ un problema che riguarda tutta Italia ma la provincia di Lucca per tasso di natalità è al 94esimo posto sulle 107 province italiane.

E non è il numero di morti annuali a fare la differenza (infatti per tasso di mortalità la Lucchesia intensa come tutta la provincia di Lucca è al 39esimo posto su 107) ma il  numero di bambini che nascono. In 20 anni il tasso di natalità infatti è passato da 8,1 a 5,5, percentuale che l’Istat calcola per ogni mille abitanti. Di conseguenza è aumentato anche l’indice di vecchiaia che nel 2002 era di 185,9 e nel 2022 è stato di 229,9. Nel 2022 l’indice di vecchiaia per la provincia di Lucca dice che ci sono 229,9 anziani ogni 100 giovani.

Una popolazione dunque sempre più “vecchia” dove nascono sempre meno bambini.

Scrive l’Istat: “Struttura della popolazione dal 2002 al 2022. L’analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario”. Inutile sottolineare dunque che la provincia di Lucca è considerata “regressiva” e tra le ultime province italiane in questo ambito. Le motivazioni sono molteplici ma alla fine sono sempre e solo ipotesi. Secondo l’istituto di statistica: “Tra le cause del calo dei primi figli vi è la prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine, a sua volta dovuta a molteplici fattori: il protrarsi dei tempi della formazione, le difficoltà che incontrano i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro e la diffusa instabilità del lavoro stesso, le difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni, una tendenza di lungo periodo di bassa crescita economica, oltre ad altri possibili fattori di natura culturale”. Le famiglie italiane sembrano dare priorità alla ricerca della stabilità economica rappresentata da un lavoro (che consenta una progressione di carriera soprattutto per chi ha un livello di istruzione elevato) e dalla proprietà di un’abitazione. Come conseguenza di queste priorità si osserva l’aumento dell’età delle donne quando decidono di avere il primo figlio, condizionandone anche la possibilità (e la volontà) di averne altri. Ma al di là della questioni economiche c’è sicuramente altro che andrebbe analizzato molto seriamente anche perché nei primi posti delle province italiane dove il tasso di natalità è più alto ci sono territori “non ricchissimi” e viceversa agli ultimi posti ci sono territori “benestanti” o comunque non agli ultimi posti per reddito medio insomma. Le ragioni vanno quindi ricercate “altrove”. La questione c’è, si tratta solo di capire come risolverla.

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