Confcommercio: in agosto 600 milioni per mangiare fuori casa

Dai turisti il 60 per cento della somma, si teme per il calo dei consumi interni per l'effetto inflazione e rialzo dei tassi

Nel mese di agosto in Toscana si spenderanno oltre 600 milioni di euro per mangiare fuori casa. A dirlo è Confcommercio Toscana sulla base dei dati elaborati a livello nazionale da Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi. Saranno i turisti, italiani ma soprattutto stranieri, a corrispondere circa il 60% della spesa complessiva per colazioni, aperitivi, pranzi e cene, oltre che per gelati e altri spuntini. Il resto proverrà dai toscani.

“La Toscana anche quest’anno si è confermata tra le mete preferite dei turisti italiani e di quelli stranieri che scelgono l’Italia. Una preferenza – sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – che incide positivamente sugli incassi delle imprese, soprattutto nelle località balneari e nelle città d’arte più famose dell’entroterra. Ma che, purtroppo, basta appena a mitigare l’effetto negativo combinato di inflazione, rialzo dei tassi, diminuzione dei consumi che sta caratterizzando il mercato interno e che si farà sentire di più con l’autunno”.

“Il ritorno del turismo internazionale fa bene ai conti e ci sta dando una iniezione di fiducia – dice il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano – mancano ancora i turisti orientali, ma statunitensi ed europei sono quasi tornati ai livelli pre-pandemia. Hanno voglia di stare bene, godersi la bellezza della vacanza in Toscana senza rinunciare a nulla. I nostri connazionali, invece, sono più parsimoniosi: le preoccupazioni per il futuro li spingono a limare le spese, rinunciando a qualche extra come le consumazioni nei locali. E questo si percepisce soprattutto sulla costa, dove la presenza degli italiani è più alta”.

A livello nazionale, il Centro Studi di Fipe-Confcommercio prevede una spesa complessiva di 9,9 miliardi di euro ad agosto per il “fuori casa”. 4,7 miliardi di euro proverranno dai turisti, sia stranieri che italiani. Ma qualche nuvola si va addensando sul fronte del turismo interno.

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