Casa del Buglia, battaglia al Tar tra Comune e Kme

Nuovo capitolo nella faida che ormai da mesi vede contrapposti il Comune di Barga e la Kme. L’azienda ha infatti presentato ricorso al Tar per chiedere la sospensiva dell’ordinanza publicata nel luglio scorso che obbligava Kme a ripristinare integralmente la Casa del Buglia, demolita nei mesi scorsi. Per tutelarsi, la Giunta guidata da Caterina Campani ha nominato l’avvocato Giuseppe Toscano dello studio Merusi (Pisa) che ha già seguito il Comune di Barga sia nella fase istruttoria del procedimento autorizzatorio unico di fronte alla Regione Toscana che nelle cause pendenti di fronte all’autorità giudiziaria che ne sono derivate. La scelta è ricaduta sul legale pisano proprio per la sua conoscenza approfondita di tutta la situazione.

 

Il fabbricato in questione apparteneva appunto alla famiglia Buglia e fu realizzato nel corso dell’Ottovento. Venne poi acquisito nel 1915 dall’allora Smi ed è adesso di proprietà, come del resto i terreni circostanti, della Kme. La vicenda, nello specifico, risale al luglio scorso quando Kme aveva effettuato la demolizione della casa spostando in discarica il materiale di risulta. Immediata era partita l’ordinanza che imponeva all’azienda di ripristinare la situazione precedente entro 90 giorni. Nella delibera veniva esplicitato che qualora l’azienda non avesse provveduto alla fedele ricostruzione della casa ed al ripristino delle coperture, il Comune avrebbe provveduto all’acquisizione gratuita dell’area, dei terreni limitrofi e dei fabbricati industriali che su di esse sorgono. Un dettaglio non da poco dato che quest’area sarebbe parzialmente interessata dai progetti per la realizzazione del futuro pirogassificatore.
Motivo per cui l’azienda ha deciso di rivolgere al Tar per richiedere la sospensiva dell’ordinanza, motivando la demolizione come un intervento di messa in sicurezza a seguito dei danni causati dal forte vento nell’ottobre del 2018. Una giustificazione contestata dal Comune secondo cui, l’insieme delle opere messe in atto non potevano essere intese come una semplice messa in sicurezza dei fabbricati.

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