Pirogassificatore, i candidati sindaci dicono no

Un impegno condiviso da tutti i candidati sindaco a migliorare la qualità dell’aria nel barghigiano e a fare in modo di bloccare il progetto del pirogassificatore Kme a Fornaci nella Conferenza dei servizi o, eventualmente, ricorrendo anche al Tar. E’ stato un dibattito ricco variegato quello organizzato dal movimento la Libellula con i candidati sindaci sul tema del pirogassificatore e che si è svolto al cinema Roma di Barga, presenti i candidati Campani, Feniello e Mastronaldi, assente invece il candidato della lista Prima Barga, Simone Simonini.

A guidare il confronto è stato un Leonardo Mazzei in grande spolvero, che con la sua verve polemica e la sua profonda conoscenza della politica locale e nazionale, ha saputo argomentare e pungolare i tre candidati, strappando di tanto in tanto anche qualche salutare risata.
“Per quanto riguarda i contenuti – spiega Libellula – si è parlato di tematiche sanitarie, ricordando i drammatici dati sanitari Ars presentati a Ottobre 2018, di qui l’impegno a sostenere una serie di studi epidemiologici, come quello del progetto Citizen Science promosso dal professr Biggeri, che possano individuare le relazioni di causa-effetto anche con le matrici di origine ambientale; ai tre candidati andrebbe ricordato magari che i dati Ars parlano di “eccesso” di mortalità e ricovero sulla media regionale, quindi è ben difficile parlare di influenza degli stili di vita, a meno di non voler sostenere che in media valle si mangi peggio o si fumi di più (o si faccia meno sport ecc ecc) che nel resto della Toscana”.
Poi la questione dell’inquinamento dell’aria: “I candidati hanno poi preso impegno a portare avanti un piano di miglioramento della qualità dell’aria (Pac) e anche delle analisi dei terreni – spiega Libellula – volte a stabilire se esistano livelli significativi di contaminazione degli stessi e delle falde acquifere nonché la loro provenienza; analisi forse mai fatte a sufficienza in passato e quindi tardive, come ha ricordato Feniello, ma ciò non può comunque giustificare il perpetuarsi di una situazione gravemente dannosa per la salute dei cittadini: insomma, meglio tardi che mai”.
Si è poi arrivati alla questione spinosa del pirogassificatore, passando dapprima per una valutazione generale della credibilità dell’azienda Kme: “Caterina Campani – ricostruisce Libellula – ha ricordato a tal proposito l’emblematico episodio della consegna delle chiavi dell’azienda da parte di Manes nel caso della mancata approvazione del fu progetto idroponico; è stato stigmatizzato da tutti i candidati anche l’atteggiamento arrogante della dirigenza, arroganza della quale sia Feniello che Mastronaldi si chiedono però l’origine, forse derivante dalla mancata realizzazione di promesse fatte in Regione? Chissà”.
“Al di là delle dietrologie e delle punzecchiature varie, i candidati hanno comunque tutti preso impegno sia a dare parere sanitario negativo alla realizzazione dell’impianto in Conferenza dei Servizi – osserva Libellula – sia a ricorrere al Tar (e anche al Consiglio di Stato) contro una eventuale autorizzazione da parte della giunta di Enrico Rossi, ultimo boccone avvelenato che il presidente della Toscana vorrebbe lasciare in suo ricordo da queste parti, dopo essere stato invece contrario alla realizzazione di un inceneritore nella sua Firenze, la cui potenza elettorale è ahimè ben diversa dalla nostra (altro che scelta tecnica di cui si vaneggia da parte di altri candidati sull’altra sponda del Serchio)”.
“Altri temi toccati in serata – prosegue il movimento – sono stati quelli dei rifiuti e della riduzione della relativa tassa (che però pare assai difficile sia per disposizione normativa che per esigenze di bilancio); della mobilità sostenibile, con un generale impegno di tutti verso l’installazione di colonnine per auto elettriche e un miglioramento dei servizi di trasporto autobus per studenti e pendolari mentre per la ferrovia occorre ovviamente un lavoro di concerto con gli altri comuni; dell’edilizia sostenibile per la quale Campani ricorda come nel regolamento urbanistico vi siano già incentivi in questo senso, mentre Feniello ha ricordato come bisogna puntare anche sullo stop al consumo del suolo tramite un migliore utilizzo di alloggi già costruiti e oggi disabitati; si è parlato in generale anche dello spinoso tema del taglio dei trasferimenti centrali ai comuni, in specie a quelli montani, con Mastronaldi che ha proposto un assessorato dedicato proprio alla ricerca di questo tipo di fondi”.
“La serata – va avanti Libellula – si è poi conclusa con alcune domande personali, data la storia dei diversi candidati, sulle quali alcuni dei fan degli opposti schieramenti si sono innervositi, a nostro modo senza alcuna ragione; le domande scomode dovrebbero sempre far parte di un sano dibattito e non capiamo il problema nel dire a Feniello che nel suo programma non si fanno accenni al problema occupazionale di Kme o a Mastronaldi che la sua lista civica ha una chiara connotazione o ricordare a Campani le tante divisioni del Pd sulla questione pirogassificatore; sono osservazioni a nostro modo di vedere legittime e sensate alle quali peraltro i candidati hanno risposto serenamente e senza alcun problema: se è vero che spesso i nostri rappresentanti pubblici hanno dei difetti, in altri casi sarebbe meglio che gli elettori prendessero esempio da loro”.
Infine la stilettata: “Un’ultima parola non possiamo non riservarla al grande assente della serata, Simone Simonini: per carità, non c’era nessun obbligo di partecipazione e rispettiamo la sua scelta; ciò che invece non possiamo accettare sono le accuse rivolteci a partire da quella davvero assurda secondo la quale lo avremmo costretto, con le nostre modalità, ad assumere una posizione che rispecchi le convinzioni aprioristiche di un certo mondo ambientalista e anti industrialista; al di là che è veramente fantasioso definire anti industrialisti i nostri membri – osserva Libellula -, molti dei quali lavorano in aziende industriali vorremmo tranquillizzarlo sul fatto che il buon Mazzei non aveva alcun strumento di tortura per costringerlo a fare alcunché, ma solo un innocuo microfono; da parte nostra siamo sinceramente dispiaciuti di non aver potuto ascoltare una voce che avrebbe potuto arricchire il dibattito con un punto di vista senz’altro diverso; pur non essendo la Libellula obbligata ad alcuna regola di par condicio, non essendo noi una emittente radio-televisiva, la sua voce avrebbe avuto lo stesso spazio riservato agli altri, come chi è venuto ha potuto verificare. Peccato, sarà per un’altra volta”.

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