Valle del Serchio, poliziotto di 29 anni si spara nel suo alloggio a Firenze e si toglie la vita: “Perdonatemi”

Una tragedia che sconvolge l’intera Valle del Serchio. Un giovane poliziotto originario della zona si è ucciso nel suo alloggio, sparandosi con la pistola di ordinanza. Una tragedia avvenuta alla periferia nord di Firenze nella notte. L’agente, che era in servizio al reparto mobile di Firenze, è Nazareno Giusti, un 29enne nato a Barga e che aveva vissuto nel comune di Coreglia, in valle del Serchio. Qui la notizia della sua drammatica morte si è diffusa fin dall’alba di stamani (5 aprile) suscitando sgomento e incredulità. Molto noto il giovane agente Nazareno Giusti, che era anche autori di libri e illustrazioni e appassionato di storia. Faceva parte come socio dell’Istituto storico lucchese di Barga, che è stato tra i primi ad esprimere ufficialmente il proprio cordoglio per la sua scomparsa.

Il giovane poliziotto e scrittore ha lasciato anche una lettera istraziante ai familiari e in particolare ai suoi genitori: “Perdonatemi”, avrebbe scritto prima di decidere che non c’era altra via d’uscita che la morte. Secondo quanto è stato finora ricostruito, il 29enne si è tolto la vita nel complesso il Maginificò, dove si trovano gli alloggi delle forze dell’ordine.
Sono in corso indagini per chiarire i contorni del drammatico gesto, anche se c’è incredulità negli stessi inquirenti e colleghi che non avrebbero notato alcun tipo di avvisaglia di quello che è accaduto. Il cadavere del giovane è stato trovato al quinto piano dell’edificio che è stato passato al setaccio dagli investigatori e dalla scientifica che stanno cercando di fare chiarezza sul dramma.
Il giovane era in procinto di sposarsi. A Firenze lavorava da poco tempo, dopo aver prestato servizio come poliziotto a Milano. Voleva riavvicinarsi alla sua terra, la Valle del Serchio, per stare vicino alla famiglia e alla sua compagna. La notizia del suo gesto ha gettato tutti nella più profonda disperazione.
Il suo amore per la storia e la cronaca prima ancora di tradursi in impegno e servizio in polizia, si era sviluppato con l’amore per il giornalismo e la scrittura. Giusti faceva parte dell’Istituto storico lucchese di Barga, che ora piange il suo socio e amico: “Con immenso dolore partecipiamo la scomparsa del nostro socio ed amico Nazareno Giusti”. Nessuno di loro riesce “a trovare dei perché”, resta solo “un immenso dolore, un’indicibile disperazione”. “Sconvolto e incredulo”, si è detto anche il parroco di Coreglia, Don Nando Ottaviani: “Riposa in pace Nazareno. Eri troppo giovane, troppo – si è sfogato su Facebook – Signore, mi chiedo il perché di tutto questo”. Messaggio di dolore anche dal sindaco di Pescaglia, Andrea Bonfanti: “È tutto il giorno, da quando ho appreso la notizia, che penso a Nazareno Giusti. In realtà non lo conoscevo bene – scrive Bonfanti -, ci eravamo incontrati solo tre o quattro volte quando io ero Presidente dell’Unione e lui era venuto da me per farmi vedere i suoi lavori/progetti anche in vista di collaborazioni future. Avevamo poi concluso un progetto insieme a sfondo storico, una cosa davvero ganza. Mi era sembrato da subito un ragazzo positivo, pieno di idee interessanti. Sono rimasto senza parole”.
Autore di alcuni libri sulle Br ma anche su cantautori di ultimo grido, l’agente aveva collaborato come giornalista e esperto di storia locale per alcuni quotidiani cartacei e online della provincia di Lucca, tra cui il Corriere di Lucca e lo Schermo, collaborando anche con la casa editrice Maria Pacini Fazzi. Aveva scritto un libro dal titolo Palatucci, una vita da riscoprire e nei suoi studi si era dedicato anche a Guido Rossa, Un operaio contro le Br, il titolo del libro a lui dedicato. Suoi anche Vita di Giovacchino Guareschi e Ligabue. Il ruggito. Tanti i progetti rimasti nel cassetto, volati via come i sogni in un drammatico istante. I suoi interessi spaziavano dalla storia, all’arte fino all’illustrazione e il mondo della cultura dell’intera Lucchesia è sotto choc per la sua imprevista e straziante scomparsa. Nessuno sa spiegarsi i motivi del drammatico gesto di Nazareno, nessuno che avesse intuito qualcosa né tanto meno potuto immaginare un così tragico epilogo per la sua giovanissima vita.
Fino alla fine aveva lavorato ai suoi progetti, continuando a prestare servizio in polizia. Soltanto due giorni fa era uscito sulla pagina web de L’Avvenire, con cui collaborava, un articolo sul beneventano Andrea Compatangelo che nella Russia della Rivoluzione riuscì a riunire intorno a se tanti irredenti a farli combattere contro i bolscevichi. Parla di questo l’ultimo post di Nazareno su Facebook. Un’ultima voce sul silenzio che si aperto da ieri sera.

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