Morto Dezzi Bardeschi, suo progetto per la Rocca

L’architetto e ingegnere Marco Dezzi Bardeschi, uno dei maggiori esponenti della scuola del restauro italiano, storico dell’architettura e delle città, è morto all’ospedale di Careggi a Firenze all’età di 84 anni. I funerali si terranno domani (6 novembre) alle 15, nella basilica fiorentina della Santissima Annunziata. Dezzi Bardeschi faceva parte del collegio docente del dottorato in tecnologie e management dei beni culturali di Lucca. A Castelnuovo Garfagnana era conosciuto per essere stato l’autore del progetto di riqualificazione della Rocca Ariostesca, progetto che vedrà presto l’avvio della sua importante e attesa realizzazione

“Con Marco Dezzi Bardeschi se ne va un cultore delle arti e del reasturo, inteso come scienza della conservazione secondo lo slogan di non sottrarre materia alla fabbrica, ma piuttosto di aggiungerne, con discrezione, per un dialogo a tutto campo tra le cose”. Con queste parole il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani, ha ricordato la figura dell’amico Marco – che è stato ingegnere e architetto italiano, direttore della rivista Ananke (cultura, storia e tecniche della conservazione per il progetto) e teorico del restauro architettonico – per esprimere alla famiglia affetto e vicinanza personale e di tutta l’assemblea legislativa.
Il presidente ha quindi ripercorso come in un flash la vita di Bardeschi: nato a Firenze (1934), ingegnere edile con Giovanni Michelucci, architetto con Piero Sanpaolesi, nella sua esperienza più che quarantennale nel settore della conservazione e dell’intervento di recupero del patrimonio costruito, prima a Firenze e poi a Milano, ha lasciato il segno come docente universitario e cultore delle aree disciplinari della progettazione architettonica e della conservazione.
“Grazie al professore architetto Marco per aver unito alla conservazione dell’esistente un misurato progetto del nuovo – ha continuato Giani – arrivando a regalarci in ogni opera una speciale microstoria, capace di raccontare i nostri giorni nel grande e progressivo palinsesto dell’opera d’architettura”.

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