Disabili e non autosufficienti, da Cisl grido di allarme

Una forbice che si allarga sempre di più, tra quanto è forte il bisogno di assistenza a disabili e anziani non autosufficienti e quanto effettivamente sfuggono le risposte nei servizi pubblici, sempre meno utilizzati. La denuncia, per voce del segretario generale Cisl Toscana Nord, Massimo Bani, è arrivata stamani (14 maggio) nel corso del convegno su Disabilità e non autosufficienza per un presente di inclusione, organizzato dalla Federazione pensionati Fnp Cisl Toscana Nord – Anteas Lucca con le Rls, rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza, di Castelnuovo Garfagnana, Piana di Lucca, Versilia Nord e Versilia Sud. Sala gremita al convento di San Francesco a Borgo a Mozzano con i lavori che si sono aperti con il saluto del sindaco, Patrizio Andreuccetti, di Massimo Santoni, segretario generale Fnp Toscana Nord e del governatore della locale Misericordia, Gabriele Brunini.

“Occorrono risposte – ha detto il segretario generale Cisl Toscana Nord Massimo Bani – e per ottenerle è necessario mettere a sistema tutto ciò che esiste in ambito socio-sanitario, volontari e strutture, con un’efficace integrazione pubblico-privato. Su Lucca abbiamo un problema serio sulle rsa, residenze per anziani. Sono i punti su cui, come sindacato, si sta concentrando il nostro massimo impegno”. E’ stato Renato Lorenzoni, presidente Anteas Lucca, associazione di volontariato e di promozione sociale con sedi in tutta Italia (sostenuta da Fnp Cisl) a fornire l’esempio reale più efficace. “Stiamo aiutando una persona di 48 anni che ha perso il lavoro e vive con 280 euro di pensione sociale. Ha grossi problemi di non autosufficienza ma non raggiunge il 100 per cento di invalidità e questo non gli consente di accedere agli aiuti previsti. E’ la ‘fascia buia’ che ha più bisogno”.
Le famiglie. Sono loro la chiave di volta, in termini di efficacia ma anche di contenimento di spesa pubblica – perchè anche con questo bisogna fare i conti – per assistere anziani e disabili. Non ha dubbi Gabriele Brunini, presidente della Misericordia di Borgo a Mozzano, così come Mauro Scotti, segretario generale Fnp Toscana. “In regione – ha detto Scotti – sono 130mila i non autosufficienti, di cui circa 35mila i gravissimi, con necessità di assistenza continua, e meno della metà di questi sono ricoverati nelle rsa. Vuol dire che quasi 20mila persone sono assistite in casa dai propri familiari che si accollano il problema in termini di tempo, responsabilità e spesa: in media, spendono circa mille euro al mese”.
Mille euro al mese che il fisco non vede neanche con il cannocchiale. “Di solito – ha sottolineato Francesca Ricci, segretario Usr Toscana e anche ricercatrici – sono soldi che vanno alle badanti, non dichiarati. Le famiglie non si rivolgono ai servizi pubblici, perché hanno meccanismi lenti e farraginosi, si organizzano in proprio. In più chi fa richiesta di accesso ai centri diurni si trova di fronte una varietà di costi di compartecipazione che disorienta: ogni zona distretto nel circuito regionale ha i suoi, diversi dagli altri, a seconda del contributo di ogni singolo Comune”. Altri numeri statistici, scaturiti da un’indagine mirata, danno il polso della situazione: su 100 situazioni di disagio e di forte necessità soltanto 42 concludono positivamente la presa in carico nel servizio socio sanitario. Tanti punti di domanda aperti, e due risposte che arrivano dalla tavola rotonda organizzata da Cisl Fp che si è tenuta stamani al convento San Francesco a Borgo a Mozzano. “Incrementare il fondo destinato a disabilità e non autosufficienza – ha sottolineato Scotti – andando ad aggiungere trasferimenti statali a quelli regionali, pari a 80-85 milioni. E poi il riconoscimento reale del ruolo della famiglia, che non può limitarsi alle 3-4 ore la settimana di assistenza domiciliare. E’ una goccia nel mare”.
A tirare amare conclusioni Loreno Coli, segretario nazionale Fnp Cisl: “Il problema è quello di un paese che non ha mai dedicato la giusta attenzione ad un tema che è segnale di civiltà”.

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