Dialisi a Barga, Usb: “Solo questione economica”

L’Unione Sindacale di Base (Usb), interviene sulla vicenda dello spostamento del reparto dialisi da Castelnuovo a Barga, esprimendo le proprie valutazioni e ponendo alcuni interrogativi.
“Ci sembra di capire – spiegano al sindacato – che lo spostamento, sia dovuto più a esigenze economiche e politiche per la ‘sopravvivenza’ di entrambi i presidi ospedalieri, che non al miglioramento del servizio”.

L’Usb mette poi in evidenza una contraddizione tra quanto sta accadendo in Valle del Serchio con il servizio dialisi e le scelte effettuate in questi anni dalla Regione: “Mentre si narrano le meraviglie degli ospedali monoblocco, come gli ultimi costruiti in Toscana, Lucca compresa, in questo caso si ritiene invece vantaggioso tenere separato in due blocchi il servizio ospedaliero per gli abitanti della Garfagnana e della Mediavalle. E questo su una distanza di 13 chilometri”.
Viene poi sottolineato un altro aspetto negativo della decisione adottata dai sindacalisti: “Lo spostamento al San Francesco di Barga, determinerà inevitabilmente un disagio per i pazienti che effettuavano la dialisi a Castelnuovo. E dato che ci viene spiegato che il trasferimento si è reso necessario per razionalizzare la spesa, domandiamo: è stata quantificata quella per il trasporto dei pazienti da un presidio all’altro? Noi riteniamo che sarà alta e che quindi, nella migliore delle ipotesi non ci sarà alcun risparmio, mentre nella peggiore e più verosimile, si realizzerà un aggravio di spesa”.
Oltre a questi, ci sono altri importanti interrogativi che, secondo l’Usb attendono risposte: “In primo luogo, se un dializzato dovesse essere trasportato al pronto soccorso ,quindi da Barga a Castelnuovo, sarebbe necessario far intervenire il 118. A questo proposito, sembra che il 118 per gli spostamenti interni, cioè da un presidio ospedaliero all’altro, per il momento, non dia risposte in tempi rapidi”.
“L’ospedale San Francesco di Barga ha 92 posti letto e sono presenti le seguenti attività:
punto nascita, ostetricia e ginecologia, pediatria, medicina generale, recupero e rieducazione funzionale, radiologia, centro trasfusionale e dialisi. Con questo tipo di servizi, è possibili garantire la presenza di un cardiologo 24 ore su 24?” domandano dal sindacato.
“Vorremmo capire – prosegue la rappresentante dei lavoratori – se questa figura è così centrale per il servizio in questione, come qualcuno afferma, o sia del tutto trascurabile. Dato che durante la dialisi può accadere che il paziente vada in arresto cardiaco e necessiti di rianimazione, è lecito domandare: nel caso in cui si verifichi una simile evenienza, è sufficiente l’intervento del medico che è in reparto o un caso del genere richiede la presenza dello specialista?”.
“A noi risulta – proseguono dall’Usb – che tra gli operatori ospedalieri ci sia preoccupazione per la reperibilità notturna, per non avere garanzia della presenza di un cardiologo. È paura dettata da ignoranza professionale o da competenza? Anche su questo crediamo sia dovuto al personale di assistenza un chiarimento”.
Sempre a proposito dell’ospedale di Barga, l’Unione sindacale di Base fa presente che al San Francesco non c’è il laboratorio, ma solo, Il Poct , Point of care testing, uno strumento per fare gli esami. L’Università degli studi di Roma Tor Vergata ha messo in evidenza che il progresso tecnologico ha reso questa tecnologia più affidabile, ma restano rischi legati all’impiego di personale non sufficientemente addestrato, all’inadeguata supervisione, alla mancanza di accreditamento dei Poct e all’assenza di schemi per il controllo di qualità e l’inappropriata interpretazione dei dati. In nessun caso il Poct – sempre secondo l’università, riferiscono i sindacalisti del settore sanitario – va scambiato per un equivalente del laboratorio centrale, ma sempre e solo come un suo supplemento e, nei casi in cui ci si basa sui risultati ottenuti in un Poct per assumere decisioni clinicamente critiche, è opportuno prevedere un passaggio di verifica da parte del laboratorio”.
“È pur vero – specifica l’Usb – che questo studio è del 2009, ma esistono pubblicazioni più recenti che hanno la stessa attendibilità. A questo proposito ,vorremmo sapere quali riferimenti ha preso in considerazione la ex Usl 2 o Usl nord ovest Toscana”.
“Per introdurre un ultimo elemento di discussione – continuano dall’Usb – vogliamo citare il protocollo dell’Unità operativa nefrologia e dialisi dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, documento nel quale è scritto: “Ogni paziente ha diritto di essere trattato in una struttura adeguata, sia dal punto di vista tecnologico, professionale, alberghiero. Nel caso di pazienti ad alto rischio di complicazioni, dovranno essere presenti i servizi indispensabili a procedure di urgenza ed emergenza. Barga ha questo impianto? Si è tenuta presente un’eventualità del genere?”.
“Alla luce di tutti questi interrogativi – concludono all’Usb – vorremmo capire su cosa hanno ragionato i politici che hanno concepito questa nuova organizzazione che, comprendendo un territorio molto ampio, assume notevole importanza. E, non ultimo, vorremmo sapere: sono state valutate le esigenze dei pazienti? Quanto hanno inciso su questo progetto? C’è una figura istituzionale adeguata e autorevole a cui possano rivolgersi per far valere le loro esigenze e i loro diritti? Cosa hanno da dire su questa questione i sindaci della Valle e in particolare il sindaco di Castelnuovo, Andrea Tagliasacchi?”.

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