Kme, il pulper tra le soluzioni per trovare energia

La Kme di Fornaci di Barga è a caccia di energia da reinvestire nell’azienda e non si tratta di una metafora. Il primo nodo da sciogliere per il futuro della Kme e dei suoi lavoratori, alla luce di un buon andamento in termini di fatturato, è la questione dell’approvvigionamento energetico.

La Kme ha bisogno di trovare fonti di energia a basso costo, mantenendo un ciclo di lavorazione che fa leva sui forni elettrici. Al vaglio da parte dell’azienda vi sarebbe, tra le altre, anche la possibilità di utilizzare attraverso un procedimento che rispetti parametri ambientali molto stringenti, il pulper di cartiera, l’energia idroelettrica o altre forme di energia rinnovabile come la geotermia. Sul piatto quindi, tre ipotesi, a fronte di una crescita di fatturato e spiragli positivi dal punto di vista occupazionale.
Su questo nodo si gioca il futuro dello stabilimento di Barga, come è emerso questa mattina 28 luglio durante un incontro tra l’amministratore delegato della Kme Claudio Pinassi, il direttore di stabilimento Michele Manfredi e la commissione capigruppo del consiglio comunale di Barga. “Dal punto di vista occupazionale e del futuro sviluppo dell’azienda – ha detto il sindaco Marco Bonini -, i due dirigenti hanno confermato quanto già spiegato in Provincia la scorsa settimana, ovvero che il fatturato sta andando oltre quelle che erano le speranza e che ci sono spiragli positivi dal punto di vista occupazionale, ma è necessario che l’azienda trovi nuove fonti energetiche per fare fronte al fabbisogno crescente essendo aumentate le commesse”. Ad adoperarsi proprio perché questo incontro si svolgesse è stato il sindaco Bonini, che aggiunge: “Da parte dell’azienda si sono impegnati a lavorare nella ricerca di queste nuove fonti energetiche a porte aperte ovvero senza segreti e rispettando i protocolli ambientali 2018, ma soprattutto fin da subito quelli 2022”.
“Al momento – continua il primo cittadino di Barga – l’azienda per fare fronte al fabbisogno energetico sta vagliando varie strade: da un lato c’è un’idea di sfruttare l’energia idroelettrica, dall’altro c’è l’ipotesi di utilizzare, attraverso una centralina che costruirebbe la Kme, la trasformazione del pulper di cartiera oltre ad altre ipotesi come quella geotermica. Cosa importate è che ci è stato garantito che non è previsto di modificare i parametri in termini di emissioni qualunque strada venga presa, quindi mantenendo l’impatto ambientale così come lo conosciamo oggi. Inoltre, da parte di Kme, c’è la disponibilità a lavorare nella massima trasparenza alla ricerca di una soluzione energetica”. Quindi per il momento sono varie strade al vaglio, certo è che l’utilizzo del pulper di cartiera con processi che non incidano sulle emissioni, nella Mediavalle del Serchio, permetterebbe di chiudere un ciclo produttivo, sfruttando i virtuosismi di un’economia circolare che oggi sembra essere uno dei metodi ritenuti migliori per uscire dalla crisi.
Di tutto questo si tornerà a parlare la prossima settimana quando il sindaco Marco Bonini incontrerà il comitato Libellula. (g.m.)

 

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