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Unioni dei Comuni, inizia il dibattito per aggiornare la legge regionale 68

Più risorse e professionalità, incentivi per spingere i Comuni ad associarsi

Si è tenuta questa mattina (21 settembre) l’audizione delle Unioni dei Comuni della Provincia di Arezzo da parte delle commissioni affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd) e aree interne, presieduta da Marco Niccolai (Pd), riunite in seduta congiunta.

“Comincia oggi un percorso di audizioni delle Unione dei comuni costituite in Toscana, in merito agli esercizi associati e alle loro funzioni –  dichiara il presidente Bugliani, che ha guidato i lavori di questa mattina. A dieci anni dalla legge regionale 68 del 2011 (Norme sul sistema delle autonomie locali), per impulso della consigliera Elisa Tozzi (Lega) – come spiega lo stesso Bugliani, e per la coincidente iniziativa della commissione per la promozione delle Aree interne – abbiamo stabilito di svolgere un lavoro congiunto. Presto definiremo il calendario dei successivi incontri”.

Sono stati sentiti Eleonora Ducci, presidente dell’Unione dei Comuni montani del Casentino, che comprende Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Talla (Eleonora Ducci è sindaco di Talla), e Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò e presidente dell’Unione dei Comuni del Pratomagno, Castelfranco Piandiscò, Castiglion Fibocchi e Loro Ciuffenna. Non è stato invece possibile, per problemi tecnici, effettuare il collegamento con il presidente dell’Unione montana dei Comuni della Valtiberina Toscana (che compende Anghiari, Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, Sansepolcro, Sestino), il sindaco di Sestino, Franco Dori.

“Abbiamo valutato l’opportunità di sviluppare questo percorso in modo congiunto – dice Marco Niccolai –. Emerge come lo strumento dell’Unione dei Comuni sia fondamentale sul governo di questi territori. Diventa uno strumento fondamentale anche per l’esercizio di alcune funzioni delegate da parte della Regione e rispetto all’esercizio di una serie di funzioni fondamentali di spettanza dei Comuni. Vari colleghi in consiglio comunale, così come vari sindaci ci hanno proposto la necessità di interventi di aggiornamento delle legge 68. Anche per questo auspichiamo arrivino spunti utili da questo confronto”.

“Il luogo dove concretizzare la gestione associata dei servizi per produrre economie di scala ed efficienza non può che essere l’Unione dei Comuni, dopo che la moda e il tempo delle fusioni dei Comuni si sono affievoliti – osserva il consigliere Cristiano Benucci (Pd)”.

Posizione condivisa da Luciana Bartolini (Lega): “Siamo sempre stati a difesa delle autonomie territoriali, però parlando di piccoli Comuni, magari in territori di montagna, bisogna trovare un equilibrio per l’utilizzazione delle risorse. Il ruolo dei sindaci è spesso veramente gravoso”.

L’Unione del Casentino e quella della Valtiberina toscana riveste un ruolo pilota nella strategia nazionale per le aree interne, ricorda Eleonora Ducci: “Il tema fondamentale – spiega la presidente – riguarda il fondo unico collegato alla delega delle foreste, che vede in prospettiva una sensibile riduzione delle risorse: sostenta anche tutta una serie di funzioni strutturali dell’Unione dei Comuni. Dunque, la riflessione che si impone è se vogliamo investire, sostenere e credere nell’ente Unione, oppure vogliamo drenare le risorse regionali e ce ne laviamo le mani, lasciando tutto in mano alla buona volontà o alla forza dei singoli Comuni. Non credo che questa sia la volontà della Regione. Sulla legge 68 andrebbe fatta una revisione generale, con particolare attenzione alle funzioni incentivate. Ducci pensa a dar vita a un ufficio di pianificazione territoriale e al rapporto con i Comuni che restano fuori dalle Unioni.

“La prima questione da inquadrare è quella legislativa – conferma Enzo Cacioli -. La problematica delle Unioni nasce anche da una interferenza tra le funzioni attribuite dalla legge 68 e la legge nazionale Delrio, con i processi che ne sono conseguiti e la modifica delle funzioni delle Province. La questione fondamentale di carattere istituzionale e di forte disagio per la sopravvivenza delle Unioni riguarda la presenza dei segretari generali. La figura del segretario generale non è prevista dalla normativa, si devono attivare i segretari dei singoli Comuni, ma non sono previsti compensi. Bisogna agire subito, la situazione di stallo determinata dalle vicende istituzionali è insostenibile. Mi auguro che il Consiglio regionale possa prendere un’iniziativa all’unanimità”

Sul versante delle risorse: “Per la bonifica e la difesa del suolo, c’è carenza di finanziamenti volti ad attivare la progettazione degli interventi, serve un intervento forte della Regione. Protezione civile: è utile la promozione di centri intercomunali e comunali”.

C’è bisogno di una spinta di carattere politico – dichiara Mario Puppa (Pd) – Dovremo riuscire a far lavorare insieme i Comuni, costringerli in qualche modo a entrare in una logica di lavoro comune e mantenere di buono ciò che è stato fatto. Dobbiamo restituire a questi enti una funzione politica, che si è dispersa nel tempo, capacità di programmazione, visione del territorio”. Secondo Cristiano Benucci, “le Unioni costituiscono ambiti ottimali, sono invece da scongiurare geometrie variabili, per le quali Comuni entrano ed escono a piacimento dalle Unioni, con il risultato che si perdono anni per il riassetto. Bisogna individuare strumenti che incentivino la permanenza dei Comuni nelle Unioni”.

“Si era detto che la Giunta regionale avrebbe dato una mano per poter risolvere la problematica delle professionalità –  aggiunge Luciana Bartolini (Lega) -. Per quanto riguarda la protezione civile, giusto strutturarla in maniera corretta in territori che sono spesso zone ad alto rischio, soggette a gravi fenomeni atmosferici, terremoti”

Per il capogruppo del Partito Democratico, Vincenzo Ceccarelli, “ci sono scelte politiche da compiere, necessarie e non troppo rinviabili. Occorre superare il corto circuito tra i vari livelli istituzionali, servono strategie e politiche su area più vasta rispetto al piccolo Comune. Credo che le Unioni dei Comuni possano essere lo strumento giusto. A noi il compito di vedere come possiamo incidere per renderle maggiormente efficaci e assicurare appropriatezza di risorse e professionalità. Al termine di questo ciclo di audizioni saremo chiamati a fare queste scelte”.

“Dalle Unioni passano alcune funzioni fondamentali. Siamo di fronte a un tema trasversale che deve essere il più possibile condiviso tra tutte le forze presenti in consiglio per sostenere chi ha deciso di aderire la sfida lanciata dalla Regione più di dieci anni fa – dice Massimiliano Pescini (Pd) – Penso si debba mantenere anche il cospicuo fondo stanziato per le fusioni e dotarlo per dare forza amministrativa alle Unioni dei Comuni. Ci sono problemi di democrazia interna e di partecipazione che si superano allargando la condivisione delle decisioni: anche la composizione interna delle giunte e dei consigli delle Unioni dovranno essere oggetto della nostra riflessione”.

“Le modalità di organizzazione dei territori rispetto alla programmazione e alla gestione delle funzioni è tema cruciale ancor più in questa fase di ricaduta delle risorse del Pnrr, che devono produrre effetti sostanziali sui territori – osserva Gianni Anselmi (Pd) – Giusto incentivare le Unioni dei Comuni e disincentivare chi non ci sta”.

Il presidente della commissione aree interne Marco Niccolai ricorda ai commissari che “sono state raddoppiate le risorse inserite nella variazione di bilancio destinate al fondo di rotazione per la progettazione previsto dall’articolo 93 della legge 68, si passa quest’anno da 500mila euro a un milione di euro: “Un obiettivo avevamo chiesto come commissione aree interne e che avevamo raggiunto. Penso che la Regione debba ulteriormente incrementare le misure per la progettazione. C’è inoltre un’altra buon notizia, che arriva dal ogverno: nel decreto infrastrutture recentemente approvato sono previsti 123milioni di euro per il sostegno alla progettazione dei Comuni ricompresi in aree interne: attendiamo di conoscere le decisioni attuative del ministero. Da queste audizioni  si rafforza la consapevolezza che le Unioni dei Comuni sono uno strumento importante per il governo di questi territori, utile e da migliorare. Ora si tratta di comprendere come rafforzarlo con modalità incentivanti per chi si aggrega e disincentivanti per chi decide di starne fuori”.

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