Tpl, il Consiglio di Stato dà ragione alla Toscana

La sentenza potrebbe sbloccare una situazione di incertezza che si protraeva da anni

La crisi del trasporto pubblico locale potrebbe essere arrivata ad un punto di svolta. Il Consiglio di Stato ha infatti giudicato legittimo l’operato della Regione Toscana che ha affidato il trasporto regionale su gomma ad un’unica società. La sentenza del Consiglio di Stato sull’assegnazione del trasporto pubblico locale apre la via alla Regione Toscana per la stipula del contratto di trasporto pubblico locale con Autolinee toscane che si era aggiudicata la gara per tutta la Toscana.

Il Consiglio di Stato ha infatti respinto tutti gli appelli proposti da Mobit Scarl – l’altra azienda, composta dagli attuali gestori, che aveva partecipato alla gara – e confermato la legittimità della condotta dell’amministrazione regionale. La sentenza ha detto anzitutto che è legittimo il lotto unico regionale, ovvero una gara per il trasporto locale in tutta la Toscana da assegnare in blocco. Era stato contestato da Mobit perché, a suo dire, solo una società strutturata avrebbe potuto partecipare ad un lotto unico, con una restrizione dunque alla concorrenza. È invece legittimo – spiegano i giudici – perché si tratta di una materia su cui la scelta della Regione è discrezionale e gli atti di gara sono comunque stati a suo tempo visionati dall’Autorità garante per la concorrenza di mercato che aveva segnalato solo alcune modifiche da apportare immediatamente recepite dalla Regione.

La sentenza del Consiglio di Stato chiarisce anche in via definitiva che è legittima in base al regolamento comunitario 1370 del 2007 la partecipazione di Ratp al cui gruppo fa capo Autolinee Toscane. Quanto alla richiesta della Regione, a tutti e due i concorrenti, di presentare un secondo piano economico e finanziario per superare i vizi iniziali messi in evidenza dal Tar e che i documenti di ambedue contenevano, anche su questo il Consiglio di Stato si è pronunciato positivamente.

Dopo la sentenza del tribunale amministrativo, Mobit aveva chiesto di buttare all’aria l’intera gara ma i Pef – spiega il Consiglio di Stato – sono documenti giustificativi, che non alterano l’offerta economica: semplicemente spiegano perché sta in piedi. L’offerta rimane quella iniziale e dunque non c’era bisogno di bandire una nuova gara.

La cronistoria. La prima aggiudicazione provvisoria del servizio di trasporto pubblico locale ad Autolinee Toscane risale al 2016. La lettera di invito ai soggetti che avevano manifestato interesse era stata a novembre 2014: il bando era scaduto a luglio 2015 e due erano state le offerte pervenute, quella di Mobit e quella di Autolinee Toscane. Mobit ricorre al Tar, che si pronuncia la prima volta nello stesso anno facendo salvi gli atti di gara della Regione ma annullando la precedente aggiudicazione. La Regione richiede ai due concorrenti di ripresentare i due Pef ritenuti viziati. Mobit il 12 gennaio 2017 impugna davanti al Tar anche questa decisione e il Tar lo stesso anno respinge il ricorso. Il 29 maggio 2017 il Consiglio di Stato, in seguito all’appello proposto dalle parti, rimette alla Corte di Giustizia europea alcune questioni interpretative legate alla partecipazione del gruppo francese Ratp alla gara. La Corte si pronuncia due anni dopo, con la sentenza del 21 marzo 2019. Nel frattempo la Regione aveva proceduto alla seconda aggiudicazione provvisoria ad Autolinee Toscane a marzo 2017 e a quella definitiva nel maggio 2019, dopo appunto l’intervento della Corte europea di giustizia. Il lungo periodo intercorso nel mezzo è stata appunto la conseguenza del contenzioso giudiziario ingaggiato dai due partecipanti alla gara.

Il contratto ponte e le novità. Nonostante il blocco giudiziario, la Regione ha scelto comunque di non stare ferma e dal 1 gennaio 2018 è entrato in vigore un contratto di servizio ponte che ha consentito di anticipare alcuni degli effetti positivi della gara, come l’acquisto ed entrata in servizio di quattrocento nuovi bus. Con la firma del nuovo contratto ne arriveranno adesso oltre duemila ancora. La gara partita nel 2015 vale complessivamente circa 3 miliardi di euro tra le risorse messe dalla Regione Toscana e i 430 milioni aggiunti dagli enti locali. A questi vanno aggiunti i ricavi da biglietti ed abbonamenti venduti. Grazie a 190 milioni sarà rinnovato del 70 per cento il parco bus. Saranno installate anche paline intelligenti, ci sarà la possibilità di pianificare il viaggio tramite app o dal web e sono previsti pure bus attrezzati per il trasporto delle bici. Ad 81,5 milioni ammontano le risorse messe ancora a disposizione dalla Regione per il lavoro e il sostegno all’occupazione, in base all’accordo con i sindacati del 2013.

 

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