Graziani (Pd) chiede ”un assessorato socio-sanitario unico e politiche abitative più coraggiose”
La candidata al consiglio regionale all’incontro con Confcooperative: “Basta parlare di emergenze, si inizino a costruire soluzioni”
“Liste d’attesa opache, famiglie sospese nei rimpalli tra sociale e sanitario, comunità che rischiano di svuotarsi per mancanza di case popolari”. Sono questi i nodi che, secondo Anna Graziani, candidata Pd al consiglio regionale della Toscana nel collegio provinciale di Lucca, richiedono una svolta decisa nelle politiche pubbliche.
Ieri (24 settembre) Graziani, insieme ad altre candidate e altri candidati del Pd, ha incontrato a Lucca i vertici di Confcooperative Toscana nord, ribadendo la necessità di affrontare con coraggio alcune delle criticità più sentite dai cittadini: “Un assessorato socio-sanitario unico aiuterebbe a superare tante difficoltà di comunicazione tra servizi sociali e sanitari. Le liste d’attesa devono essere rese pubbliche per trasparenza, e senza una politica abitativa seria rischiamo di perdere intere comunità. Edilizia residenziale pubblica e rigenerazione urbana sono temi non più rinviabili. Obiettivi raggiungibili solo con la coprogettazione e la coprogrammazione con gli enti”, ha detto.
“La priorità è integrare i servizi e mettere in campo strumenti che consentano a istituzioni e Terzo settore di costruire soluzioni insieme di lunga prospettiva. È tempo di smettere di parlare di emergenze e iniziare a costruire soluzioni”, ha aggiunto dopo l’incontro, ringraziando Confcooperative per il confronto aperto e stimolante.
“Senza un piano di politiche abitative serio – ha sottolineato Graziani – si rischia di compromettere la coesione sociale e lo sviluppo dei territori. Dobbiamo invece puntare a città capaci di trattenere famiglie, giovani e anziani: in questo gli strumenti urbanistici, il governo del territorio, possono essere preziosi alleati per responsabilizzare chi investe a restituire qualcosa alla comunità”.
Dice ancora Graziani: “La co-programmazione deve essere metodo stabile di lavoro tra istituzioni e Terzo settore e un’attenzione forte deve essere riservata alla non autosufficienza, alle politiche giovanili e all’inclusione socio-lavorativa”.
“Occorre un approccio che metta al centro trasparenza, integrazione e coprogettazione – conclude Graziani – con l’obiettivo di trasformare le fragilità in opportunità e rafforzare il patto di solidarietà che tiene insieme le persone”.


