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Politica
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Progetti gender nelle scuole della Lucchesia, Family Day Toscana: “No all’ideologia in aula”

2 luglio 2025 | 20:43
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Progetti gender nelle scuole della Lucchesia, Family Day Toscana: “No all’ideologia in aula”

L’associazione: “Invitiano istituzioni pubbliche, assessori e dirigenti scolastici, a rendere operativo lo strumento del consenso informato”

L’Associazione Family Day denuncia la pericolosità del progetto Alla Pari – Comunità insieme verso il gender mainstreaming approvato dalla Regione Toscana con il quale sono stati stanziati circa 600mila euro di soldi pubblici per corsi gender nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia di Lucca a partire dalla stessa scuola per l’infanzia.

Queste le scuole coinvolte: gli istituti comprensivi Lucca Quinto e Ungaretti per il capoluogo e quello Montecarlo sempre rimanendo nella Piana; Camaiore 1 in Versilia e quelli di Borgo a Mozzano e Gallicano per la Valle del Serchio. Per le secondarie di secondo grado, invece, a Lucca hanno aderito classi del liceo di scienze umane Paladini e del professionale Civitali (entrambi parte dell’Isi Machiavelli), lo scientifico Vallisneri e l’Isi Pertini. In Versilia l’Isi Marconi di Viareggio e in Garfagnana l’Isi di Barga e Castelnuovo Garfagnana.

Il progetto prevede già nel 2025 il coinvolgimento dei comuni di Lucca, San Romano in Garfagnana e Villa Collemandina. Nel 2026 di Capannori, Massarosa e Camaiore e, infine, nel 2027 i comuni di Barga e Coreglia Antelminelli e la Provincia di Lucca.

Circa 600 gli studenti coinvolti nel progetto attraverso laboratori che, tra le altre cose, prevedono per gli alunni delle scuole dell’infanzia “la caccia di mostruosi stereotipi e pregiudizi” – dice il Family Day Toscana per bocca dell’avvocato Arduino Aldo Ciappi – nonché, più in generale laboratori per monitorare gli stereotipi di genere sui media, l’elaborazione di un glossario ad hoc, video, libri,  flash-mob performance teatrali, eccetera, con il supporto di diverse associazioni territoriali”.

“Questo progetto,  secondo le parole dell’assessore regionale all’istruzione e alle pari opportunità, Alessandra Nardini, avrà lo scopo di “destrutturare stereotipi”, “decostruire ruoli tradizionali” e “promuovere la parità attraverso il gender mainstreaming per sconfiggere il patriarcato” . A fronte di tali affermazioni l’associazione Family Day denuncia lo spirito ideologico di questo progetto. Con il pretesto della parità di genere le nuove generazioni vengono indottrinate sin dalla più tenera secondo una visione della persona e dell’identità sessuale fluida (gender), dove ogni riferimento al dato biologico e naturale è considerato discriminatorio, così scavalcando apertamente i  genitori a cui spetta prioritariamente il diritto-dovere di educare i propri figli su temi così delicati. A questo riguardo, la stessa carriera alias, cioè l’apertura di un profilo burocratico che sostituisce all’interno dell’istituto scolastico il nome anagrafico con quello di elezione e di sesso opposto, rientra a pieno titolo in questa impostazione gender mainstreaminge si è diffusa anche nella provincia di Lucca (essempio liceo scientifico Vallisneri di Lucca). Tale pratica è palesemente illegale tenuto conto che non rientra tra le competenze di un istituto scolastico configurare un profilo anagrafico diverso da quello iscritto nel Registro di stato civile presso il Comune di appartenenza”.

“L’associazione Family Day è, inoltre, fermamente convinta che l’insistenza sul patriarcato (concetto sociologicamente ritenuto inappropriato, quantomeno nelle società occidentali) alimenti, ulteriormente – prosegue l’associazione – la conflittualità nel rapporto tra i sessi e mini ogni tentativo di ricostruzione di quella alleanza tra l’uomo e la donna di cui questa generazione ha estremo bisogno, preferendo invece offrire una visione della figura maschile intrinsecamente violenta e sopraffattrice. Per tutto quanto sopra esposto, l’associazione Family Day richiama l’applicazione dell’istituto del consenso informato sui temi sensibili che deve essere preventivamente richiesto alle famiglie degli studenti coinvolti in tali progetti e rilasciato in forma scritta. Tale istituto è stato reso obbligatorio nella scuola con nota Miur, protocollo Aoodgsip 4321 del 6 liglio 2015 ed è oggetto di un più articolato disegno di legge, attualmente in discussione in parlamento, a tutela del diritto-dovere di educazione dei figli da parte dei genitori, in particolare su tematiche relative alla sessualità”.

“Il progetto Alla Pari ha contenuti sensibili che ricadono nella disciplina della citata nota Miur e pertanto, l’associazione Family day invita tutte le istituzioni  pubbliche – gli assessori all’istruzione e i dirigenti scolastici – ad adoperarsi – conclude la nota – nell’ambito delle rispettive competenze, affinché lo strumento del consenso informato sia reso operativo.La scuola pubblica deve ritornare ad essere un luogo dell’apprendimento e della formazione culturale e non, piuttosto, volano di ideologie divisive e, non di rado, prive di fondamenti scientifici che disorientano gli alunni minorenni facilmente plasmabili della cui formazione, per legge, sono responsabili in primo luogo i genitori”.