Allestiti i seggi per il referendum: urne aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15
Il voto sarà valido se si presenterà alle urne il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Lo scrutinio verrà comunque effettuato
Al voto per i referendum.
Sono iniziate oggi le operazioni preliminari per gli allestimenti dei seggi anche in provincia di Lucca. Si può votare domani (8 giugno) dalle 7 del mattino alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Subito dopo arriveranno i dati sull’affluenza, decisiva dell’esito del voto: il referendum, infatti, sarà valido se voterà il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Lo scrutinio verrà comunque effettuato, anche in caso di mancato raggiungumento del quorum.
Ecco i quesiti referendari.
1 – Stop ai licenziamenti illegittimi
Il primo dei quattro referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento dichiarato illegittimo.
2 – Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese
Il secondo riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione. Obiettivo è innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia la/il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.
3 – Riduzione del lavoro precario
Il terzo punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato. In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo.
4 – Più sicurezza sul lavoro
Il quarto interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Si modificano le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Si cambiano le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
5 – Più integrazione con la cittadinanza italiana
Il quinto referendum abrogativo propone di dimezzare da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Nel dettaglio si va a modificare l’articolo 9 della legge 91/1992 con cui si è innalzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. Il referendum sulla cittadinanza Italiana non va a modificare gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.