Toscana 2030 contro Sistema Ambiente: “No all’uso di investigatori privati per monitorare i lavoratori”
Secondo il gruppo di Domenico Capezzoli questo metodo costituirebbe una violazione dello statuto dei lavori se non concertato con i sindacati
Toscana 2030 all’attacco di Sistema Ambiente per l’uso di investigatori privati finalizzato al monitoraggio dei lavoratori. Secondo il presidente di Toscana 2030, Domenico Capezzoli, la decisione dell’azienda di ricorrere a controlli esterni rappresenterebbe una violazione dell’articolo 7 dello statuto dei lavoratori (legge 300/1970), che vieta l’utilizzo di impianti audiovisivi o altri sistemi di controllo a distanza senza un accordo con le rappresentanze sindacali o l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro.
Capezzoli sostiene: “Sistema Ambiente ha aggirato la legge sostituendo gli impianti tecnologici con investigatori in carne e ossa, ma il principio rimane lo stesso: un controllo occulto e vessatorio sui lavoratori, privo del coinvolgimento delle rappresentanze sindacali”. Secondo il presidente di Toscana 2030 questa scelta rappresenta “un attacco alla dignità del lavoro” e rischia di minare la fiducia reciproca in azienda. “Non è solo illegittima, ma profondamente umiliante. Invece di affrontare eventuali criticità con trasparenza e dialogo, Sistema Ambiente ha preferito trasformare il posto di lavoro in un set di spionaggio, minando la fiducia e creando un clima da Grande Fratello.”
Toscana 2030 chiede dunque a Sistema Ambiente di cessare immediatamente l’utilizzo di investigatori privati per il controllo dei dipendenti, di aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per discutere eventuali problemi e di garantire la trasparenza su qualsiasi futuro sistema di monitoraggio, che dovrà essere concordato con i lavoratori e i loro rappresentanti. Capezzoli conclude affermando che, qualora l’azienda non dovesse fare marcia indietro, Toscana 2030 sosterrà ogni azione legale e di protesta necessaria per difendere la dignità dei lavoratori.