Progetto Futuro: “Terme chiuse da tre anni, serve un’amministrazione più coraggiosa”

Scatta l'interrogazione del gruppo di opposizione: "Non possiamo permetterci una chiusura ancora prolungata di un settore trainante"

Terme ancora chiuse a Bagni di Lucca, scatta l’interpellanza di Progetto Futuro a firma dei consiglieri Laura Lucchesi, Massimo Betti e Claudio Gemignani.

Le terme Jean Varraud sono chiuse dal 9 gennaio 2020 – esordiscono i consiglieri di opposizione -. Dal 2017 al 2021 sono stati fatti appena tre bandi (con concessione fino al 2037) andati deserti, e 4 proroghe all’ultimo gestore. L’ultimo bando scadeva il 1 marzo 2021 e l’ultima proroga il 30 giugno 2022. Il 4 marzo scadeva anche l’unica manifestazione di interesse svolta, con ben 5 partecipazioni, 2 da fuori provincia e 3 con imprese e cordate di imprese locali; manifestazione di interesse andata a vuoto perché l’importante questione non è stata seguita con l’attenzione che meritava (gli imprenditori, se validi, vanno seguiti, curati e ascoltati nelle loro richieste). In seguito a questo, circa 30 persone hanno perso il lavoro diretto (di questo fatto si è occupato anche il sindacato Cisl), più danni e perdite economiche sul poderoso circuito di economie indirette e posti di lavoro. In uno degli ultimi consigli comunali è stata effettuata la promessa che entro novembre 2022 sarebbe stato fatto un Consiglio apposito sulle terme, ad oggi senza niente di fatto. Il contenzioso in corso tra ultimo gestore e Comune era, come previsto senza molti sforzi, un ulteriore ostacolo. Uno stato di sempre maggior degrado esterno ed interno affligge gli stabilimenti termali stando chiusi”.

Reputiamo che Bagni di Lucca abbia bisogno di un’amministrazione più coraggiosa – proseguono -, che oltre ai soldi pensi, proponga e realizzi valide idee. Il bando doveva già essere pubblicato almeno sei mesi prima della scadenza contrattuale, cioè nell’estate 2018, e che le proroghe per mancanza di iniziativa, studio del settore e coraggio ha portato danni ai dipendenti, ai turisti, alla cittadinanza, all’indotto diretto e indiretto, agli stabilimenti, all’immagine. Anche il Prefetto si è espresso su questa questione dicendo che ‘seguirà il passaggio di consegne per la gestione delle Terme in modo da garantire i posti di lavoro’. Ad oggi anche se non la più ottimale, è sempre possibile una gestione diretta del Comune, magari coinvolgendo imprenditoria locale in una società pubblico-privata. Non possiamo permetterci una chiusura ancora prolungata di un settore trainante, di immagine, di storia di rilancio per il nostro comune. Ad oggi si rileva una completa carenza a livello strategico e imprenditoriale nella capacità di trovare investitori (si vedano i bandi deserti, le cordate di imprenditori andate disperse dopo la manifestazione di interesse, il silenzio assordante attuale)”.

“Il Comune deve creare e cercare le giuste condizioni per agevolare gli investimenti: l’imprenditore, chiunque esso sia, che investe sul territorio non va considerato come un nemico e guardato come un marziano, o come un limone da spremere, ma come un’opportunità – sottolineano i consiglieri di Progetto Futuro -. La nostra storia, la storia del nostro paese deve puntare sempre più sul welness mettendo la persona al centro dell’attenzione, come richiedono gli studi più recenti. Anche l’acqua della Cova, quella che va dispersa in fiume, potrebbe creare facilmente una zona a fruizione libera in fiume, come avviene in molti altri comuni termali, rivalorizzando così quel tratto di torrente Lima e la passerella ‘Pardini’. Bagni di Lucca era già famosa e frequentata nell’800 e ‘900 per i bagni fluviali, antesignani delle spiagge marine. Verrebbe quindi automatico anche il recupero di Villa Fiori, magari creando legami con altre terme presenti in Italia. Mai come ora il Comune di Bagni di Lucca necessita di un rilancio, vista la forte crisi di ogni settore economico. E il nostro settore più naturale e spontaneo è quello turistico e ricettivo. Occorre anche immediatamente riaprire l’ufficio informazioni, che un paese turistico come il nostro non può assolutamente permettersi di avere chiuso. Sottolineiamo che nemmeno in periodo bellico abbiamo avuto le Terme chiuse“.

I consiglieri, nel dettaglio, chiedono al sindaco e alla giunta “di sapere a che punto sia il contenzioso aperto con l’ex gestore; a che punto sono e se esistono eventuali trattative con imprenditori e investitori, se esiste un impegno continuo per ricercarli e coinvolgerli; se ci sono manifestazioni di interesse e a che punto sia, comunque, la questione terme; se non sia il caso di ricostituire, con almeno un membro indicato da ogni gruppo e che sia un consigliere, la commissione consiliare Terme, per tenere il Consiglio informato costantemente su una questione così importante per le sorti del nostro paese”.

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