Istruzione e aree interne, Niccolai: “Dal governo serve più flessibilità nella formazione delle classi”

Il consigliere regionale: "Di pari passo serve un intervento sugli organici, anche in termini di continuità"

“Il diritto all’istruzione è di tutti e deve essere riconosciuto in ogni parte della Toscana”. Così le commissioni regionali presiedute da Cristina Giachi e Marco Niccolai, entrambi del Pd, riunite in seduta congiunta per affrontare il nodo delle problematiche scolastiche e degli istituti comprensivi a partire dalle aree interne, montane o cosiddette disagiate, stanno lavorando a una mozione bipartisan da portare al voto del prossimo Consiglio regionale.

Sul tavolo, dare risposte a cittadine, cittadini e alle amministrazioni locali. Ecco perché nell’atto di indirizzo confluiranno richieste specifiche a Regione, nei limiti delle competenze previste dalla normativa, e Ministero.

“Tutti i livelli istituzionali – ha spiegato la presidente Giachi – devono assicurare maggior coordinamento e garantire ai sindaci la necessaria interlocuzione per organizzare i servizi sul territorio. Al Governo chiediamo anche di farsi carico di tutti i diritti di chi risiede nei piccoli Comuni a cominciare proprio dall’istruzione. Il tema è complesso e va affrontato nel suo insieme senza però ridurlo ad una guerra tra poveri. C’è un’esigenza del comparto e di organizzazione delle risorse che è comune alle piccole e alle grandi città. Il servizio nel suo insieme va organizzato in maniera efficiente stabilendo un principio chiaro: consentire l’abitabilità delle aree interne è una priorità istituzionale e comprende tutta l’offerta dei servizi, scuola, trasporti, sanità”.

“La questione ci viene posta con forza da vari sindaci che si vedono costretti a rivolgersi alla Regione, senza che questa abbia competenze formali in materia e ne ha dato conferma anche l’assessore Alessandra Nardini presente alla seduta – ha aggiunto Niccolai -. Nel corso della discussione sono emerse una serie di proposte che saranno una priorità della nostra agenda istituzionale. Continueremo a confrontarci anche sui criteri con cui viene stabilito il dimensionamento degli istituti e sul potenziamento di una serie di servizi accessori, ma fondamentali come il trasporto pubblico. La continuità della didattica è elemento essenziale e viaggia di pari passo con la qualità dell’offerta educativa. In questo senso la strategia nazionale per le aree interne potrà darci una mano. I nodi da affrontare sono molti, dall’organizzazione alle dotazioni per le singole scuole fino al numero del personale. Un intervento del governo è quindi essenziale anche perché in un momento in cui il calo demografico è costante, non possiamo permetterci di finanziare nuova edilizia scolastica se poi gli istituti vengono chiusi perché non rispondono ai criteri minimi per la formazione delle classi fissati per legge”.

“Occorre dunque che venga modificata la normativa nazionale introducendo maggiore flessibilità nella formazione delle classi viste le previsioni sul calo demografico, altrimenti interi territori rischiano di essere desertificati dal punto di vista dell’offerta scolastica – conclude Niccolai -. Di pari passo serve un intervento sugli organici, anche in termini di continuità: in questo senso il disegno di legge presentato dal Governo sulla montagna può rappresentare una prima risposta, anche se non sufficiente. Il confronto con Anci e con l’Unione delle Province è stato molto utile. Utilizzeremo le prerogative che ci sono proprie come Consiglio regionale affinché non ci ritroviamo ogni anno con queste problematiche da affrontare nelle aree interne”.

 

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