Fascismo e comunismo sono uguali? La riflessione di Patrizio Andreuccetti

Il sindaco di Borgo a Mozzano interviene a seguito delle polemiche sulla giornata del ricordo
Polemiche sulla giornata del ricordo a Borgo a Mozzano, sull’argomento interviene il sindaco Patrizio Andreuccetti con una lunga riflessione
Fascismo e Comunismo sono uguali?
“Nella giornata del ricordo, nel bel mezzo di polemiche ideologiche che imperversano anche sul nostro territorio, credo sia giusto fare qualche riflessione in proposito. La prendo larga, scusandomi in anticipo se sarò sintetico e brutale. Il fascismo, o nazi-fascismo, o fascismi (se vogliamo utilizzare un termine che racchiuda i principali, tra cui annoveriamo l’italiano, il tedesco e lo spagnolo) pone le sue radici preminenti nel nazionalismo ottocentesco, nel romanticismo e/o neo romanticismo pantedesco per la Germania, nel Risorgimento per l’Italia, tanto è vero che gli storici mettono ormai concordi il fascismo tra le eredità del Risorgimento. Pare superfluo, ma vale la pena specificarlo, che né il romanticismo/neo romanticismo tedesco né il Risorgimento italiano espressero unicamente quei valori poi ripresi dai fascismi, ma parte di essi sì. Per approfondire i temi suggerisco la lettura di due testi: La nazionalizzazione delle masse, di George Mosse, e Sublime madre nostra, la nazione italiana dal Risorgimento al Fascismo, di Alberto Mario Banti”.
“Per l’affermazione di entrambi i fascismi fu determinante la Grande Guerra; la sconfitta per i tedeschi, la vittoria mutilata per l’Italia, con il trattato di Versailles a fare da perno per l’insoddisfazione di entrambi i paesi. In Italia la situazione precipitò in pochi anni mentre per la Germania fu necessaria la disastrosa debacle economica della Repubblica di Weimar acuitasi dopo la crisi mondiale del 1929. Prima fu Mussolini ad ispirare Hitler, poi ‘l’allievo superò il maestro’, diventando la Germania guida dell’alleanza, tanto da far condividere in Italia le leggi razziali, base ideologica di stato di quella ‘soluzione finale’ che avrebbe portato alla morte nei campi di concentramento di milioni di persone, tra ebrei, avversari politici, esseri umani considerati diversi, etnie che si riteneva di dover eliminare”.
“I fascismi erano dittature, l’ideologia nazionalista, estremizzata con odio etnico, razziale, e di ogni forma di diversità, fu una delle peggiori espressioni umane della storia, senza se e senza ma. A volte si sente dire: ‘ma i fascismi fecero anche cose buone’. Certo, ogni governo fa anche cose buone, ma se anche avessero fatto più cose buone che cattive (e non fu certo il caso dei fascismi), erano sbagliati a priori, perché impedivano e reprimevano la libertà di espressione di chi la pensava diversamente. Il comunismo prende corpo dall’ideologica marxista, principalmente dai testi Il Capitale e Il manifesto del Partito Comunista, quest’ultimo scritto da Karl Marx insieme a Friedrich Engels. Al nazionalismo Marx contrappone l’internazionalismo. L’idea marxista di fondo è che il proletariato, una volta presa piena coscienza di classe (infatti si parla anche di sottoproletariato, cioè di quella fase in cui il proletariato, o parte di esso, deve prendere coscienza di sé), deve compiere la rivoluzione socialista rovesciando con la forza lo stato borghese. Dopo la rivoluzione, tramite la nazionalizzazione di ogni mezzo di produzione, deve instaurarsi la dittatura del proletariato, la quale, attraverso la fase del socialismo, porterà poi alla costruzione del comunismo e l’abolizione dello stato”.
“Il marxismo divenne marxismo-leninismo con la Rivoluzione russa del 1917, dove avvenne effettivamente la statalizzazione dei mezzi di produzione e la costruzione del socialismo reale. L’esperienza russa produsse effetti di imitazione in tutto il mondo, anche in Italia, dove nel così detto biennio rosso (1918- 1920) furono messi in atto tentativi di rivoluzione socialista. Il propagarsi dell’ideologia comunista proseguì prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale. In Urss i nemici politici (ma non solo, anche i ‘diversi’), coloro che venivano considerati oppositori della rivoluzione, spesso ad uso e consumo di guerre di potere interne, iniziarono ad essere deportati e uccisi in campi di lavoro, i così detti Gulag, già creati sul finire dell’esperienza di Lenin e divenuti sistematici con Stalin. Lì, negli anni, morirono milioni di persone. L’eliminazione degli avversari politici, o presunti tali, fu una prerogativa di tutti i regimi comunisti, da Mao Zedong a Pol Pot, così come sistematica fu l’utilizzo della forza da parte dell’Urss per reprimere ogni dissenso nei paesi orbitanti al di là delle cortina di ferro del muro di Berlino (bastino come citazione i casi di Praga e Ungheria)”.
“Domanda, alla fine di questa breve e ipersintetica esposizione: fascismo e comunismo sono stati entrambi dittature sanguinarie, repressive dei diritti e delle libertà umane? Si, ma con alcune distinzioni. La collocazione durante la Seconda guerra mondiale ne ha indirizzato i destini, ma anche il ruolo svolto affinché il mondo prendesse una strada. Se a vincere il conflitto fosse stato l’Asse, avremmo molto probabilmente avuto un globo dominato da dittature al soldo di Hitler (se lo immagina Robert Harris in Fatherland, da leggere), e ciò fu evitato anche grazie al ruolo svolto dall’Unione Sovietica nell’alleanza con le democrazie occidentali, fondamentale per sconfiggere il disegno nazista. Credo inoltre che il ruolo svolto dai partiti comunisti in occidente abbia contribuito non poco ai diritti dei lavoratori, quindi verso una giustizia sociale che partisse dal basso. Chi il comunismo non lo aveva vissuto sul proprio territorio, ma solo sognato in teoria, è stato per anni animato dall’utopia, morta però con la scoperta definitiva di quanto accadeva nei regimi comunisti ed infine con la conclusione del ‘secolo breve’ con la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’Urss”.
“La caduta delle ideologie, l’affermazione quindi di un Occidente autenticamente democratico, dovrebbe portarci alla conclusione che le ideologie dittatoriali, di destra o di sinistra, sono superate dalla storia, quindi da condannare, da respingere come male assoluto. E’ così difficile? Seguendo il dibattito sulla giornata del ricordo pare di sì. Da una parte c’è chi utilizza questa giornata per attaccare comunisti e partigiani, in difesa di un nazionalismo fascista più o meno palesato. Dall’altra vi è chi giustifica i crimini delle foibe come risposta alle efferatezze fasciste in Jugoslavia e come giusta espressione della lotta di liberazione dell’Italia. Come uscirne? Io credo che ogni componente politica dovrebbe fare un salto di qualità. Utilizzare le foibe per affermare o difendere riferimenti ideologici al fascismo è totalmente fuori luogo: sia perché i crimini delle foibe non erano rivolti solo a fascisti, sia perché non vi è alcun episodio o ragione perché nel 2020 l’ideologia fascista sia difesa e rilanciata (anche in forme mascherate che ne prendono in prestito feticci e riferimenti). Giustificare le foibe per difendere l’azione del comunista Tito è sbagliato per due motivi: il tentativo di pulizia etnica attuato dagli slavi non può essere minimamente giustificato come reazione alla guerra; difendere il comunismo nel 2020 è totalmente anacronistico”.
“Ciò che però è totalmente inaccettabile è il tentativo di utilizzare le foibe per equiparare fascisti e partigiani, per dire che entrambi erano uguali. Questo non fu e nessuno mai potrà affermarlo. I primi difendevano una dittatura, i secondi furono fondamentali per portarci alla Repubblica e alla Democrazia, ovvero a quella Costituzione alla base dell’odierna civiltà, che pur con tutti i difetti e le contraddizioni ci fa vivere in libertà, pace e verso la possibilità di ottenere giustizia sociale. Sarebbe bello, e profondamente democratico, che tutte le parti politiche partecipassero congiuntamente a momenti come La Giornata della memoria e La giornata del ricordo con lo spirito di chi commemora vittime di fatti e di ideologie sconfitte dalla storia, fatti e ideologie da non ripetere mai più”.
“Tantissimi come me che nella propria formazione hanno anche il marxismo – conclude -, si pongono oggi in posizione di assoluta condanna verso quello che fu il socialismo reale, e credono fermamente nell’ideale della democrazia e dell’Europa dei diritti umani. Chi non lo ha ancora fatto, nel campo del centrosinistra, sarebbe auspicabile lo facesse (lo chiede la storia). Chi, invece, da destra, e sono crescenti, sono tentati da un recupero del fascismo, dovrebbero ammettere che tale ideologia è quanto di peggio creato nella storia dell’umanità e che come tale deve essere respinta nelle fogne della storia”.