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Elezioni Emilia, Andreuccetti: “La politica del fare prevale sul populismo”

27 gennaio 2020 | 15:05
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Elezioni Emilia, Andreuccetti: “La politica del fare prevale sul populismo”

Il sindaco di Borgo: “La vittoria di Bonaccini non un è punto di arrivo, ma di partenza. Il centrosinistra dia più spazio agli amministratori anche in campo nazionale”.

“Ci sono momenti nella storia in cui è importante resistere, ed in Emilia il centrosinistra ha resistito. Insieme alla resistenza poi, bisogna saper iniziare la ricostruzione“. È questo il commento del sindaco di Borgo a Mozzano Patrizio Andreuccetti in merito alle elezioni regionali in Emilia Romagna

“La vittoria di Bonaccini è questo – prosegue -: resistenza, non un punto di arrivo ma di partenza, anche in ottica nazionale. Ha vinto un ottimo amministratore uscente, che ha saputo guidare una Regione con servizi pubblici su standard europei, una tradizione politica che nonostante tutto ancora resiste, un insieme di valori ed una capacità organizzativa adeguata. Bonaccini, anche il Pd (che stravince a Bibbiano), le sardine, sono stati interpreti di una politica che ha saputo trovare la giusta misura tra un utilizzo corretto dei social ed una piazza propositiva, che al contatto umano ritrovato ha abbinato la capacità di parlare di progetti, di buona politica e di buon governo”.

“Quanto ha inciso il fatto che ad essere candidato fosse un presidente uscente? Tanto, certamente. Quando le persone vedono da vicino la qualità di un amministratore, ne sentono sulla pelle la positività dei provvedimenti, e’ la politica del fare, della giustizia sociale, che prevale su populismi, semplicismo di pancia e qualunquismo (cosa che invece non è accaduta in Calabria, senza amministratori uscenti in campo e con una compagine oggettivamente meno competitiva). Verrebbe quindi da concludere con la solita storia: il Pd vince molto tra gli amministratori perché i cittadini scelgono la persona, quando invece si tratta di idee per il paese scelgono la destra”.

“I sondaggi e le europee ci hanno detto questo – prosegue Andreuccetti nella sua analisi -, ma l’Emilia qualche domanda sul perché questo accade, ed anche qualche risposta, penso possa fornirla. C’è una parte liquida di elettorato che negli anni più che i partiti ha scelto la persona, ed è una parte sempre più consistente. Sarà che il problema non sono solo le idee che i partiti propongono, ma che ad essere inadeguate (o parzialmente tali) siano le persone che le interpretano e comunicano? (Che Salvini sappia comunicare è innegabile, al di là del giudizio su cosa comunica). Quella dell’Emilia era stata caricata come una partita nazionale, ed alla fine, sia pur con tutte le condizioni sopra ricordate (certo da non sottovalutare), Bonaccini ha sconfitto Salvini (della Borgonzoni si ricorda solo la maglietta di Bibbiano e il sorriso, la voce non la ricorda nessuno, le idee nemmeno)”.

“Se il centrosinistra – conclude -, ora con dentro le sardine nella forma che sceglieranno di prendere, desse più spazio agli amministratori anche in campo nazionale, favorendo un ricambio di classe dirigente, io credo che progressivamente cambierebbero in meglio anche la politica del fare, l’appeal elettorale, la capacità di coinvolgere con testa e cuore tante persone che oggi seguono Salvini. L’Emilia ci fa respirare, ma la strada è ancora lunga e guai a sottovalutare il leghista. Ora pancia a terra per la Toscana, senza dare niente per scontato“.