Se è vero che l’unico modo decente per comprendere Pier Paolo Pasolini è leggerlo, come diceva il suo nemico amatissimo Franco Fortini, ieri sera (16 settembre) al Teatro dei Differenti di Barga, questo obiettivo è stato pienamente centrato con lo spettacolo Digiuni d’amore.

L’attore Marco Brinzi, con la sua consueta sensibilità interpretativa, insieme allo storico dell’arte Luigi Ficacci nei panni di un ideale primo spettatore, sono riusciti nel difficile intento di restituire al pubblico presente in sala, una delicata e quanto mai complessa operazione di teatro nel teatro, costruito su un bel dialogo intellettuale.

Un recital poetico di letture tratte da Scritti Corsari e  Le ceneri di Gramsci tra cui il poema d’apertura L’Appennino apparso per la prima volta nel 1952 sulla rivista  Paragone – Letteratura nel quale coesistono sentimento umano e geografia culturale, sensibilità pascoliana ed urbanizzazione come dramma intimo.

Un percorso di immagini e parole costruite con la consapevolezza che la dimensione poetica di Pasolini a cento anni dalla sua nascita,  ha lo stesso immutato valore civile e profetico con cui è ancora possibile interpretare il presente.

Digiuni d’amore è uno spettacolo realizzato grazie al patrocinio della presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con i musei civici barghigiani, la Provincia di Lucca e al Festival Musei del Sorriso in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.

Veronica Bernardini