La Libellula: “Il piro non sarebbe stato una tutela per l’occupazione della Valle”

Il gruppo di difesa ambientale: "Adesso si valutino alternative per piani di rilancio reali e consoni al contesto locale"

Dopo il no al progetto del pirogassificatore Kme a Fornaci di Barga da parte della conferenza dei servizi, sull’argomento interviene anche il movimento La Libellula, che ‘esulta’ per la notizia dopo mesi e mesi di battaglia con migliaia di cittadini scesi in piazza nella manifestazione del 13 ottobre 2018.

Pirogassificatore Kme, la conferenza dei servizi della Regione dice no al progetto

“Con il ‘preavviso di diniego’ espresso dalla Regione Toscana nei confronti del progetto Kme siamo giunti ad una tappa importante del nostro cammino – le prime parole del movimento per l’ambiente -. Cammino che sarà ancora molto lungo, come è naturale che sia, riguardando di fatto il futuro di una Valle intera per decine e decine di anni ancora. Il nostro primo pensiero va ai lavoratori, che mai abbiamo considerato antagonisti e verso cui abbiamo la più grande solidarietà. Di una cosa siamo convinti: il pirogassificatore non sarebbe stato una tutela per l’occupazione della Valle. Crediamo che i lavoratori meritino qualcosa di più. Rinnoviamo pertanto la nostra disponibilità verso l’azienda intesa nel suo complesso (direzione, lavoratori, forze sindacali) a sederci insieme ad un tavolo per valutare alternative che possano rappresentare piani di rilancio reali e consoni al contesto locale. La prosperità di un’azienda che sia in sintonia con la comunità, le peculiarità ambientali e paesaggistiche che la ospita è la cosa che più ci renderebbe felici”.

“Tanti sono quelli a cui vogliamo indirizzare oggi il nostro più sentito ringraziamento – proseguono -, veramente tanti. I professionisti che ci hanno aiutato, i comitati che hanno condiviso con noi questo percorso, quelle, tra le amministrazioni locali, che si sono impegnate e si sono esposte ‘mettendoci la faccia’. E soprattutto le migliaia di partecipanti alla manifestazione del 13 ottobre 2018 ed i quasi 9000 firmatari della petizione consegnata in Regione. In tanti ci avete supportato, aiutato (moralmente, fisicamente ed anche economicamente) e questo è qualcosa che resterà”.

“L’importanza del momento attuale esula completamente dalla contrapposizione semplicistica del ‘noi contro di loro’ o, peggio ancora dei ‘vincitori e vinti’, anzi, semmai ci suggerisce una strada diversa da quella percorsa fino ad oggi – continua la Libellula -. Una strada che, prima di soffermarsi in tecnicismi e dissertazioni scientifiche ed accademiche di qualsiasi natura come ne abbiamo viste in questi anni (chimica, sanitaria, ambientale, idrogeologica, urbanistica, normativa) forse dovrebbe tornare ad essere, come espresso a suo modo anche dall’inchiesta pubblica di ieri sera (10 luglio), squisitamente politica. Politica nel senso platonico del termine, ossia riferita alla ‘polis’, alla comunità appunto, chiamata in causa e non esclusa dai processi decisionali che la riguardano”.

“Il primo insegnamento che questa vicenda ci dona, comunque vada, è quello di tornare a percepirci appunto come comunità, in cui i tre contesti amministrativo (le istituzioni), culturale (i cittadini) ed economico (gli imprenditori), ognuno con le proprie qualità peculiari, concorrano a perseguire il bene comune in condivisione e trasparenza. Le persone che vivono nella nostra Valle non sono numeri. ‘Fanno numero’, ma non sono numeri. Questo è sempre più evidente. E’ ora sotto gli occhi di tutti. Dovremo sforzarci ancora molto – concludono -, ma crediamo che oggi si sia presa la direzione giusta per tradurre nei fatti quelle parole, come ricordiamo spesso, che il Pascoli lasciò incise sulla pietra del nostro duomo: piccolo il mio, grande il nostro“.

Ieri sera, come ricordato dalla Libellula, si è svolta l’audizione finale dell’inchiesta pubblica sul pirogassificatore Kme. Il presidente Giovanni Iacopetti ha illustrato illustrato la relazione finale sui lavori svolti e il giudizio sui risultati emersi in collaborazione con i commissari, l’ingegner Giancarlo Fruttuoso per Kme e Massimo Stevanin per coloro che si oppongono al progetto. Tra i temi discussi quello della tutela ambientale e della non compatibilità dell’impianto con il settore agricolo, agrituristico e dell’apicoltura. La società ha risposto ribadendo che progetto è fattibile e energicamente autosufficiente.

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