Protesta alla Lucart: operai restano in “mutande” davanti all’azienda

La dimostrazione di alcuni lavoratori per chiedere l'apertura degli spogliatoi e un confronto sulla modifica dei turni di lavoro

Si sono tolti gli abiti in strada e hanno indossato la tuta di lavoro. E’ stata questa la inconsueta protesta di alcuni lavoratori della Lucart di Diecimo all’entrata del turno pomeridiano.

Gli operai protestano – sostenuti dai sindacati – “contro i continui rinvii dell’apertura degli spogliatoi dovuti al ritardo dei lavori di ristrutturazione, che li costringono a recarsi al lavoro già indossando gli abiti di lavoro e soprattutto a tornare a casa dopo 8 ore di duro lavoro, con ancora indosso gli stessi indumenti sporchi e senza potersi fare nemmeno una doccia, hanno deciso di non accettare più questa indecente condizione. Pertanto si sono recati al lavoro indossando i propri indumenti e prima di accedere allo stabilimento, in strada, se li sono tolti e hanno indossato le tute di lavoro recandosi poi al loro posto di lavoro”.

“L’iniziativa supportata e assistita dalla Rsu aziendale ha voluto in questo modo denunciare una situazione non più accettabile e spingere ulteriormente l’azienda a farsi carico, in modo reale, del problema – si spiega -. Inoltre la protesta ha avuto anche un altra motivazione. Quella legata al disagio, anche economico, che una gestione unilaterale dell’azienda sulla modifica dei turni di lavoro per ottenere accessi diferenziati allo stabilimento, pur motivata dall’esigenze di ridurre le posibilità di contagio da covid 19, non tenendo conto delle proposte avanzate dalla RSU, che avrebbero portato ad ottenere le stesse condizioni di sicurezza anti contagio, ha creato a molti lavoratori che si recano al lavoro con i trasporti pubblici. Infatti la nuova organizzazione dei turni non consente più a molti di loro di poterne usufruire. Conseguenze? Maggior rischio di infortuni in itinere, maggior uso dell’auto individuale uguale più inquinamento, e infine per l’appunto più costi per i lavoratori”.

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