Sfumature sempre più “green” per il turismo nella valle del Serchio foto

Negli ultimi anni il turismo nel mondo sta cambiando faccia. Le istanze ambientaliste che smuovono il dibattito sul futuro del nostro pianeta vengono abbracciate da sempre più persone. I richiami contro l’inquinamento e per la salvaguardia dell’ecosistema hanno avuto adesioni plebiscitarie anche nelle realtà locali e un numero sempre maggiore di turisti affronta vacanze sostenibili per preservare nel proprio piccolo gli equilibri del mondo. L’Italia, insieme a Francia, Spagna, Usa e Cina è una delle mete favorite dai viaggiatori internazionali e la Toscana dopo il Veneto è la regione con il più alto numero di presenze annue (nel 2018 secondo i dati ENIT vi sono transitati infatti oltre 47 milioni di visitatori). Anche nella provincia di Lucca e nella media valle del Serchio la domanda turistica è sempre maggiore e proprio per questo gli attori principali attivi nel mercato stanno cercando di sviluppare alternative volte a favorire armonicamente questo enorme flusso di persone nel territorio (già nel 2017 la provincia di Lucca aveva sfondato il milione di presenze).

Il turismo sostenibile della Toscana e della valle del Serchio in particolare potrebbe essere sintetizzato con alcune semplici parole chiave quali filiera corta, plastic free e fonti d’energia rinnovabili. Questi sono anche alcuni dei leit motiv più importanti propagandati dagli attivisti per l’ambiente le cui fila vanno di anno in anno ad accrescersi grazie anche alle recenti campagne di sensibilizzazione, come la giornata mondiale della Terra che in tutta Italia lo scorso 22 aprile ha visto migliaia di manifestanti scendere in piazza a difesa del pianeta grazie anche all’arrivo nel Belpaese di Greta Thurnberg, la teenager svedese ormai celebre paladina della lotta al global warming. Raccolte d’erbe, escursioni a dorso d’asino, Safari notturni ed esperienze gastronomiche accompagnate da visite turistiche nelle aziende del territorio sono alcune delle proposte del progetto ViviMed che in collaborazione con il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) sta cercando di proporre alternative per l’entroterra dell’area mediterranea.

Attraverso la valorizzazione delle tradizioni locali si sta cercando di mettere in luce le realtà più periferiche attraverso il recupero e la rivitalizzazione delle esperienze contadine e artigianali. Il Ciocco Tenuta e Parco di Ciocco a Barga è una delle aziende che più di tutte si sta muovendo – e con successo – in questa direzione proponendo quel giusto mix di natura, cultura, gastronomia, storia e avventura capace di “stimolare gli appetiti” che caratterizzano il nuovo turismo green. Un resort esclusivo immerso in un parco naturale di oltre 700 ettari che nel 2018 ha vinto il premio della Green Accommodation Italia, il riconoscimento organizzato dalla GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) per le eccellenze che si sono distinte nel turismo sostenibile e responsabile. Tra i migliori resort del Belpaese quest’azienda di lunga tradizione (fu fondata nel 1961) accoglie chi agogna un’esperienza lontana dal turismo di massa a contatto con la natura e le tradizioni bucoliche dell’entroterra lucchese nell’appennino toscano.

La via Francigena e i numerosi percorsi di trekking suggestivi che si snodano nella valle per oltre 80km rappresentano un patrimonio da far conoscere e sponsorizzare sempre di più per un turismo alternativo di nicchia attento al rispetto del territorio che sappia apprezzare i panorami da cartolina tra fonti, mulini, cave di marmo e laghi svuotati. Encomiabile il lavoro negli ultimi anni del Suvereto Trekking e di altre associazioni come l’Asd Nordic Walking che insieme ad numerosi volontari si sono prodigate nel rendere fruibili questi splendidi tracciati immersi nella natura. Questa nuova attitudine green si è registrata anche a livello comunale visto che nella valle i comuni di Bagni di Lucca, Pescaglia e Borgo a Mozzano sono stati tra i più solerti nell’attuare i piani regionali ratificati lo scorso 25 giugno per il divieto dell’uso e della commercializzazione della plastica monouso nelle aree protette ma anche in occasione di fiere, feste e sagre, un ottimo modo per dimostrare l’attenzione verso il patrimonio ambientale del territorio nell’ottica della preservazione, sviluppo e promozione del turismo nella Mediavalle.

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