Crocifisso a scuola, infiamma polemica su mozione

Nei giorni scorsi i consiglieri comunali Claudio Gemignani e Lara Lucchesi della lista di centrodestra Un futuro per Bagni di Lucca hanno protocollato una mozione, che dovrà essere discussa nel prossimo consiglio comunale. Con quel testo, si chiede all’amministrazione comunale di impegnarsi “ad apporre nell’aula consiliare, e nelle scuole ove mancante, il crocifisso”, dato che “è un simbolo della religione cristiana e il cristianesimo è innegabilmente parte della storia, del pensiero e della tradizione italiana”, ed anche “simbolo universale dei valori di libertà, uguaglianza, tolleranza e rispetto della persona”. La presentazione della mozione ha scatenato i frequentatori della pagina Facebook del consigliere Gemignani, stando almeno a quanto afferma un nostro lettore, Paolo Simoncini, residente a Bagni di Lucca: “Gli annunci a mezzo internet di questo tipo di iniziative, suonano come un invito ai propri followers a scatenarsi nei commenti – dice – Non a caso il risultato ottenuto è che i toni hanno assunto immediatamente un carattere inaccettabile, avvicinandosi in modo preoccupante alla soglia del razzismo. Addirittura alcuni sono arrivati ad auspicare la cacciata da scuola di un bambino di differente religione che “se non si adegua” deve tornare “in silenzio” a casa propria. Manco a dirlo, quel commento ha raccolto il maggior numero di “mi piace”, compresi quelli di Gemignani e Lucchesi”.

“Il commento – prosegue Simoncini – è stato poi rimosso da Gemignani, ma dopo dodici ore, e solo a seguito delle mie numerose segnalazioni e sollecitazioni. A questo punto chiedo a Gemignani: a cosa pensa che portino le crociate per l’affermazione della supremazia culturale della religione cattolica? La risposta io ce l’ho: portano ad alimentare la spirale dell’intolleranza, che poi poi purtroppo arriva fino ai cancelli delle nostre scuole. Peraltro non mi pare che la chiesa di Papa Francesco vada nella direzione indicata da questo consigliere comunale”.
“Come cittadino di Bagni di Lucca – conclude Simoncini – mi indigna che ad ospitare questi contenuti inappropriati sia la pagina facebook di un consigliere che di mestiere fa l’insegnante di religione in una scuola elementare”.
Sulla questione interviene anche Rino Capasso, dei Cobas scuola, che però si concentra su un altro aspetto: “Il Comune – afferma il sindacalista – non ha competenza rispetto alle scuole, se non per quanto riguarda l’edilizia scolastica della scuola dell’infanzia e della primaria. Su ciò che si fa in classe, o che bisogna tenere in classe, non ha alcuna competenza. Riguardo al tema in questione, non c’è nessun obbligo di tenere il crocifisso nelle classi, perché la normativa a cui si fa riferimento nella mozione – in particolare il Regio decreto 965/1924 – prevedeva il crocifisso semplicemente come uno degli arredi della scuola elementare (e non delle scuole medie e superiori). Bisogna ricordare che i regi decreti 965/1924 e 1297/1928 erano in linea con lo Statuto Albertino, che prevedeva la religione cattolica come religione ufficiale dello Stato, mentre invece la Costituzione, oltre ad aver abrogato implicitamente quelle disposizioni, si ispira a principi di laicità”. “Con il nuovo concordato tra Stato e Chiesa – conclude Capasso -“la religione cattolica non è più prevista come religione ufficiale dello Stato italiano, e quindi non c’è più alcuna motivazione a sostegno dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche”.

Massimiliano Piagentini

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