Coreglia, ultimi giorni con la mostra d’arte foto

Arte ancora protagonista a Coreglia: prosegue con successo il secondo appuntamento artistico al restaurato palazzo Il Forte, che l’anno scorso ha ospitato la rassegna Confronti contemporanei. La mostra si chiama Alternativi Percorsi, curata da Gianfalco Masini ed organizzata dall’assessorato alla cultura. Dodici artisti chiamati a raccontare e raccontarsi, ciascuno con le proprie forme e i propri colori. Come un poliedro con dodici facce questa mostra rotola e vive, si accende con la peculiarità di ogni sua faccia si unisce in un grande lancio di dadi, l’arte. A ormai due giorni dalla chiusura, ecco la presentazione degli ultimi quattro artisti protagonisti della rassegna di Coreglia.

 

Lorenzo D’Angiolo. È nato a Seravezza nel 1939, ha studiato all’accademia delle Belle Arti di Carrara, dove ha insegnato discipline pittoriche dal 1965 al 1975. Si è trasferito a Lucca dove ha insegnato la stessa materia fino al 1990 nel locale liceo artistico. Ha iniziato la carriera di pittore agli inizi degli anni sessanta. Dalle ultime mostre ricordiamo: mostra personale alle cisterne romane del palazzo dei Duchi D’Acquaviva di Atri Teramo dal 7 al 21 settembre 2013; la mostra collettiva a palazzo Panichi di Pietrasanta I luoghi del sogno e del cuore del 2014; nel 2015 la mostra collettiva di pittori toscani galleria La Pigna di Roma; Gli artisti dell’acqua a Villa Borbone di Viareggio del 2015; Death-stati di libero arbitrio, mostra collettiva a palazzo Guinigi nel 2016; L’anima delle cose, 5 artisti versiliesi al palazzo Mediceo di Seravezza nel 2015; fino alla mostra personale Nag Gallery a Pietrasanta dal 3 al 28 febbraio 2019.
Giuliano Censini. Nasce a Sinalunga nel 1951, vive ed opera a Torrita di Siena. Dopo essersi diplomato all’istituto d’arte Piero della Francesca di Arezzo, frequenta i corsi della facoltà di architettura dell’università degli studi di Firenze e consegue l’abilitazione per l’insegnamento di discipline artistiche e storia dell’arte. Censini inizia a dipingere fin da giovanissimo: le prime mostre e i primi concorsi risalgono infatti alla fine degli anni ’60 quando, non ancora ventenne, allestisce la sua prima mostra personale. Dal 1973 al 2010 è docente di design e progettazione all’oreficeria agli istituti d’arte di Macerata e, per oltre trent’anni, all’istituto d’arte Piero della Francesca di Arezzo. Dal 1975 al 1977 frequenta, sotto la guida del maestro Remo Brindisi, i corsi di disegno all’accademia di belle arti di Macerata e, da quegli anni, inizia a partecipare attivamente alla vita artistica italiana esponendo in mostre personali, collettive e rassegne. Gli anni ’80 e ’90 sono caratterizzati da svariati soggiorni-studio nelle principali capitali europee dove ha avuto la possibilità di studiare e approfondire le varie correnti artistiche. Grazie a queste esperienze, Censini è riuscito ad arricchire la sua tavolozza, maturando nuove espressioni artistiche, tecniche combinando e contaminando così la sua arte con nuove conoscenze. Fin dagli anni ’90 la sua pittura è tesa ad esaltare, in un intimo percorso, i segni di quella terra Toscana ricca di umori e di luce presenti nel rincorrersi delle colline e delle stagioni in un dialogo proiettato a celebrare il ritmo del tempo dove l’uomo, con la sia storia e la sua quotidianità, idealizza il suo domani. Le sue opere sono quindi lo spaccato di un momento, una finestra immaginaria che si apre sulla quotidianità della vita. Nel corso degli anni, Censini, oltre ad aver progettato varie opere pubbliche, sia di carattere pittorico che scultoreo, collocate in contesti civili e religiosi, ha esposto in numerose mostre collettive e rassegne sia in Italia che all’estero. Grazie alla partecipazione ai numerosi concorsi di pittura, sia a livello nazionale che internazionale, ha conseguito molti consensi e significativi riconoscimenti. Le sue opere si trovano esposte in musei, enti e amministrazioni pubbliche, in collezioni provate non solo in Italia e in Europa, ma anche negli Usa e in altri continenti.
Gesine Arps. Nasce ad Hannover, in Germania, il 3 novembre 1964 come seconda figlia di Helmut Arps e Helha Arps. Frequenta la scuola sperimentale Glockseeschule nella sua città natale. Stimolata da sua madre ad intraprendere un percorso artistico, inizia ad esporre giovanissima in diverse collettive a Hannover. A venti anni lascia la terra natia per trasferirsi ad Urbino, dove termina gli studi artistici alla sezione ceramica dell’accademia Raffaello con il professor Paolo Sgarzini. Nel 1990 incontra lo stilista Piero Guidi, per il quale inventa il disegno della serie Magie Circus. Durante il soggiorno italiano non mancano le occasioni espositive anche all’estero, mentre si susseguono, a ritmo incalzante, gli appuntamenti artistici italiani. È in questo periodo, dal 1994, che l’artista amplia la sue ricerca artistica, non più solo dedicata alla pittura, ma sperimentando differenti mezzi e forme artistiche, inventando anche con performance ed installazioni dei più inconsueti materiali. Nel 1990 conosce suo marito, l’architetto Alessandro Campilongo. Si sposano nel 2007 e vivono con i loro due figli nelle Marche. Dal 2010 lavora con la galleria Selective Art di Parigi, oggi Mizen Fine Art, ed espone in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private.
Roberta Bianchi. Nasce il 21 settembre 1989 a Viareggio, dove tutt’ora vive e lavora. La passione per la fotografia riesce a suscitare curiosità già a partire dall’infanzia quando vi si avvicina per eredità paterna. Parte come un gioco, un gioco senza tempo che con il passare degli anni si radicalizza fino a diventare un suo modo particolare di vedere e vivere la realtà. Una dimensione, quella fotografica, che Roberta cerca di far dialogare con gli studi di storia contemporanea e di antropologia culturale che continua a condurre all’università di Pisa. Compito principale del fotografo, sostiene Roberta, è quello di essere “testimone del suo tempo”. Il fotografo, continua: “deve essere prima di tutto un autore che tramite le immagini riesce a raccontare storie. Una sorta di “scrittore dell’immagine” che sicuramente è il mezzo più veloce e utilizzato in questo nostro secolo. “Mi pace vedere la fotografia come una specie di ancella della memoria, non solo quella storica, la Memoria con la M maiuscola sempre più calpestata e rivisitata in questi nostri anni contemporanei, ma anche della memoria più quotidiana, quella cui tutti noi affidiamo il nostro ieri e il nostro oggi”.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 agosto e sarà visitabile nei giorni di sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Per informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio cultura del Comune di Coreglia Antelminelli al numero telefonico 0583/78152 o all’indirizzo mail info@comune.coreglia.lu.it.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Serchio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.