Assistenza a casa, Cgil: “Comuni e Asl rimborsino gli spostamenti agli operatori”

Massari (Fp Cgil): "Nei capitolati non sono previsti questi costi: inaccettabile"

Servizi domiciliari alla persona, su chi gravano i costi di spostamento degli operatori e delle operatrici che materialmente si recano a casa di chi ha necessità di assistenza? Prova a rispondere Michele Massari, segretario di Funzione pubblica Cgil per Lucca, Versilia, Mediavalle e Garfagnana, sollecitato da una risposta fornita dal Comune di Lucca sul capitolato di appalto del servizio.

“È ora di fare chiarezza sugli affidamenti pubblici di emanazione di Comuni e Asl relativi ai servizi domiciliari alla persona, dall’assistenza domiciliare diretta agli anziani fino all’assistenza domiciliare scolastica e fisioterapica. Sempre più spesso – dice Massari – siamo costretti a far notare agli enti appaltanti che le gare non tengono conto del numero di mezzi di trasporto necessari per il trasporto degli utenti, costringendo le operatrici/ori a utilizzare i mezzi propri, sopportando i rischi di incidenti, usura del mezzo proprio, responsabilità verso terzi”.

“Senza considerare – rincara Massari – specialmente in questa fase, evidenti problematiche di igiene che comporta la sanificazione, quasi sempre a carico delle lavoratrici/ori. Gli enti appaltanti non tengono conto nemmeno dei costi dei trasporti che scandalosamente non vengono quasi mai corrisposti alle lavoratrici/ori da parte delle società appaltatrici, le quali accampano la mancata previsione di tali costi nei capitolati; ciò è insopportabile specialmente in questa fase con la benzina che costa oltre 2 euro il litro”.

Prosegue il segretario di Fp Cgil Lucca: “Non viene tenuto conto nemmeno dei tempi di spostamento tra un ‘caso’ e l’altro che, vista la conformazione del territorio provinciale, spesso comporta veri e propri ‘viaggi’ con lunghi tempi di percorrenza. Insomma, il personale che si reca sui servizi, nella stragrande maggioranza dei casi, deve viaggiare con mezzo proprio, autotrasportando quando occorra l’utente, con rimborsi chilometrici inesistenti o insufficienti e senza vedersi pagare il tempo di percorrenza tra i vari interventi”.

“Se poi ci mettiamo che la paga oraria per un servizio di innegabile professionalità è di 8,63 euro all’ora, che si riduce al netto a poco più di 6 euro l’ora, si capisce il malcontento delle operatrici/ori”, chiosa Massari.

“L’ultimo caso sollevato è quello del Comune di Lucca che, rispondendo a chiarimenti sulla piattaforma Start sul capitolato inerente i servizi domiciliari di assistenza diretta dichiara esplicitamente che ‘il capitolato speciale non prevede rimborsi chilometrici e che il costo orario del servizio che l’amministrazione corrisponderà all’operatore economico è omnicomprensivo’. Questo significa – dice Massari – che la società affidataria non pagherà le spese di trasporto a chi effettivamente le sostiene, e cioè la lavoratrice, costringendo le organizzazioni sindacali a estenuanti trattative e rivendicazioni che non portano quasi mai a niente. Adesso basta, enti e cooperative non devono fare orecchie da mercante, le gare devono essere congrue e si deve smettere di far pesare i costi dei servizi su chi li presta materialmente per una paga già di per se insufficiente. Paghe basse, contratti scaduti, lavoro di assistenza di alta responsabilità e oltretutto le operatrici si devono accollare anche i costi vivi dei servizi? Sarà bene riflettere”.

 

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