La Cgil: “Troppi costi per i pendolari della sanità, occorre la mobilità”

Il sindacato: "Migliaia di euro di spese, decine di migliaia di chilometri percorsi, settimane perse sui mezzi"

Ogni giorno molte lavoratrici o lavoratori della sanità toscana devono percorrere molti chilometri per poter recarsi al lavoro impiegando tempo e costi che potrebbero essere evitabili.

E’ quanto denuncia la funzione pubblica del sindacato Cgil.

“Pur lavorando all’interno di un unico sistema sanitario regionale – spiega la sigla sindacale – non esiste nessuna forma di coordinamento tra aziende sanitarie e ospedaliere che permetta la possibilità di potersi spostare da un’azienda all’altra permettendo di lavorare vicino a casa senza dover ogni giorno di spostarsi da una città all’altra, sostenendo costi ingenti e sottraendo tempo alla propria vita personale e familiare. Abbiamo provato a fare dei calcoli per capire quanto possa impattare sui singoli lavoratori in un anno . Quello che è emerso è che, ad esempio, un operatore sanitario di Livorno che lavora a Firenze (distanza 184 chilometri) se viaggia con un’auto percorre ogni anno 36.432 chilometri, spende circa 5mila euro di benzina e impiega 574 ore pari a 24 giorni. I costi economici e sociali sono inferiori se si utilizza il treno (1.270 euro per l’abbonamento, 660 ore impiegate pari a 27 giorni), ma restano comunque insopportabilmente alti. Parimenti, un operatore sanitario di Arezzo che lavora a Firenze (distanza 146 chilometri) deve spendere in un anno o 1.848 di abbonamento del treno (528 ore impiegate pari a 22 giorni) o 5.753 euro di benzina per 369 ore di percorrenze pari a oltre 15 giorni”.

“In questi anni  – proseguono – abbiamo denunciato questo tema chiedendo che, almeno tra le aziende del sistema sanitario regionale toscano, che spesso non collaborano tra di loro e creano ostacoli a chi presenta domanda di avvicinamento, venisse creato un sistema di mobilità coordinato e intelligente all’interno della regione che permettesse di far avvicinare le persone a casa, garantendo il mantenimento del numero di figure professionali invariato e quindi garantendo i servizi ai cittadini. Nel mese di gennaio abbiamo sottoscritto un accordo con la Regione Toscana che prevedeva una serie di atti per permettere di avviare questo meccanismo”.

“Ora – conclude il sindacato – è compito del Consiglio regionale approvare una modifica alla legge 40 per permettere ai lavoratori della sanità di avvicinarsi a casa risparmiando tempo e soldi”.

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