Manifattura sud, Favilla all’assemblea di Confartigianato: “Pochi i 250 posti auto nel complesso”

Ripartenza, innovazione e giovani al centro dell'assemblea dell'associazione di categoria

Si è tenuta martedì scorso (15 giugno), alla sala riunioni della Confartigianato di Lucca, l’assemblea annuale dei delegati della Confartigianato Imprese Lucca, tenuta dalla presidente Michela Fucile insieme al direttore, Roberto Favilla.

“Lo scorso anno è stato veramente tragico, sia per i danni a livello sanitario che per quelli economici subiti da imprese e cittadini. Le piccole e medie imprese sono quelle che hanno subito i contraccolpi più pesanti della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto. I ristori erogati dall’esecutivo hanno coperto mediamente il 25 per cento del fatturato; le misure di sostegno al reddito approvate dal Governo Conte, infatti, sono andate in larga parte alle attività che hanno registrato un crollo del giro d’affari di almeno il 33 per cento rispetto al 2019, ma tali aiuti economici sono stati ampiamente insufficienti a controbilanciare le perdite subite dalle Pmi. Nonostante tutto – ha detto la presidente di Confartigianato imprese Lucca –  il comparto artigiano lucchese ha tenuto, mostrando un lieve calo nel numero delle imprese artigiane di 44 unità che porta a quota 11mila 68 le imprese artigiane attive in provincia a fine dicembre 2020. A Lucca il dibattito sulle infrastrutture locali deve certamente tenere conto del lavoro fatto finora, me è necessario operare un cambio di paradigma, imposto anche dalla pandemia”.

“Le scelte che servono non possono essere le stesse pensate cento anni fa, ma programmate con un tasso di innovazione tecnologica, sociale e ambientale senza precedenti – continua la presidente – Il ponte sul Serchio, l’asse suburbano ad esempio, rispondono senz’altro ad urgenti esigenze di messa in sicurezza e decongestionamento del traffico della città e di alcune aree del territorio. Inoltre, la terza corsia dell’autostrada Firenze Mare tra Prato e Pistoia e il raddoppio della ferrovia almeno fino a Viareggio, ma anche gli assi viari a Lucca, l’asse di penetrazione a Viareggio e il superamento del passaggio a livello sulla via Francesca Romea ad Altopascio restano prioritari. In queste direzioni bisogna quindi accelerare al massimo le procedure in corso“.

“Non possiamo inoltre eludere la necessità – conclude Michela Fucile – di attuare una politica di prevenzione del rischio idrogeologico del territorio che limiti futuri danni e perdite di vite umane (in tutta la provincia ma in particolare si pensi alla Garfagnana ed all’Alta Versilia). Con l’accelerazione data dalla pandemia alla digitalizzazione, non possiamo più permetterci una burocrazia complessa come la nostra, pertanto: è arrivata l’ora di effettuare una digitalizzazione completa del rapporto con la pubblica amministrazione e l’applicazione del principio dell’once only (una volta sola) che consente alla pubblica amministrazione di non chiedere all’impresa o al cittadino l’informazione già in suo possesso; è necessario ridurre la copiosità delle norme esistenti e riorganizzarle in Testi Unici e Codici di settore scritti in maniera chiara, semplice e comprensibile; è necessario prevedere un coordinamento nei controlli amministrativi sulle imprese, improntati al principio di proporzionalità, evitando che la stessa impresa sia sottoposta più volte al medesimo controllo in un breve lasso di tempo; è necessario prevedere, come già esiste in altri Paesi, la costituzione di un intermediario bancario dedicato alle Pmi. Nel prossimo futuro la principale sfida da vincere è quella di tornare alla normalità prima possibile, infatti l’articolo 1 della Costituzione sancisce ‘L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’. ‘Fondata sul lavoro’ significa che non possiamo proseguire con la linea dura delle chiusure delle attività a distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia altrimenti si rischia (se non lo si è già) di essere fuori dai dettami costituzionali”.

L’Italia potrà rimettersi in moto solo se investirà sugli artigiani e sulle micro piccole imprese che rappresentano il 94 per cento del sistema produttivo. Per far questo è importante – è intervenuto il direttore di Confcommercio imprese Lucca – avere un serio piano di investimenti con un crono programma credibile e verificabile che sarà senz’altro agevolato dal recovery plan inviato, entro il 30 aprile u.s., all’Europa e che dovrebbe sbloccare in un triennio, nel suo complesso, ben 248 miliardi di euro, la maggior parte a debito. Ecco che diventa fondamentale utilizzare ben le risorse del recovery plan per cambiare ciò che non va. Certo c’è ancora bisogno di misure emergenziali a sostegno delle imprese colpite dalle restrizioni imposte dalla pandemia alle quali vanno fatti seguire, rapidamente, nuovi interventi strutturali: riduzione della pressione fiscale sui redditi Irpef e snellimento degli adempimenti tributari, riforma della Pubblica Amministrazione all’insegna della semplificazione e della gestione manageriale al servizio dei cittadini. Naturalmente ci aspettiamo investimenti in infrastrutture materiali e immateriali di collegamento delle persone, nelle merci e delle informazioni. Ci spaventa moltissimo questo indebitamento che, indubbiamente, ricadrà sulle generazioni future. Già le nuove generazioni avranno ed hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, saranno penalizzate in ambito pensionistico perché si continua a parlare di innalzamento dell’età pensionabile a 70 anni e di rivedere il sistema di calcolo delle pensioni. Insomma ai nostri figli lasciamo, per la prima volta dal dopoguerra, una situazione economica ben peggiore rispetto a quella avuta in eredità dalla generazione che ci ha preceduto”.

“Immaginare quali saranno gli scenari dopo la pandemia – continua il direttore –  quali le nuove professioni e creare le opportunità di alternanza scuola-lavoro per creare imprinting e voglia di confrontarsi con il mondo che cambia, è la sfida che ci poniamo per il prossimo triennio, nella convinzione che, ad oggi, i giovani costituiscono la risorsa più importante alla quale dedicare energie e investimenti non solo da un punto di vista economico, ma anche culturale e di pensiero. Anche perché i grandi dimenticati, durante questo periodo di emergenza, sono stati proprio loro, privati gli uni degli altri fisicamente e messi in contatto tramite relazioni scolastiche digitali; essi, inoltre, sono stati anche privati di ogni spinta immaginifica verso una prospettiva futura di speranza”.

“Ricordiamoci infine che, come è stato detto da molti, non ci si salva da soli, per cui va tenuto presente che anche il ruolo di Confartigianato Lucca sarà importante così come lo è stato quando all’inizio della pandemia, con la pubblicazione dei codici Ateco che indicavano quali attività potevano stare aperte e quali no, siamo stati presenti, sempre al fianco delle aziende, anche durante il sabato e la domenica, tramite il numero verde che era stato attivato ed anche al fianco di quegli imprenditori che prima dicevano che le associazioni non servono. Riguardo poi a ciò che sta succedendo nella nostra provincia mi preme soffermarmi, sia pur brevemente, sul recupero della ex Manifattura Tabacchi o meglio dell’area sud della stessa. Per tale intervento la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha presentato, tramite la società Coima di Milano, un progetto importante per il suo recupero che prevede una spesa complessiva di circa 60 milioni di euro – dice Favilla – Una parte di tale area sarà destinata ad uffici, ci sono poi spazi per attività commerciali ed attività artigianali di pregio, ampi spazi per attività culturali ed abitazioni private. Il progetto prevede anche la realizzazione di oltre 250 posti auto, poco più di quelli attuali; ciò ci lascia perplessi anche perché questo è l’ultimo grande contenitore ove era possibile realizzare, all’interno della città dei parcheggi“.

“Ci lascia riflettere il fatto – conclude Favilla – che un siffatto progetto a meno di 1 anno dalla scadenza di questa amministrazione sia ora sul tavolo anche perché impegna i lucchesi per i prossimi 30-40 anni in quanto gran parte dei proventi derivanti dagli affitti, dai parcheggi vanno a Coima e solo in minima parte alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca” .

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