Servizi socio-sanitari e aree interne, entra nel vivo il progetto di ricerca ‘Proximity care’

Una sperimentazione sulla Valle del Serchio di Asl e Scuola superiore Sant'Anna di Pisa

Entra nel vivo il progetto di ricerca Proximity care, coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e finalizzato a favorire il miglioramento dei servizi socio-sanitari nelle cosiddette aree interne della provincia di Lucca, grazie a un finanziamento messo a disposizione tra il 2022 ed il 2026 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Dopo la firma, lo scorso 10 novembre, della convenzione tra la Scuola Superiore Sant’Anna e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca,  si stanno adesso svolgendo specifici focus per analizzare i bisogni del territorio e per iniziare a concretizzare i progetti di sviluppo della rete socio sanitaria, puntando su innovazione tecnologica, eccellenza delle cure e prossimità.

In particolare, sabato scorso (26 marzo) al Ciocco di Castelvecchio Pascoli, si è svolto l’incontro della Scuola Superiore Sant’Anna con l’Asl Toscana nord ovest, rappresentata dal direttore di staff Francesco Bellomo, e con l’aggregazione funzionale territoriale (Aft) dei medici di medicina generale della Garfagnana, per avviare il lavoro di analisi partecipata dei bisogni dei cittadini residenti in questa zona.

La giornata è stata introdotta da Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatrice scientifica dell’iniziativa, che punta a garantire nelle zone interne come la Garfagnana innovazione, qualità dei servizi e prossimità di erogazione. Il focus è proseguito con una prima analisi dei bisogni e dell’uso dei servizi sociosanitari nell’area di progetto e nell’Aft Garfagnana, portata avanti dai ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna.

È quindi seguito un approfondimento sul ruolo del medico di medicina generale, in particolare nelle zone montane come quella presa in esame. Una discussione fra i partecipanti ha anche permesso di far emergere spunti utili per lo sviluppo del progetto, che si caratterizza per tre specifiche aree di intervento: connettività e digitale; servizi sanitari, socio-sanitari e capitale sociale; soluzioni tecnologiche innovative. È prevista, per questo, l’attivazione di un set di progetti di ricerca applicata interdisciplinare, con una sperimentazione pilota nei territori della Garfagnana, Mediavalle del Serchio e Alta Versilia che possa poi essere replicata anche in altre aree interne della Toscana.

Per portare avanti questo progetto innovativo è necessario un autentico gioco di  squadra e i partner della Scuola Superiore Sant’Anna sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, i Comuni del territorio, la Regione Toscana, l’Asl Toscana nord ovest, la Fondazione Monasterio, le imprese del territorio, i soggetti del Terzo settore sia imprenditoriali sia non imprenditoriali, gli attori delle comunità, anche informali. Una rete allargata, quindi, in grado di operare per assicurare forme di sviluppo e protezione sociale nei territori oggetto della ricerca.

“La pandemia – sottolinea il direttore generale dell’Asl Toscana nord ovest Maria Letizia Casani –  ha messo in rilievo l’importanza della sanità locale, della prossimità territoriale di determinati servizi e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha indicato in maniera chiara la necessità di ridisegnare il nostro servizio sanitario nazionale in modo da garantire una risposta efficace all’espandersi della fascia di popolazione più fragile e tipicamente multicronica, mediante un’offerta di assistenza bilanciata, che garantisca la continuità assistenziale e che renda l’assistenza territoriale la prima e più vicina porta di accesso ai servizi socio-sanitari per i cittadini. Questo vale soprattutto per le aree interne come la Valle del Serchio, alle quali dobbiamo garantire servizi socio-sanitari di qualità. Gli incontri di ‘ascolto’ come quello di sabato scorso costituiscono il punto di partenza per definire le priorità d’intervento”.

“Con questo progetto – evidenzia la rettrice Sabina Nuti – la Scuola Superiore Sant’Anna si impegna a dar vita a un modello di sviluppo in grado di migliorare la qualità dei servizi socio-sanitari delle aree interne. Siamo partiti da una prima fase di studio, durante la quale stiamo verificando bisogni e servizi offerti nonchè le potenzialità di miglioramento sul piano della connettività e dell’aggiornamento tecnologico. In seguito partirà il progetto vero e proprio, che sarà comunque sottoposto a verifiche semestrali in cui si valuteranno i progressi, la fattibilità e la reale efficacia del percorso intrapreso. Per noi si tratta di una grande sfida. Stiamo mettendo in campo – prosegue Sabina Nuti – molteplici attività di ricerca applicata, volte a sviluppare e a sperimentare nuove tecnologie per garantire la prossimità dei servizi sanitari, sociali e socio-sanitari per gli abitanti di aree interne, favorendone la sostenibilità sociale e la riduzione delle diverse forme di diseguaglianza. Possiamo così sperimentare, in collaborazione con l’Asl Toscana nord ovest, con la Regione Toscana e con molti altri partner, percorsi innovativi per migliorare la qualità di vita dei cittadini”.

La prima parte dell’attività, in cui si è inserito anche l’incontro di sabato 26 marzo al Ciocco di Castelvecchio Pascoli, viene quindi dedicata alla mappatura dello stato dell’arte delle varie componenti e alla pianificazione delle attività di ricerca sperimentale, da svolgere nel territorio, in collaborazione con i soggetti coinvolti nel progetto. Nel secondo semestre saranno poi attivati i progetti di ricerca applicata, approvati e monitorati dalla cabina di regia, con obiettivi e risultati monitorati in maniera costante nel tempo.

 

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