Apuane Libere, una catena umana alla Focolaccia contro l’inquinamento della lavorazione del marmo

L'associazione organizza una manifestazione di protesta dopo gli ultimi rilievi: "Una bomba ecologica nel lago di Gramolazzo"

“Una bomba ecologica dentro il lago di Gramolazzo”. È l’allarme che lancia l’organizzazione di volontariato Apuane Libere dopo i rilievi svolti dentro il Parco naturale regionale delle Alpi Apuane nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre dai propri attivisti ambientali.

Un corposo dossier video-fotografico, presentato agli attivisti e agli organi competenti che, secondo l’associazione, evidenzierebbe la presenza di ingentissimi quantitativi di marmettola e terre di lavorazione di cava, sversati nei greti dei torrenti presenti nelle due principali valli del Comune di Minucciano: la Val Serenaia-Orto di Donna e la Carcaraia-Acqua Bianca.

“La cosa assurda – fanno sapere dal tritone apuano – è che a seguito della nostra denuncia del 20 giugno scorso, nonostante le nostre segnalazioni nessuno si sia poi preso la briga di intervenire in doverosi controlli preventivi: questo quando la stagione turistica era ancora alle porte e si poteva evitare di far nuotare i turisti in un mix di metalli pesanti e altre venefiche essenze. Come si evince dalle immagini scattate dai nostri soci volontari – continuano dall’associazione – le lavorazioni del lapideo non rispettano il benché minimo accorgimento in fatto di gestione di fanghi di lavorazione, rendendo completamente inquinato sia il Serchio di Gramolazzo sia il torrente Acqua Bianca, i quali, soltanto alcune centinaia di metri dopo, si immettono direttamente nelle frequentatissime acque del lago di Gramolazzo: già peraltro sature di sversi abusivi delle fognature dei paesi di Verrucolette, Agliano, Gorfigliano e Gramolazzo. Sempre durante i sopralluoghi, sono emerse vistose criticità in materia di abbandono di rifiuti speciali di tipo ferroso, plastico e persino la presenza di alcuni pneumatici sparsi negli alvei dei suddetti torrenti, i quali, risultano oltretutto privi di ogni forma di vita animale e vegetale e in uno stato di totale morte biologica”.

“Grazie alle politiche  della giunta comunale di Minucciano – spiega Gianluca Briccolani, presidente dell’associazione – si stanno completamente devastando ed inquinando due valli di straordinario pregio naturalistico e geologico, dato che vi si affacciano ben sette cime di prim’ordine tra cui la più alta di tutta la catena, il monte Pisanino; ma la cosa che desta forte preoccupazione a noi amanti di queste montagne, è il fatto che questa messa a reddito di interi ecosistemi è in vertiginoso aumento, dato che le cave in attività stanno passando da 6 a 17. Ciononostante, sempre nell’ottica di contribuire alla salute del territorio e dei cittadini, ci appelliamo lo stesso al sindaco Poli, affinché da responsabile esecutivo del potere locale, si adoperi a far rispettare quelle leggi che lui stesso dovrebbe conoscere a menadito sia come amministratore che come laureato in giurisprudenza; pregandolo di smettere di affermare che i piani attuativi dei bacini estrattivi adottati dal suo Comune sono avanzati e rispettosi dell’ambiente”.

“È inoltre profondamente ingiusto – continua il presidente di Apuane Libere – che le strutture ricettive che resistono stoicamente in queste valli, debbano giornalmente mangiare la polvere prodotta dal passaggio di 80 autoarticolati al giorno e vedersi sottrarre quelle già scarse sorgenti idropotabili, che le ditte private del marmo sottraggono abusivamente per affettare quei monti che i turisti dovrebbero venire ad ammirare in santa pace. Non solo, come abbiamo a più riprese denunciato, i residui liquidi del taglio della montagna – la famigerata marmettola – non vengono minimamente raccolti come prescriverebbe la legge e dato che le cavità carsiche favoriscono una circolazione idrica sotterranea direttamente collegata alle sorgenti di Equi e del Frigido, la connessione tra questo inquinamento prodotto nei piazzali di cava e l’idropotabilità delle fonti è diretto e pericoloso per la salute delle popolazioni”.

“Consci che questa tendenza a riaprire ferite rinaturalizzate da decenni vada contrastata sul nascere – conclude Briccolani – abbiamo indetto per domenica prossima 26 settembre una pacifica catena umana intorno a quel poco che rimane del Passo della Focolaccia, per opporci, se necessario con i nostri corpi, a questi nuovi folli progetti volti soltanto a rimpinzare facilmente le casse comunali e a disincentivare la presenza di quegli escursionisti, visti troppo spesso come scomodi testimoni delle violazioni di legge commesse dalle ditte del settore lapideo. In questo senso, confidiamo nell’opera del neo procuratore della Repubblica di Lucca, Domenico Manzione, a cui noi di Apuane Libere facciamo i migliori auguri di buon lavoro”.

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