Centri estetici chiusi, preoccupa il fenomeno del lavoro nero

Confronto fra il prefetto e il direttore di Confartigianato

In questi giorni di ancor più frenetica attività sindacale dovuta all’inserimento della Toscana nella zona rossa, proseguono a ritmo serrato, da parte di Confartigianato di Lucca, i colloqui con i vari rappresentanti delle istituzioni. Nei giorni scorsi, il direttore ha avuto un colloquio con il prefetto di Lucca, Francesco Esposito, su due questioni in particolare.

La prima riguardava il problema dello sconfinamento da parte dei clienti dei saloni di acconciatura: “Da parte di molti parrucchieri – spiega Confartigianato in una nota – ci era stato segnalato come altri prefetti avessero consentito ai clienti dei saloni di potersi spostare da un Comune all’altro come da noi richiesto peraltro svariate volte sia a livello locale che nazionale. A tal proposito il nostro Prefetto dopo aver ribadito che ad oggi non sono giunti indirizzi governativi in merito, ci ha riferito che è suo preciso compito dare attuazione ai dettati legislativi, in questo caso il dpcm del 3 novembre scorso e delle interpretazioni governative”.

“Siccome il dpcm in questione stabilisce per le zone arancioni e rosse il rispetto dei confini comunali per avvalersi del servizio di parrucchieri questo è ciò che deve essere rispettato avendo riguardo che se un cliente al confine tra due territori comunali ha il parrucchiere nel Comune più vicino questo sconfinamento può essere tollerato”.

“Altra questione affrontata – spiega ancora Confartigianato – riguarda il lavoro nero in quanto con le estetiste chiuse ed i saloni di acconciatura soggetti alle sopra esposte limitazioni si sta manifestando, in maniera prepotente, questa piaga che già si era ripresentata con il primo lockdown. I rischi sono molti e gravi, specialmente in questo periodo anzitutto per quei parrucchieri che operano nel rispetto delle normative che sono penalizzati da una concorrenza sleale. Naturalmente per i contravventori sono previste forti sanzioni sia amministrative per esercizio abusivo della professione, evasione fiscale, cui potrebbero aggiungersi anche altre infrazioni in tempi di Covid”.

Il direttore Favilla ha fatto presente come “qualora il cliente del sedicente parrucchiere o estetista si scoprisse positivo al tampone e indicasse tra i contatti ristretti proprio il contatto con l’operatore che ha erogato il servizio alla persona, ci potrebbero essere ripercussioni per lesioni colpose e forse anche dolose. Il prefetto ha detto che ognuno potrebbe essere chiamato a rispondere anche di responsabilità di carattere penale ove queste fossero accertate. A tal proposito ha invitato a fare segnalazioni di lavoratori abusivi impegnandosi ad effettuare i controlli previsti per combattere il fenomeno. Sempre il direttore Favilla ha fatto presente come verifiche sulla necessità degli spostamenti per andare dal proprio parrucchiere gli organi di controllo potrebbero farle abbastanza facilmente”.

“Basta che il cliente chieda l’appuntamento e il parrucchiere confermi la data e l’ora con un sms – aggiunge -. La cosa potrebbe essere presa in considerazione purché venga autorizzata dal Ministero competente. Ci faremo carico nei prossimi giorni di coinvolgere la Confartigianato Nazionale perché si attivi in merito con i ministeri competenti”.

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