Mobit respinge le accuse: “Da noi nessun ricorso o esposto strumentale”

Trasporto pubblico, continua lo scontro con la Regione sulla gara per il gestore unico

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Mobit non ci sta. E respinge al mittente (ovvero alla Regione Toscana) le accuse. “Mobit non ha fatto ricorsi strumentali. Mobit – si legge in una nota dell’azienda – ha impugnato con due distinti ricorsi le due aggiudicazioni disposte dalla Regione Toscana a favore di Autolinee Toscane, azienda posseduta dal gruppo statale francese Ratp. La prima aggiudicazione (quella del 2 marzo 2016) fu annullata da Tar Toscana con sentenza poi confermata dal Consiglio di Stato. La seconda aggiudicazione è tuttora sub judice e su di essa il Consiglio di Stato si pronuncerà il prossimo 8 ottobre. Nessun ricorso strumentale da parte di Mobit, ma solo la tutela del proprio diritto di difesa costituzionalmente garantito dinanzi alla giustizia amministrativa”.

“Mobit non ha fatto esposti strumentali in Procura – va avanti la nota -. Mobit ha avuto recentemente contezza di essere parte offesa in un procedimento penale aperto nei confronti del presidente Rossi, del Rup della gara ingegner Buffoni, della dottoressa Malvaso e dei membri della commissione di gara. Mobit non ha fatto esposti alla procura della Repubblica. Gli esposti sono stati presentati da due società consorziate (Cap e Copit) e, lungi dall’essere strumentali, sono stati ritenuti meritevoli di approfondimento da parte della Procura che ha avviato l’indagine. Mobit non ha fatto ostruzionismo in questi anni. Mobit ha firmato nel 2017 con AT e Regione Toscana un accordo perché venisse “congelata” la procedura di gara per due anni (fino al 31.12.2019) e perché fino a quel momento il servizio venisse gestito dai gestori uscenti (riuniti in One scarl) in forza di un contratto ponte con la Regione Toscana. Mobit non ha fatto ostruzionismo in questi mesi. A seguito della scadenza del contratto ponte la Regione Toscana, con delibera di giunta 281 del 2 marzo 2020, ha fissato per il primo giugno 2020 la data dell’inizio della gestione di At. Sempre la Regione Toscana ha rinviato l’inizio della gestione di At al 1 luglio 2020 giustificando il rinvio con i ritardi legati all’emergenza covid- 19. Stupisce che oggi la Regione si rimangi le proprie decisioni e accusi Mobit di perdere tempo”.

“Non è vero – aggiunge Mobit – che la Regione sta spendendo più soldi a causa dell’atteggiamento di Mobit. Attualmente il servizio nella Regione Toscana viene svolto sulla base di atti di imposizione dell’obbligo di servizio nei confronti dei gestori uscenti (riuniti in One scarl). Il corrispettivo che spetta ai gestori uscenti è determinato autonomamente dalla Regione Toscana. L’importo che la Regione Toscana pagherà ad At, una volta che sarà quest’ultima a gestire il servizio di Tpl, deve invece essere determinato sulla base dell’offerta presentata in gara da At. La Regione Toscana con le delibere di giunta 281 del 2 marzo 2020 e 573 del 4.05.2020 ha invece deciso di aumentare il corrispettivo destinato ad Autolinee Toscane. Con la conseguenza che il corrispettivo che At incasserà sarà superiore non solo all’offerta che quest’ultima aveva fatto in gara, non solo all’offerta che Mobit aveva fatto in gara, ma anche a quanto la Regione paga oggi ai gestori uscenti per il servizio reso in forza degli atti d’obbligo“.

“Non è vero – affermano le aziende consorziate – che i gestori uscenti si sono rifiutati di cedere i beni per ostacolare il subentro di At. La Regione sa benissimo che i contratti di vendita dei beni non sono stati finora stipulati perché AT vuole pagare i bus, immobili e altre attrezzature meno di quanto dovrebbe pagarli sulla base delle perizie allegate agli atti di gara. La Regione sa anche che At pretende dai gestori uscenti garanzie bancarie a copertura delle differenze di valutazione per importi determinati arbitrariamente dalla stessa AT. E ancora la Regione sa che At non vuole acquistare la totalità dei beni che sarebbe tenuta ad acquistare sulla base delle regole di gara. La Regione sa infine che la gran parte dei gestori uscenti sono società pubbliche, possedute quasi integralmente dai comuni toscani. E’ inaccettabile che la Regione faccia la voce grossa con Mobit invece che invitare At al rispetto delle regole di gara. E’ inaccettabile che la Regione non si preoccupi di difendere l’interesse della collettività a non veder depauperato il patrimonio dei comuni. Gli amministratori delle società che attualmente gestiscono il servizio hanno ben presente il dovere di preservare il patrimonio (in gran parte pubblico). Non è vero che i gestori uscenti hanno rifiutato le proposte della Regione. È bene essere chiari: il passaggio dei beni non si è ancora realizzato per tutto quanto sopra detto ma anche perché ci sono rilevantissimi aspetti fiscali e contributivi che ancora devono essere risolti dall’Agenzia delle Entrate e dal Ministero del Lavoro (interpellati sui punti controversi)”.

“La Regione sa tutto questo talmente bene che lo scorso 1 giugno – prosegue la nota – ha proposto a At e ai gestori uscenti di procedere mediante una soluzione ponte mettendo a disposizione di At i beni in affitto. I gestori uscenti hanno risposto positivamente all’invito della Regione lo scorso 16 giugno segnalando ben 3 soluzioni ponte, utilizzabili per qualche mese, finché non verranno risolte le questioni sopra citate e finché il Consiglio di Stato non avrà deciso sul ricorso di Mobit. Non sarebbe accettabile che gli affitti diventassero un escamotage per acquisire la disponibilità dei beni senza pagare quanto dovuto, né che gli affitti non prevedessero una reversibilità dei beni nel caso in cui il Consiglio di Stato desse ragione a Mobit, circostanza quest’ultima richiesta dal Consiglio di Stato nella sua recente ordinanza cautelare. La Regione metta da parte gli atteggiamenti intransigenti e trovi la strada per preservare i legittimi diritti di tutte le parti”.

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