Minacciato il paladino delle Alpi Apuane

Minacce anonime al telefono all’anima di Salviamo le Alpi Apuane, il movimento sorto per difendere il patrimonio marmifero delle province di Lucca e Massa Carrara dall’azione dell’uomo. E’ lo stesso Eros Tetti, volto noto anche nella nostra provincia per numerose iniziative organizzate sul territorio, a denunciare l’accaduto con un post su Facebook: “Ho appena ricevuto una telefonata, dal mondo del marmo – scrive Tetti -, dove mi dicono di fare attenzione a quello che dico e quello che scrivo perché altrimenti verranno tutti a mangiare a casa mia, sottolineando che sono in tanti e tutti molto arrabbiati di quello che stiamo facendo. Siamo avvezzi alle intimidazioni di ogni sorta, ma non abbiamo intenzione di abbassare il capo davanti alla paura, non abbiamo intenzione di farci intimorire perché questa non é la Toscana che volgiamo. Quindi ribadiamo basta con la deturpazione e la distruzione delle nostre montagne. Diciamolo allora apertamente: del lavoro non frega niente né alla politica né agli imprenditori. I primi sono sensibili all’azione di lobby dei secondi che a loro volta invece sono sensibili solo al profitto che, ovviamente, fanno distruggendo un patrimonio comune. Se a qualcuno fregasse dei posti di lavoro, si punterebbe alla riconversione economica del territorio, che attraverso un buon uso del marmo, scavato poco e solo in alcune zone di Carrara e lavorato in loco, basterebbe già per rioccupare gli attuali dipendenti, che ricordo sono, in tutte le Apuane qualche centinaio. Allora il rilancio del Parco delle Alpi Apuane, liberato dalle cave, potrebbe produrre più lavoro delle attuali cave, che non solo si mangiano il nostro paesaggio, il nostro ambiente, gli ecosistemi, le nostre falde acquifere ma anche e soprattutto il nostro futuro”.

A Tetti esprime la propria solidarietà Potere al Popolo della Toscana: “Potere al Popolo ripropone, anche in questo caso, il principio del controllo popolare su un bene comune come le Alpi Apuane, con il loro immenso patrimonio ambientale – si legge in una nota di solidarietà a Tetti -, culturale, storico e marmifero: controllo popolare significa anche rimettere in mano alle comunità locali la gestione attenta e regolamentata delle cave, sottraendole al controllo delle multinazionali, che per loro natura fanno razzia delle risorse del territorio, per di più circoscrivendo il grosso dei guadagni ai pochi in cima alla piramide. Solo la gestione fatta dagli abitanti del luogo può permettere lo sfruttamento intelligente del prezioso marmo, contrariamente alla grande impresa predatoria, il cui avvento ha causato, nell’arco di pochi decenni, devastazioni di gran lunga superiori a tutto quello che è stato fatto nell’arco di una tradizione millenaria”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Serchio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.