Poli: niente chiusura dialisi senza ok sindaci

Chiusura della dialisi a Castelnuovo, monta la tensione. E lo scontro con l’Asl si traduce in una nuova guerra con Barga, il cui sindaco, Marco Bonini, ha bollato come tardiva l’azione dei primi cittadini della Valle che hanno richiesto all’azienda di sospendere la riorganizzazione. Il sindaco Nicola Poli, però, è di avviso contrario e ricorda il documento sottoscritto il 25 giugno 2015 dalla conferenza dei primi cittadini e che chiedeva già allora uno stop al piano di organizzazione che venne presentato dal direttore dell’epoca, Joseph Polimeni.

“L’iniziativa dei sindaci della Garfagnana non è stata quindi un tardivo passo indietro rispetto ad accordi raggiunti – incalza Poli -, ma la coerente richiesta, rivolta all’Azienda, degli impegni assunti: ovvero quella di concordare in Conferenza ogni azione, prima di procedere a qualsiasi riduzione dei servizi, dopo aver fornito oggettivi documenti volti a dimostrare i risparmi ottenuti e l’assenza di eccessivi disagi in capo ai cittadini. Nel caso che ci occupa, a quanto risulta, l’Azienda, contravvenendo al documento approvato dai sindaci alla Conferenza del 25 giugno 2015, vorrebbe procedere ad eliminare il servizio dialisi di Castelnuovo, senza passaggio in Conferenza. Cosa che è inammissibile e contro la quale è stata sottoscritta la lettera in questione, con la richiesta di convocazione della Conferenza stessa”.
“Non si è trattato di un’iniziativa volta a mettere in contrapposizione le due strutture ospedaliere – aggiunge Poli -: non si è mai detto, infatti, che la dialisi deve rimanere solo a Castelnuovo, a discapito di Barga; si tratta di un’iniziativa volta a far rispettare un documento che tutti i Sindaci avevano votato all’unanimità”.
Per avallare la sua tesi Poli ricorda vari passaggi. “Alla Conferenza del 23 aprile 2015, si discusse la situazione socio sanitaria della Valle del Serchio e le eventuali ipotesi di razionalizzazione proposte dall’Azienda.
In quella sede, il presidente pro tempore (proprio il sindaco di Barga) ricordò che l’azienda sanitaria subiva una contrazione di finanziamento regionale per circa 8 milioni e mezzo, ma che già nella Conferenza zonale del 24 marzo precedente era stato affermato che ogni scelta di riorganizzazione prevista nella Valle del Serchio sarebbe stata subordinata ad un confronto sul piano di riorganizzazione con i Sindaci e che, dal punto di vista politico, non c’era alcun segnale da parte della Regione Toscana di un taglio ai servizi inerente la zona della Valle del Serchio”.
“Il direttore generale, Joseph Polimeni – aggiunge -, illustrò quindi il piano di riorganizzazione che proponeva alla Conferenza, evidenziando investimenti previsti nella zona Valle del Serchio (per un ammontare, disse, di più di 15.000.000 milioni di euro) nonché le azioni che definì di rientro, necessarie, a suo dire, per dare maggiore integrazione alle attività. In quella stessa seduta il sottoscritto contestò fermamente la relazione presentata dal direttore, contestando la serietà di un programma di ristrutturazione esposto solo su qualche slides e senza il minimo approfondimento sia sulla qualità dei servizi, sia sull’effettiva capacità di risparmio delle azioni di ristrutturazione proposte, richiedendo un effettivo e reale approfondimento volto ad individuare eventuali sprechi, senza colpire i servizi ai cittadini, sin da subito affermando e verbalizzando l’insostenibilità del progetto di spostare sullo stabilimento di Barga tutto il servizio di dialisi. Su tale prospettiva si allinearono tutti i sindaci garfagnini presenti e il presidente concluse la riunione ricordando che nessuna proposta di riorganizzazione sarebbe partita, senza che alla Conferenza dei sindaci della zona fossero dati gli atti formali necessari e sufficienti per approfondire le tematiche sulla base della documentazione richiesta all’Azienda e formulare le eventuali modifiche in tempi brevi. Alla successiva assemblea del 25 giugno 2015, si discusse nuovamente della riorganizzazione sanitaria della Valle del Serchio. In quella sede, il presidente Bonini esordì ricordando che già nelle riunioni precedenti la Conferenza dei Sindaci aveva stabilito che nessuna azione di riorganizzazione proposta dalla direzione generale poteva essere intrapresa prima dello studio della documentazione che il direttore generale avrebbe trasmesso ai sindaci stessi. In quella sede, poiché nonostante le promesse Polimeni non aveva trasmesso alcun effettivo studio serio che supportasse l’ipotesi di riorganizzazione proposta, i sindaci unitariamente valutarono che il piano di riorganizzazione fosse carente nelle previsioni di uno sviluppo della sanità della Valle e chiesero formalmente maggiore chiarezza sulla futura organizzazione sanitaria della zona e sui relativi investimenti, intendendo aprire un confronto direttamente con l’allora nuovo assessorato regionale. In quella sede, peraltro, il sottoscritto lamentò di non avere ancora ricevuto, come promesso, il piano di riorganizzazione paventato dal direttore generale, al di là delle solite, poche ed autoreferenziali slides visionate nella seduta della Conferenza di aprile. Dato che il piano medesimo prevedeva azioni atte a produrre forti problemi ai cittadini della Valle, ribadiva la richiesta di sospensione del piano di riorganizzazione previsto per una profonda analisi di previsione di sviluppo della sanità della Valle. Il presidente, dopo aver ricordato la richiesta di un prossimo confronto con il nuovo assessore regionale, mise in votazione un documento che rappresentava le istanze della Conferenza quale controproposta al piano di riorganizzazione della direzione dziendale, che fu approvato all’unanimità. In tale documento, tutti i sindaci della Valle, a seguito della proposta di riorganizzazione presentata dal direttore generale rinnovavano la domanda di sospensione di qualsiasi tipo di riorganizzazione in attesa di un confronto con il nuovo assessore regionale alla Sanità. Rispetto ai punti presentati dal direttore, i sindaci chiedevano al direttore generale di rendere note quali fossero le effettive fonti di finanziamento e statuivano espressamente che ’mai – cita Poli – si deve e si dovrà parlare di chiusura e/o sospensione di servizi fondamentali, sia ospedalieri che territoriali, ( comprese le attività ambulatoriali) , quali la cardiologia a Castelnuovo e il punto nascita a Barga, così come apparso nella risposta del direttore generale alla lettera della Conferenza dei sindaci. Lo stesso vale per il day hospital oncologico di Barga e la Dialisi di Castelnuovo’. Tale documento è stato sottoscritto da tutti i sindaci, anche da coloro che forse oggi lo hanno dimenticato. Ma dopo quello, se ogni successiva azione dell’Azienda volta al potenziamento dei servizi nella Valle è ammissibile e condivisibile, qualsiasi azione volta a ridurre i servizi è invece inammissibile e sfornita del necessario supporto istituzionale della Conferenza dei sindaci”.

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