Perseguita la ex dai domiciliari: a processo

Una vera e propria ossessione quella per la sua ex che lo ha lasciato da circa un anno e che gli sta costando molto cara. Ma soprattutto sta costando caro alla sua vittima. Un’intera famiglia in un Comune della Valle del Serchio da alcune settimane, infatti, vive nella paura e nella preoccupazione perché quell’uomo non sembra avere intenzione di lasciar perdere. Indagato per stalking ora si trova agli arresti domiciliari dopo aver violato la disposizione del gip del mese scorso di non avvicinarsi alla donna né tentare di contattarla. Ma anche dalla detenzione domiciliare, secondo quanto ricostruito dall’accusa, l’indagato ha trovato il modo di inviare alcuni messaggi alla sua ex e ora gli inquirenti hanno richiesto il giudizio immediato e a settembre il caso sarà giudicato in tribunale.

Le forze dell’ordine monitorano intanto ogni suo gesto perché dopo tre denunce e la detenzione purtroppo non sembrano cessate le sue ossessioni e gli atti persecutori. Se dovesse continuare a dare il tormento alla sua ex, per lui si spalancherebbero immediatamente le porte del carcere. L’uomo sin dall’inizio ha manifestato tutto il suo dissenso verso la decisione dell’ex findazata in un crescendo, per gli inquirenti, sempre più ossessivo e preoccupante. In un primo momento sono scattate telefonate insistenti per chiedere continue spiegazioni, poi è passato ai messaggi a raffica, e man mano che la donna faceva ulteriori passi indietro rispetto alle richiste di dialogo e di incontro le insistenze sono diventate sempre più asfissianti e moleste. Poi sono iniziate le offese sui social ma non contento l’ex ha iniziato e pedinarla e seguirla nella più classica delle escalation riguardanti i casi di stalking. In poche settimane l’ex compagno si era trasformato in un persecutore.
Appostamenti sotto casa e davanti al luogo di lavoro, pedinamenti per le vie del paese fino all’esasperazione creando secondo gli inquirenti, uno stato di ansia e preoccupazione tale da far temere per le propria incolumità fisica e psicologica. Il centro anti violenza a cui si era rivolta la donna, convinta a denunciare l’ex compagno, aveva consigliato addirittura la sistemazione in una casa protetta ma la donna si era rifiutata per via degli impegni di lavoro. La donna è supportata sia dal centro anti violenza che da amici e parenti perchè l’uomo che le sta rendendo la vita un inferno con suoi comportamenti ha messo in agitazione decine di persone, oltre alla vittima. Lo stato d’allerta anche da parte degli investigatori e degli inquirenti resta massimo. A settembre il processo.

Vincenzo Brunelli

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